"Il vizietto" è stata una commedia francese di grande successo, interpretata al cinema sul finire degli anni Settanta dall'indimenticabile Ugo Tognazzi. E nella settimana che sancisce i primi quindici anni, tondi, tondi, di Urbano Cairo come presidente del Torino FC, essendo tempo di bilanci data l'importante ricorrenza, viene spontaneo pensare ad alcuni 'vizietti' che hanno contraddistinto i suoi tre lustri alla guida del club granata. Ci sono quelli innocui, figli di un ego costantemente da alimentare, come il parlare a radio, TV e giornali solo a seguito di vittorie (o pareggi particolarmente prestigiosi) o come il presentare ciclicamente i propri allenatori come "maestri di calcio" sempre immancabilmente seguiti ed inseguiti più e più volte in passato oppure come nel parlare dei singoli giocatori come "ragazzi a cui si è molto affezionati", preludio poi di solito ad una loro imminente cessione. Insomma ognuno ha i suoi vezzi e le sue personali liturgie e scaramanzie (è credibile che un manager come Cairo che vive di obbiettivi nelle sue aziende non ne dichiari mai nemmeno uno per il Toro?), ma ci sono altri aspetti che invece ci fanno veramente credere che certi vizietti siano connaturati nell'agire di quest'uomo.
columnist
Il vizietto
È stato preso Giampaolo che tutti sappiamo essere un allenatore che ha bisogno di certe pedine per sviluppare il calcio che ha in testa ed è stato dichiarato che il mister sarebbe stato accontentato nei suoi desiderata nel più breve tempo possibile: perché dunque non c'è ancora un regista, ruolo fondamentale per lo sviluppo del gioco di Giampaolo? Perché dichiarare ai media che in quel ruolo si sta "adattando benissimo" Rincon quando anche le massaie di Voghera sanno che il General è un ottimo centrocampista ma neanche lontanamente un vero regista?
Non dobbiamo farci influenzare dalle amichevoli di queste settimane e dai loro risultati che lasciano il tempo che trovano, sarebbe sciocco: non è una sconfitta con la Pro Vercelli a doverci far chiedere l'arrivo a stretto giro di un regista, quanto la reale necessità di avere quel tipo di giocatore in campo, necessità, questa sì, evidenziata dal gioco espresso in queste amichevoli. Si sono fatti tre acquisti intelligenti finora, ma se si è esaurito il budget al netto delle cessioni che per forza ci dovranno essere, allora si sarebbe dovuto partire al contrario, puntando tutto sul regista e poi aspettando ad inserire gli esterni: se di una casa ho bisogno di rifare il tetto e gli infissi, parto investendo sul tetto, non sugli infissi…
La stagione che comincerà fra due settimane sarà difficile per tutte le squadre di A, sia per la preparazione anomala che si sta facendo, sia per le incognite dovute al covid (protocolli per i positivi, assenza del pubblico, eventuali nuovi stop and go, ecc.), ma per il Toro che ha puntato su Giampaolo sapendo che per vedere la mano del tecnico occorrerà tempo il rischio è che la partenza sia ancora più complicata, per l'organico incompleto e per un calendario subito in netta salita.
Insomma, nonostante il presidente si dia un bel 7 come voto complessivo del suo operato in questi quindici anni, un certo "vizietto" a dire delle cose a cui seguono fatti non proprio coerenti pare che non si sia ancora perso…
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.
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