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il granata della porta accanto

Lo strano caso del Dottor Percassi e di Mister Cairo

Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 
Il Granata della Porta Accanto/ Due presidenti, Percassi e Cairo, nelle medesime condizioni di censo e di piazza che hanno agito negli ultimi dieci-dodici anni in maniera quasi diametralmente opposta

Atalanta-Torino di domenica è una partita dai molteplici significati. Significa un pezzettino di Europa per il Torino che vincendo a Bergamo sarebbe matematicamente nono e con la vittoria in finale della Fiorentina in Conference prenderebbe il posto proprio dei Viola ai nastri di partenza della terza competizione internazionale europea nella prossima stagione. Significa molto per i bergamaschi perché potranno festeggiare davanti al proprio pubblico l'Europa League vinta in modo trionfale mercoledì contro l'imbattibile Leverkusen di Xabi Alonso. E significa molto per chi crede in un calcio slegato dai semplici fatturati e dal dominio della pura potenza economica come quello che ci viene propinato da tutti i media negli ultimi dieci anni. L'Atalanta, ma anche il Bologna e in passato l'Udinese e altre realtà medio piccole italiane, ci hanno dimostrato che la competenza, la passione e l'organizzazione possono fare miracoli sul puro e semplice potere dei soldi.

Un certo livello di investimenti è ovviamente necessario, così come è indispensabile creare un circolo virtuoso nel player trading, ma il “vil denaro” non è l'unica cosa che conta nel calcio d'oggi. Ecco allora che Atalanta-Torino è l'occasione perfetta per rispolverare un grande classico della letteratura, il capolavoro di R.L. Stevenson “Lo strano caso del Dottor Jekyll e Mister Hyde”, un libro che può benissimo fare al caso nostro nel descrivere l'operato di due presidenti come Percassi e Cairo. Giunti in serie A ad un anno di distanza, le parabole dei due club, molto simili per bacino di utenza, fatturati e costi di gestione rappresentano le due facce della stessa medaglia. Se Percassi e Cairo fossero la stessa persona rappresenterebbero i due ego, l'uno “buono” e l'altro “cattivo”, del soggetto che gestisce una società di calcio. Il Dottor Percassi appassionato, competente, capace di contornarsi di collaboratori capaci (Sartori e Gasperini su tutti), sempre pronto a reinvestire le frequenti e ricche plusvalenze in altri giocatori e soprattutto in infrastrutture (stadio di proprietà completamente rifatto e centro sportivo sostanziosamente ammodernato ed ampliato), Mister Cairo meno emotivamente coinvolto (è o almeno era tifoso rossonero), poco competente in materia calcistica (e di per sé non è una colpa se poi ti affidi a persone che invece lo sono), abituato ad avere collaboratori aziendalisti più che eccezionali nel proprio lavoro e poco propenso agli investimenti tanto che lo stadio è in affitto, la sede societaria è in affitto, il Filadelfia è in affitto e il Robaldo dopo otto anni dalla concessione ha visto un campo solo inaugurato con il cantiere tutto attorno.

Come lo definiva Stevenson, appunto, è uno “strano caso” che due presidenti nelle medesime condizioni di censo e di piazza abbiano agito negli ultimi dieci-dodici anni in maniera quasi diametralmente opposta. Anche se il Toro quindi battesse la Dea e grazie alla Fiorentina andasse in Conference resterebbe un abisso nella gestione dei due club, e le imbarazzanti scuse propinate dal presidente granata alla stampa per giustificare 19 anni di anonimato sportivo si sgretolano di fronte alla macchina da guerra messa su da Percassi. Cairo non ha mai nascosto la sua ammirazione per Berlusconi da cui in campo lavorativo ha preso ampiamente spunto. Capendo che nel calcio non poteva replicare quanto fatto dall'ex proprietario di Fininvest con il Milan, non sarebbe stato male guardarsi attorno e trovare una nuova fonte d'ispirazione che potesse in qualche modo indicargli la via per fare un Toro forte pur rispettando i giusti parametri economici. Beh, peccato che Cairo abbia annunciato che domenica a Bergamo non ci sarà perché quella fonte di ispirazione ce l'avrebbe avuta seduta a un paio di seggiolini accanto nella tribuna autorità: il presidente Percassi…

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.

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