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NAPLES, ITALY - MARCH 08: Antonio Sanabria of Torino FC celebrates after scoring his side first goal during the Serie A TIM match between SSC Napoli and Torino FC - Serie A TIM at Stadio Diego Armando Maradona on March 08, 2024 in Naples, Italy. (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)
Due punti nelle ultime quattro (difficili) partite, sette nelle ultime sette partite. Dalla vittoria a Cagliari del 26 gennaio, il cammino del Toro in campionato si è trasformato da cavalcata Uefa in marcia a media salvezza. Almeno i numeri ci dicono questo e anche il bilancio dei gol fatti e dei gol subiti in queste sette partite, sei fatti e sette subiti, ci suggeriscono una squadra che difende bene, ma attacca con fatica. E la sostanza è tutta lì. Dicevano gli americani che l'attacco fa vendere i biglietti e la difesa fa vincere i campionati, ma nel calcio moderno, soprattutto dopo l'introduzione dei tre punti per la vittoria, è vincere le partite che fa la differenza nei piazzamenti finali di classifica, a prescindere dai gol presi.
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Il mito del “clean sheet” è forse ancora più sopravvalutato dell'altra grande bufala del calcio attuale: la percentuale di possesso palla. Sono i tiri nello specchio della porta e, in particolare modo, la percentuale di realizzazione di questi tiri che fa tutta la differenza del mondo tra il vincere e il perdere una partita e il Toro di Juric ha proprio in questa percentuale uno dei suoi talloni di Achille. Non segniamo mai, se non con immensi sforzi produttivi d'attacco che ovviamente non possono essere sempre replicati, né così altamente sprecati senza pagare dazio. O’ punticino strappato a Napoli dopo una partita gagliarda difensivamente parlando e, finalmente, una prestazione da portiere “vero” di Milinkovic Savic fa bene al morale ed è un premio alla grinta e alla dedizione alla squadra, ma, paradossalmente, di questo filotto di quattro difficili partite (Lazio, Roma, Fiorentina e Napoli) era meglio perderne tre e vincerne una che fare due pareggi e due sconfitte: si sarebbe fatto un punto in più! Si è detto che non era quella contro il Napoli la partita da vincere, che mancano alla classifica le vittorie contro Salernitana e Sassuolo, ma alla fine ogni partita fa storia a sé e se non si sono vinte quelle gare perché non vincere o almeno provare a vincere quella contro il Napoli?
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I valori sulla carta sono spesso chiari e definiti, e con i partenopei era così in partenza, ma poi se si vuole arrivare nelle prime sette è giocoforza necessario vincere anche partite che, appunto, sulla carta non sarebbero alla portata e il Bologna di quest'anno ci insegna proprio questo. L'Atalanta di Gasperini, maestro di Juric, perde parecchie partite e subisce parecchi gol, ma vince molte più partite di quelle che perde e segna moltissimo perché ha una mentalità, e anche una qualità, occorre onestamente ammetterlo, che la porta a rischiare e a non giocare mai per il pari. La politica del punticino è valida in ottica salvezza perché mantiene l'ambiente sereno riducendo il più possibile le sconfitte, foriere, generalmente, di brutti pensieri e di erosione delle proprie già deboli certezze. Se si vuole ambire a qualcosa di più è invece necessario inevitabilmente osare di più. Le prossime cinque partite del Torino saranno decisive per alimentare qualche residua speranza di Europa: vanno vinte, o almeno provate a vincere, a tutti i costi, derby compreso.
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Bisogna rompere gli indugi: i pareggi da qui alla fine del campionato servono a poco. A salvezza acquisita, la posizione finale è ormai ininfluente (noni o tredicesimi cambierebbe poco) mentre provare a fare un salto di qualità, anche sotto l'aspetto mentale, sarebbe fondamentale. Urge un finale di campionato all'arma bianca, un finale da “o la va, o la spacca”. Il Toro storicamente ce l'ha nel suo DNA, basta solo rispolverarlo…
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Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.
Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.
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