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columnist
Paolo Pulici al Filadelfia con la sciarpa del Torino Calcio
Caro Babbo Natale,
da tifoso del Toro mi vedo "costretto" a lasciare questa letterina in bianco perché sinceramente non saprei cosa chiederti di più di tutto ciò che mi hai e ci hai portato durante tutto l'anno 2021. Sarebbe davvero da ingrati ed egoisti se avessi l'ardire di pretendere un altro regalo da te quando in questi dodici mesi ogni mio desiderio sul Toro si è di fatto trasformato in realtà.
E pensare che l'anno era cominciato col Toro ultimo in classifica e l'umore dei tifosi sotto le scarpe per una retrocessione in serie B che sembrava davvero inevitabile. Quel Parma-Torino del 3 gennaio, però, è stata la partita che ha rappresentato la vera scintilla di una splendida rimonta in campionato: un Toro brutto, diciamo la verità, è riuscito al 92', con una zampata di Belotti in mischia, a conquistare 3 punti che hanno dato morale alla squadra e permesso di fare un girone di ritorno davvero positivo, raggiungendo quella che fino alla trasferta di Napoli appariva come una meta quasi irraggiungibile. Di sicuro il mercato di gennaio è stato determinante nel puntellare le lacune della rosa e dare nuovo slancio alla truppa di Giampaolo.
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Certo, caro Babbo Natale, quel mercato del gennaio 2021 fu scoppiettante grazie ad un'altra incredibile vicenda a cui noi tifosi del Toro abbiamo assistito e che non scorderemo mai più. Proprio dopo la partita col Parma, un magnate russo, Valentjin Taurikov, si è presentato da Cairo con un assegno da 100 milioni di euro e, senza nemmeno fare la due diligence, ha convinto l'editore alessandrino a farsi da parte in quella che è stata definita come la più rapida trattativa nella storia delle cessioni di una società di calcio. Taurikov, appena ha potuto operare con pieni poteri verso la metà del mese, ha subito dato mandato di intervenire sul mercato per rinforzare la squadra ed ha preso il Papu Gomez (triennale per lui e 13 milioni più bonus per l'Atalanta), Torreira in prestito per 18 mesi con obbligo di riscatto al verificarsi di determinate condizioni e Andersen in difesa, scambiato (più conguaglio cash) con N'Koulou, protagonista quindi di un clamoroso ritorno al Lione. La ciliegina poi è stato il prestito secco di sei mesi di Zaniolo dalla Roma, ceduto temporaneamente al Toro per poter giocare con continuità e riprendersi dal brutto infortunio anche in vista dell'Europeo di giugno. Non ti dico, caro Babbo Natale, con tutta questa qualità in più in campo che girone di ritorno abbiamo fatto! Il nono posto non dice molto, ma l'aver evitato la B e l'aver laureato il Gallo capocannoniere con un gol in più di Ronaldo, sono state due soddisfazioni enormi. Anche Taurikov si è rivelato una piacevole sorpresa per noi tifosi: che avesse grosse disponibilità finanziarie lo si era capito da subito, ma una certa stampa aveva insinuato al suo arrivo che fosse uno speculatore della peggior specie. Che non sia un santo è probabile, ma la sua storia personale ha davvero dell'incredibile. Pensa, caro Babbo Natale, che Valentjin Taurikov, come lui stesso ha svelato in più di un'intervista da quando è diventato patron del Torino, è nato a Togliattigrad nel '68. Sua madre faceva la segretaria negli stabilimenti Vaz allora in costruzione a seguito dell'accordo tra Fiat e Urss e si era innamorata di un ingegnere torinese, tifosissimo del Toro, che lì lavorava in trasferta. Quando la loro relazione fu scoperta, l'ingegnere fu rimpatriato da un giorno all'altro senza spiegazioni, tanto che non venne mai a sapere che la ragazza di cui si era invaghito fosse rimasta incinta. Taurikov seppe tutta la verità dalla madre solo quando diventó adulto e nel momento in cui poté mettersi sulle tracce del padre biologico scoprì che era mancato per un brutto male. La madre, quando era piccolo, gli aveva raccontato più volte la leggenda del Grande Torino oltre all'episodio tragico della morte di quel talento di Gigi Meroni che tanto aveva scosso l'ingegnere torinese nel suo soggiorno russo mentre frequentava sua madre. A chi aveva chiesto al magnate russo se nell'acquisto del Toro ci fosse un senso di rivalsa verso la Fiat che gli aveva strappato la possibilità di avere un padre, il magnate aveva sorriso amaramente e sibillinamente risposto che "in tutte le imprese umane oltre ai soldi e alla fama c'è sempre una motivazione in più foss'anche quella di vendicare un presunto torto subito" aggiungendo poi che rispettava molto la Fiat "azienda che ha fatto la storia dell'automobile, ma io ho alle spalle un gruppo molto forte e non sono venuto a Torino certamente per mettermi nella loro ombra". Parole, inutile dirlo Babbo, che sono suonate come musica per le nostre orecchie...
