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CAGLIARI, ITALY - JANUARY 26: Pietro Pellegri of Torino celebrates his goal 1-3 during the Serie A TIM match between Cagliari and Torino FC - Serie A TIM at Sardegna Arena on January 26, 2024 in Cagliari, Italy. (Photo by Enrico Locci/Getty Images)
Qualche settimana fa in questa rubrica chiedevo al Toro di lottare per continuare a lottare per un obbiettivo fino al termine della stagione, evitando di arrivare a marzo, come spesso è accaduto in passato, già senza più stimoli. La vittoria di Cagliari ci mette in condizione di rimanere ad un tiro di schioppo dalle posizioni europee, in quel lotto di 6-7 squadre che possono contendersi l'accesso alle coppe, perfino alla Champions. I tre punti presi in Sardegna alla fine di una partita che ci ha visto partire benissimo e finire un po' in affanno, sono una manna per l'autostima della squadra e per cullare qualche concreta ambizione futura. Dalla Fiorentina al Torino la classifica è cortissima e tutto può accadere.
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Sulla carta i granata sono i meno attrezzati come rosa, ma la realtà dice che da novembre in poi, seppur con qualche scivolone, Juric ha trovato la quadra e i risultati sono piano, piano arrivati. Siamo solidi, un po' sterili e con alcune battute a vuoto, ma mi sento di dire che, in punta di piedi, ci siamo candidati per un posto al sole a fine campionato. Le variabili nei prossimi mesi saranno molteplici e una di queste, gli infortuni, rischia già di presentarci il conto all'alba della vittoria di Cagliari. Buongiorno, infatti, sembra aver riportato una lussazione alla spalla che potrebbe tenerlo lontano dai campi da gioco per parecchie partite ed anche Ricci, autore del secondo gol al termine di un'azione di pregevole fattura, pare essere uscito malconcio dal match coi sardi. È ovvio che se il Toro non dovesse trovare continuità di presenza e di rendimento dei suoi giocatori più rappresentativi, restare in scia al treno europeo diventerebbe quasi impossibile: una mano dalla dea bendata in questo senso sarebbe apprezzata, ma si sa che la parola Torino con la parola fortuna non vanno (quasi) mai d'accordo.
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C'è poi la questione mercato invernale che, a pochi giorni dal termine delle contrattazioni, potrebbe portare quei correttivi in entrata ed in uscita fondamentali per avere successo nella corsa all'Europa: chi non ricorda, ad esempio, cosa accadde in quel gennaio del 2015 quando, tra lo scetticismo generale, Maxi Lopez atterrò a Torino e contribuì in maniera determinante alla qualificazione agli ottavi di Europa League? Ho sentito le dichiarazioni del presidente Cairo l'altro giorno quando ha affermato che “la squadra è a posto così”. Francamente le ritengo poco corrispondenti alla realtà: se si vuole davvero provare a sfruttare questa occasione quasi irripetibile di un quarto posto che al momento ha una quota punti davvero bassa in relazione alle prime tre piazze della classifica, occorre puntellare la rosa con un terzino e un uomo d'attacco (si parlava di Rafa Mir dal Siviglia a tal proposito), oltre a cedere i cosiddetti “scontenti”.
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Sarebbe un peccato, ora che si è nella condizione di giocarsi qualcosa di importante in campo, tirarsi indietro sul mercato. I bilanci restano fondamentali e nessuno pretende il passo più lungo della gamba, ma quando ci sono le condizioni, come in questo caso, è sacrosanto supportare le ambizioni con azioni concrete e magari qualche investimento. Dopo Cagliari timidamente alziamo la mano e umilmente diciamo che ci siamo anche noi nella corsa all'Europa: tanta roba per il Toro di Cairo, tanta roba…
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.
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