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Il Torino e una spina dorsale incompleta, tra presente e futuro

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Il Granata della Porta Accanto / Hart e Belotti sono due pilastri, ma dietro ed in mezzo sono mancati due elementi altrettanto validi. Occorrerebbe investire in qualche certezza per supportare le giovani promesse.
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Una volta si diceva che per fare una squadra forte almeno la sua spina dorsale dovesse essere composta da giocatori forti: un portiere affidabile, un centrale di spessore, un centrocampista faro ed un centravanti goleador erano gli elementi imprescindibili per avere una squadra degna di tale nome. Gli altri elementi ovviamente avrebbero dovuto essere all'altezza, ma su quei quattro non si poteva sbagliare la scelta.

Facendo una battuta si potrebbe suggerire che il Toro di quest'anno ha delle grosse lacune nei ruoli compresi tra il portiere ed il centravanti… Non tutti gli anni, infatti, capita di avere in squadra il portiere di una delle prime quindici nazionali al mondo e il capocannoniere della serie A. Due elementi che al di là delle papere di Hart nell'ultima partita, hanno rappresentato due eccellenze del nostro campionato e forse hanno acuito il rimpianto di non aver avuto due interpreti dello stesso livello sia in difesa che a centrocampo. Leandro Castan e Mirko Valdifiori avrebbero dovuto, nelle intenzioni della società e dello staff, essere i tasselli portanti che con Hart e Belotti avrebbero dovuto rappresentare l’anima della squadra attorno alla quale far giostrare gli altri elementi di qualità presenti in rosa (Ljajic in primis). Fino a luglio, immagino, discuteremo se siano state troppo ottimistiche le aspettative di dirigenza e allenatore o se sia mancata la volontà di investire pesantemente sui ruoli chiave, anche alla luce del pesante saldo attivo di mercato. I fatti, ad ogni modo, ci dicono che la scommessa Castan ha tradito sul piano fisico (infortuni a ripetizione) proprio quando sembrava che fosse stata ampiamente vinta e che il centrocampista ex Empoli (anche lui ultimamente bloccato da pesanti problemi fisici) ha dimostrato limiti in fase di interdizione anche dovuti al fatto che per rendere al meglio dovrebbe giocare in mediana con a fianco compagni più “fisici” di Benassi e Baselli. All'inizio del campionato, diciamo fino al derby, il Toro ha dato il meglio di sé e complessivamente Hart, Castan, Valdifiori e Belotti hanno reso tutti e quattro sui propri livelli abituali. Non può essere solo un caso che appena l’alchimia si sia rotta il trend dei risultati sia peggiorato… E’ vero anche che l'immarcescibile Moretti e il giovanissimo Lukic hanno fatto molto bene la propria parte quando hanno dovuto sostituire i presunti titolari, segno, quindi, che non si può ridurre quest'analisi al semplice rendimento dei quattro che ho citato. Il Torino nel suo insieme, infatti, è mancato di equilibrio tra la fase offensiva, mediamente ottima, e quella difensiva, mediamente “ballerina”, per usare un eufemismo. La qualità dei singoli c'entra fino ad un certo punto. Di sicuro come in tutti gli sport di squadra, più elementi di qualità e di carisma hai in rosa, più il gruppo ne trae vantaggio, sentendosi protetto e trascinato. E’ lapalissiano.

Le ultime notizie di mercato ci parlano di un Torino alla caccia di giovani difensori forti siano essi acquisti (il brasiliano Lyanco che pare ormai preso) o ritorni (il fresco azzurro Under 21 Bonifazi). Sul centrocampo bisognerà capire se Benassi e Baselli saranno il futuro (ed allora forse andrà rivisto il modulo perché insieme nel 433 fanno fatica) oppure se si investirà su qualcuno che, con un Lukic in crescita, possa far fare un salto di qualità e sostanza alla nostra mediana. Sempre che Hart e Belotti restino, altrimenti anche lì occorrerà metter mano pesantemente. La politica dei giovani è giusta e redditizia, ma per far rendere al meglio le giovani promesse occorrerebbe mettergli accanto dei pilastri di sicuro affidamento dai quali possano trarre sicurezze per la propria crescita. Cucchietti, Milinkovic-Savic, Gomis, Bonifazi, Barreca, Lukic, Benassi, Gustafson, Boye', Parigini, Aramu: il Toro del futuro è già forte. Peccato che non si possa ignorare il presente e si debba mettere in campo un Toro che lo sia altrettanto. Quantomeno per non bruciare quello del prossimo futuro!

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.

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