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Il granata dalla porta accanto

Lo spirito olimpico del Torino FC

Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 
A Pinzolo grande apprezzamento dei tifosi verso Vanoli che potrà lavorare tranquillamente in una sorta di spirito decoubertiniano all'insegna de "l'importante è partecipare"

Dopo la prima amichevole di questa preparazione prestagionale, al di là del risultato che lascia il tempo che trova sebbene faccia sempre piacere partire con il piede giusto, quello che emerge da questa settimana di lavoro a Pinzolo è il carattere del mister. Con una rosa ancora incompleta e non molti giocatori nuovi su cui posare gli occhi, l'attenzione di giornalisti e tifosi che stanno seguendo la squadra in Trentino si è posata principalmente sul modo in cui Vanoli sta cercando di plasmare sia in campo che fuori il gruppo che ha a disposizione. Urla, incitamenti, battute, discorsi motivazionali, il mister ex Venezia non lesina su nulla pur di trasmettere la sua visione di calcio e la sua filosofia nel migliore modo possibile e nel più breve tempo possibile. Si vede lontano un chilometro che Vanoli ha una voglia matta di assaggiare la Serie A e di farlo con i migliori risultati possibili per dimostrare che ci è arrivato "tardi" , ma che ci può stare alla grande. Non che ci sia grande pressione da parte della società sui risultati, visto che la parola Europa è bandita dal vocabolario del presidente Cairo il quale più volte in passato ha sottolineato che le ambizioni europee di alcuni suoi mister (Mihajlovic e Juric) erano motu proprio, e non avallate dall'alto, pertanto presupponiamo che Vanoli potrà lavorare tranquillamente in una sorta di spirito olimpico decoubertiniano all'insegna de "l'importante è partecipare".

Che sia ottavo, nono, decimo o comunque un qualunque piazzamento fino al diciassettesimo posto poco cambia a livello di ambizioni sportive e, soprattutto, di introiti annuali. Le differenze di ripartizione dei diritti TV, infatti, poco sono toccate dalla voce "posizione in classifica dell'ultima stagione" o almeno non tanto da giustificare particolari sforzi in fase di mercato. Vagnati prosegue sulla linea dettata da Cairo dello spendere il meno possibile senza accelerare sulle trattative, dando la precedenza a quanto spende e non a quando c'è necessità di avere i rinforzi a disposizione. È arrivato Coco in difesa e il vice Vanja, Paleari, in porta. Per il resto, come dicono gli arabi, inshallah... Ma va bene così, nel senso che con 40 milioni in tasca ricavati dalla vendita di Buongiorno, non va bene così perché si potrebbero fare dei blitz mirati per prendere chi serve nei tempi giusti, ma tanto siamo ormai incastrati da quasi un ventennio in una sorta di Gattopardo calcistico, una realtà in cui tutto cambia affinché nulla cambi: sono cambiati, direttori sportivi, mister, giocatori, dirigenti, preparatori, ma i risultati sono pressoché gli stessi, al netto di qualche mezzo picco positivo e negativo. Diceva Einstein che è impossibile ottenere risultati diversi da procedimenti identici, ma al Toro, non si è mai pensato di cambiare il canovaccio nella speranza di ottenere qualcosa, non dico di più, ma quanto meno di diverso.

E allora l'importante è partecipare, rimanendo in serie A per continuare a incamerare la quota annuale di diritti TV, che oggi come oggi, tiene in piedi la maggioranza delle società calcistiche della massima serie. Si dirà che tanto vincono sempre le stesse squadre e non vale la pena indebitarsi per provare a vincere senza poi la certezza di farlo. Infatti a meno che appaia uno sceicco con un assegno a tanti zeri (non dico un fondo di investimento perché pare che si sia presentato, ma sia stato rimbalzato da Cairo) questa strada non è percorribile ed infatti occorrerebbe inventarsi altro come fanno all'Athletic Bilbao in Spagna o all'Atalanta in Italia. Da noi invece si naviga a vista, possibilmente a piccolo cabotaggio. E se a Parigi quest'anno ci sono i Giochi Olimpici, a Torino non dobbiamo aspettare nemmeno i canonici quattro anni per vivere lo spirito olimpico: De Coubertin sarebbe davvero orgoglioso di chi ha fatto proprio cosi fedelmente il suo più celebre motto!

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.

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