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Millico: l’inizio di una nuova era

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Il Granata Della Porta Accanto / Non ha ancora fatto nulla, ma nessuno come lui, dai tempi di Lentini, ha dato l'idea del diamante grezzo che prima o poi brillerà di luce propria…
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Come ogni estate alla radio impazzano i cosiddetti "tormentoni", brani passati "a nastro" centinaia e centinaia di volte che finiscono per entrare nella testa della gente e durare lo spazio della bella stagione. Uno di quelli di quest'anno è di Lorenzo Jovanotti, artista habitué del tormentone, che con la sua "Nuova era" sta "marchiando" l'estate 2019. Nel ritornello Jova canta de "l'inizio di una nuova era", frase che potrebbe calzare a pennello all'esordio europeo di Vincenzo Millico, esordio non assoluto, visto che il ragazzo aveva messo piede in campo (letteralmente, data la durata talmente breve da valere solo per le statistiche…) con la maglia granata "dei grandi" già nella scorsa stagione, ma impreziosito dalla sua prima rete nei professionisti.

Noi tifosi granata abbiamo un debole per i ragazzi del vivaio e tendiamo, per il troppo amore e per i chilometrici precedenti positivi, a caricare di eccessive aspettative coloro che in un modo o nell'altro ce la fanno ad affacciarsi in prima squadra, dimenticando troppo spesso, però, che purtroppo molti di loro, già tra i più talentuosi, tenaci e fortunati tra le migliaia che passano attraverso il settore giovanile, non avranno una carriera così brillante come, sia loro che noi, ci aspettiamo. Millico sembra avere le stimmate del predestinato, del talento assoluto destinato a farcela, ed esordire in una competizione europea segnando un gol appare come un ulteriore indizio di un cammino già segnato dagli dei del pallone. Negli ultimi anni ci è capitato di entusiasmarci per Barreca, di sognare per il gol di Edera a Roma, di sussultare per lo sfortunato esordio di Buongiorno, di sperare grandi cose da esotiche presunte promesse straniere transitate tra Primavera e Prima Squadra (buon ultimo Damascan), ma nessuno come Millico ha dato l'idea del diamante grezzo che prima o poi brillerà di luce propria. Intendetemi, non voglio tessere le lodi a prescindere di un ragazzo che non ha fatto ancora nulla, che deve mettere la testa giù e pedalare sino allo stremo per cercare di emergere e che forse proprio nel carattere potrebbe avere il suo tallone d'Achille se non si mentalizza con umiltà che nel calcio nessuno, anche i più grandi in assoluto, possono permettersi il lusso di sentirsi arrivati.

Millico è il nostro primo millenial ad affacciarsi alla grande ribalta segnando in un certo senso "l'inizio di una nuova era.

Senza fare paragoni scomodi è dai tempi di Lentini che non si vedeva un talento offensivo così puro, un uomo che ha nel dribbling e nel tiro armi micidiali che se affina ai ritmi e all'intensità del calcio professionistico di alto livello lo possono portare davvero in una certa élite che solo pochi riescono a raggiungere. Millico è come un libro tutto da scrivere: il prologo, cioè la sua fantastica ultima stagione con la Primavera, ha fatto venire voglia di leggerlo così come il primo capitolo, l'esordio in Europa League con gol, ha tenuto il lettore incollato per l'inaspettata e piacevole piega che ha assunto da subito il racconto. Ora viene tutto il resto e dipenderà in massima parte da Vincenzo stesso. I tifosi granata sono già conquistati da "Messillico" (anche se a me piacerebbe prendesse la maglia 18 per coniare lo spiritoso acronimo VM18) e non gli faranno mancare di sicuro il loro affetto ed il loro incitamento. Se Millico esplode anche per il Toro potrebbe essere "l'inizio di una nuova era". E che sia il più possibile ambientata sui grandi palcoscenici europei…

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.

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