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Presidente, non sprechiamo questa stagione
Nonostante non sia arrivata con l'Inter quella vittoria che avrebbe significato ottavo posto con vista sulla Conference e ottavi di Coppa Italia già guadagnati, la stagione del Torino, a prescindere dal piazzamento finale, è stata oggettivamente buona. Partita in sordina (ricordate la lite Vagnati-Juric?), con un mercato a dir poco balbettante e la partenza di molti punti fermi dell'anno prima, Juric ha saputo trovare la quadra mantenendo il suo credo calcistico, ma modificando l'atteggiamento tattico dei suoi e trasformando il Toro da squadra fisica a squadra capace anche di palleggiare e fare gioco. Finita la stagione, si sono visti con il presidente per gettare le basi per quella successiva ed è per questo che mi rivolgo direttamente a Cairo facendogli un accorato appello: presidente, non sprechiamo quanto di buono fatto in questa stagione!
Lo dico col cuore da tifoso facendo mie le parole di Juric che ha più volte sottolineato quanto sia difficile e pericoloso ricominciare da zero (o quasi) ogni stagione. Il giochetto funziona, certo, genera ottime plusvalenze, certo, ma nel lungo periodo arriva il momento in cui quasi sempre si inceppa (vedi Verona quest'anno, ma ci sono mille altri esempi tipo Genoa, Samp, Empoli, Udinese, ecc) e in cui si rischia la serie B con tutto quello che ciò comporta.
Mi permetto di suggerire al presidente una mini "road-map" basata su tre principi attraverso i quali pianificare la stagione calcistica 2023/2024.
CONTINUITÀ - È la parola chiave per dare seguito ai risultati di quest'anno dove si è arrivati ad una decina di punti dall'Europa (al netto delle vicende della Juve). Continuità tecnica, innanzitutto, con la conferma di Ivan Juric, vero artefice della rinascita del Torino negli ultimi due anni. Il mister croato va blindato per almeno un altro biennio sulla panchina del Toro. Gli proporrei un rinnovo di un anno, oltre a quello che ha ancora di contratto, con opzione legata ai risultati per un ulteriore stagione. Questo darebbe stabilità tecnica agli occhi dei calciatori che, da quanto si intende, remano dalla parte del mister e continuerebbero volentieri a lavorare con lui. Bisognerebbe provare poi a ridurre le partenze al minimo sindacale. Evitare di perdere Schuurs sarebbe la prima cosa, forse si può sacrificare Singo che, tra quelli che hanno mercato, è quello che ha dimostrato meno crescita di tutti. Bisogna investire sugli esterni bassi tenendo il solo Vojvoda come alternativa affidabile, ma prendendo almeno un titolare a destra ed uno a sinistra. Anche in attacco vista l'inaffidabilità di Pellegri una punta con caratteristiche diverse da Sanabria va inserita in rosa. E poi bisogna sperare che i vari Ricci, Ilic, Buongiorno, Schuurs, ecc. continuino a crescere esponenzialmente…
INCENTIVI - In qualunque posto di lavoro è necessario che ci sia un ambiente sereno in modo tale che ogni componente del personale possa esprimersi al meglio delle proprie potenzialità. E se la proprietà ambisce ad alzare il livello degli obbiettivi da raggiungere il metodo migliore per ottenere più "spinta" è quello degli incentivi, generalmente economici. Il mio suggerimento al presidente che si è sempre dichiarato, per così dire, "scaramantico" in merito agli obbiettivi stagionali è quello di iniziare a concordare con la squadra e lo staff tecnico degli incentivi economici legati ai risultati sportivi. Se per ogni potenziale obbiettivo si definiscono chiari e sostanziosi premi a inizio stagione, sono sicuro che nell'arco di 38 giornate qualche punto in più lo si porta a casa certamente. È chiaro che questi incentivi devono essere appetibili e realisticamente raggiungibili. Nel senso che se fisso un premio Champions e basta la squadra difficilmente riuscirà a percepire questo bonus come un bonus per il quale concorrere realmente. Diverso è se si mette un premio a crescere su ogni punto fatto in più rispetto alla stagione precedente. E poi un premio molto consistente per la conquista almeno della finale di Coppa Italia che, va ricordato, garantisce anche l'accesso alla Supercoppa Italiana. L'accesso all'Europa dalla Coppa Italia è paradossalmente più semplice che dal campionato, ma anche in campionato quello che manca a questa squadra sono un 10-12 punti per centrare l'Europa: parliamo di un 3-4 vittorie in più e qualche sconfitta in meno rispetto al ruolino di questa stagione. Insomma, se certi meccanismi (leggi premi) vecchi come il mondo funzionano sempre, perché non utilizzarli?