Il russo ha poi preso subito una serie di decisioni importanti che hanno compattato la piazza e ridato slancio alla società. Nelle prime settimane a Torino, un giorno si è fatto portare in macchina a Trezzo sull'Adda per andare a conoscere di persona Paolino Pulici e convincerlo a diventare presidente onorario, ma con deleghe operative sulla gestione sportiva del Torino. Pupi successivamente ha rivelato che a convincerlo ad accettare non sono stati né i soldi né le parole tradotte in italiano da un'interprete che era lì col miliardario russo, quanto piuttosto "gli occhi di quell'uomo: l'ho scrutato intensamente e ho visto in quegli occhi un sacro fuoco di chi lotta per qualcosa di grande. Ho rivisto gli occhi di Radice quando mi caricava prima dei derby e una stretta di mano mi è bastata per accettare. Ho sentito che fosse giusto fare finalmente quello che tanti tifosi mi avevano chiesto per anni, dare una mano al Toro dal di dentro, ma che non avevo mai accettato di fare perché nessun patron prima di Valentjin mi aveva mai ispirato davvero fiducia".
Eh sì, caro Babbo Natale, con Pulici presidente la musica è cambiata in un amen. Inutile dire che su suo suggerimento gli investimenti sulle giovanili sono raddoppiati ed i lavori del Robaldo sono partiti e ormai quasi ultimati. La mediazione di Pulici è poi stata fondamentale per trovare un accordo tra la Fondazione Filadelfia e Taurikov per il completamento del Fila, oltre al trasferimento nel terzo lotto del Museo della Leggenda Granata. Il 3 dicembre, giorno del 115esimo compleanno del Toro, il museo è stato inaugurato ed ha subito avuto un enorme affluenza di pubblico tanto che in questo mese di dicembre è stato il più visitato della città, superando per presenze anche il Museo Egizio! Taurikov all'inaugurazione ha tenuto un profilo molto basso, lasciando la scena ai numerosi campioni granata invitati per l'occasione e limitandosi a dichiarare che "noi tutti siamo nani sulle spalle dei giganti: sono loro (i campioni del passato, ndr) i protagonisti, non noi che umilmente ne tramandiamo con orgoglio le gesta". Un discorso che racchiude molto dello spirito granata, pronunciato da un signore che in quindici minuti ha detto più cose da Toro di altre persone in quindici anni…
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Mio caro Babbo Natale, ti chiederai, dunque, perché ti scrivo questa lettera. Vedi, anche noi adulti abbiamo bisogno ogni tanto di far uscire il bambino che alberga dentro di noi e parallelamente abbiamo bisogno di poter ancora credere nei miracoli: nell'immaginario collettivo sei tu colui che ogni anno a Natale realizzi i sogni dei bambini e magari anche di qualche adulto… Purtroppo ci sono persone che hanno avuto i mezzi e le opportunità di poter rendere felici centinaia di migliaia di persone tifose del Toro, ma non lo hanno fatto e non si capisce bene se ciò sia stato dovuto a semplice egoismo o ad oscuri e inconfessabili piani di convenienza personale…
Come dici? Alla mia età dovrei sapere che Babbo Natale non esiste? Già, vero, e forse neppure Taurikov esiste. Ma di sicuro uno come lui in qualche parte del mondo c'è e non è detto che per qualche strana congiunzione astrale un giorno possa davvero fare capolino qua a Torino. In fondo è quello che ci hai sempre insegnato tu, caro Babbo: la magia sta nel crederci perché prima o poi anche i sogni più grandi si realizzano.
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.
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