Ci mancava giusto il focolaio di covid, per di più nella famigerata "variante inglese", ad intralciare quella che sembrava la svolta della stagione per il Torino dopo la vittoria di Cagliari. Allenamenti sospesi, partita col Sassuolo rinviata e polemiche tra Cairo e Lotito a causa della possibilità che anche Lazio-Torino non si giochi (che poi, verrebbe da dire, senti da che pulpito viene la predica ripensando a cos'è successo nella partita di andata con Immobile "miracolosamente" negativo al tampone solo per la partita col Toro e positivo sia in Champions che nella successiva di campionato con la Juve…).
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La Vittoria di Belotti
È un momento particolare e, senza il campo a tenere banco, l'attenzione dei media si è spostata nuovamente sul rinnovo di contratto di Andrea Belotti: le posizioni sono piuttosto chiare, inutile stare qui a ribadirle. In questi giorni da Ferrante ad Asta, fino al mitico Paolino Pulici, alcuni storici capitani sono stati interpellati sul tema e un po' tutti, pur tifando per un prolungamento del contratto, hanno convenuto che nessuno può sapere cosa passa per la testa del calciatore e di conseguenza che è difficile fare un pronostico su cosa succederà.
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Ed infatti a mio avviso la chiave della vicenda, ripulita di tutte le sue complessità, sta proprio nel capire qual è il vero pensiero di Andrea Belotti. Il capitano è un calciatore all'apice della sua carriera, con un curriculum ormai "solido" e la possibilità di prendere due strade differenti: quella dell'ambizione, della ricerca dei "titoli" e dei palcoscenici prestigiosi oppure quella della "sicurezza", della continuità, della fama eterna legata alla carriera con indosso di fatto una sola maglia. Del lato economico non parlo perché, pur con qualche differenza neanche troppo significativa, entrambe le soluzioni gli garantirebbero un futuro decisamente tranquillo vita natural durante. La bilancia su cui il Belotti calciatore soppeserà i pro e i contro delle sue potenziali scelte presenterà da un lato la possibilità di un "avanzamento" di carriera con il rischio, però, di giocare di meno e di perdere lo status di giocatore di riferimento e dall'altro la certezza di continuare ad essere un pilastro di una "nobile decaduta" (con il vantaggio di garantirsi titolarità illimitata e di conseguenza accesso alla Nazionale mantenendo il rendimento attuale) ma con il contro di sapere per certo che il presidente Cairo non gli potrà offrire nel breve periodo (e con tutta probabilità neppure nel medio/lungo termine…) una squadra ambiziosa attorno con cui giocarsi campionati di un certo tipo.
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La scelta non è così scontata, né facile come sembra a chi si approccia alla questione con il cinismo del professionista o la genuinità del tifoso. Anch'io pagherei per poter entrare nella testa del Gallo e sapere cosa realmente pensa e cosa realmente vuole. Perché oltre al Belotti calciatore c'è il Belotti uomo il quale, come tutti, avrà le sue emozioni, i suoi dubbi, le sue aspirazioni e i suoi affetti, tutti elementi che incideranno in qualche maniera nel processo decisionale del Belotti professionista.
E poi c'è lei, Vittoria, la primogenita del neo papà Andrea, nata a Torino (fatto che già in sé legherà emotivamente ancora di più Belotti alla città) la quale potrebbe essere l'elemento che spariglia le carte nella criticità del processo decisionale del futuro calcistico di Belotti. I figli cambiano inevitabilmente l'ottica con cui ci approcciamo alla vita distorcendo e modificando le nostre visioni di ciò che vogliamo costruire nel nostro futuro. Rinnovare un contratto o cambiare squadra implica far "traslocare" o meno la famiglia e con una figlia piccola rompere la routine quotidiana acquisita non sempre si rivela una buona scelta per la tranquillità del menage familiare.
Perché se è vero che un professionista ragiona in termini di vantaggio di carriera, non ci si può dimenticare che ogni professionista è un uomo, fatto di carne, ossa e sentimenti che in un modo o nell'altro influiscono sulla sua sfera professionale.
Da tifoso spero che qualunque cosa possa trattenere Belotti al Toro, si manifesti e funzioni. Anche fosse la sua primogenita. Con l'augurio che quando Belotti sceglierà cosa fare del suo futuro, l'ambizione per la vittoria e l'amore per Vittoria siano due forze contrapposte se la seconda sarà il fattore decisivo per trattenerlo a Torino e nel Torino. In attesa di un presidente che sappia mettere la V maiuscola anche sulla parola vittoria ma accostata alle vicende calcistiche del Toro…
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Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.
Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.
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