STRUTTURE - Juric parla di scollamento tra la società e i tifosi e si rammarica di non riuscire a sanare questa frattura attraverso i risultati della squadra sul campo. Poi però si rammarica che ancora la società non lo segua su alcune sue indicazioni in merito a tematiche extra campo. Ed è qui che fa bingo. Nel senso che il problema da tanti anni qui a Torino sta proprio nella divergenza tra le esigenze dei tifosi e il modus operandi della società che non tiene affatto conto di queste esigenze. Al presidente suggerisco di prestare più attenzione alle ricorrenti richieste dei tifosi granata le cui rimostranze sono state spesso legate alla situazione delle strutture che fanno a capo al Torino FC. Tralasciando il discorso sullo Stadio Grande Torino per il quale mi pare si faccia solo della bella retorica senza nulla di concreto, l'attenzione andrebbe posta invece sul Filadelfia che è sempre da terminare per farne un campo simbolo dei valori granata grazie anche al famoso lotto 3 che conterrà il Museo della storia e della leggenda granata. Una priorità che non va sottovalutata affatto. E poi c'è il nodo Robaldo che per una tifoseria così attenta al settore giovanile come quella granata è una ferita sempre aperta dopo questi vergognosi sette anni di attesa. Mi ha fatto piacere che anche Ludergnani in una recente lunghissima intervista ne abbia parlato come di una necessità strategica fondamentale ed abbia "tirato in ballo" Paolo Bellino che doveva essere il manager messo da Cairo a capo dell'area strutture per dare un'accelerata alla vicenda del Robaldo. Ora, io sono sicuro che il signor Bellino avrà fatto un ottimo lavoro e che magari non ha dato semplicemente pubblicità ai risultati che ha raggiunto da quando è stato nominato responsabile dei lavori del Robaldo, ma resta il fatto che, ad oggi, il centro sportivo ex Nizza Millefonti resta un accumulo di strutture fatiscenti ricoperti dalle erbacce esattamente come sette anni fa quando fu vinta la concessione ventennale nella gara indetta dal Comune di Torino per quell'area. Anche in questo caso credo che il presidente debba dare una svolta a questa situazione se vogliamo che il settore giovanile, il quale ad esempio ha portato quest'anno la Primavera a giocarsi lo scudetto alle Final Four di Reggio Emilia, ritorni ad essere una perla nel panorama italiano giovanile.
Continuità, incentivi e strutture: un mantra che se abbracciato può davvero essere la svolta nella crescita di questa società. Presidente, visto che si sente amato dai tifosi, come ha recentemente dichiarato, sono sicuro che non perderà l'occasione di restituire al popolo granata parte di tutto questo grande amore che sente di ricevere seguendo gli spunti che molto umilmente mi sono permesso di riportare in questo mio pezzo. Anzi, le prometto che il prossimo anno di questi tempi farò un articolo in cui evidenzierò tutti i progressi che avrà conseguito in merito a queste tematiche per renderle il giusto merito. La prego ancora, presidente, non sprechiamo quest'importante occasione di crescita che abbiamo tra le mani.
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.
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