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Quello che manca al Toro di Giampaolo

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Il Granata Della Porta Accanto / Tempo e pazienza saranno gli elementi su cui non potrà contare il nuovo tecnico…
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Se dicessi di essere un grande fan di Marco Giampaolo, non sarei sincero. Il suo ingaggio non mi ha fatto fare i salti di gioia, fondamentalmente perché lo ritengo un allenatore che, al di là dei numerosi esoneri subiti in carriera (praticamente ovunque sia stato…), non pare abbia la capacità in generale di gestire la pressione e le aspettative di un ambiente. E al Toro, l'ambiente non si gestisce da solo purtroppo. Che poi sia un maestro di calcio e un esteta del bel gioco non lo metto in dubbio, ma ad alto livello questo va coniugato con la ricerca dei risultati ed il raggiungimento degli obiettivi. Per fare l'insegnante e ricercare il bel gioco fine a se stesso ci sono le giovanili, al limite… Detto questo, Giampaolo siederà sulla nostra panchina nella prossima stagione, per cui non gli farò mancare il mio tifo ed il mio appoggio, perché i suoi successi saranno anche i nostri ed il bene del Toro, per me, viene prima di tutto. Lascerò in un cassetto il pensiero che forse sarebbe valsa la pena puntare su di un profilo più giovane e con più personalità come De Zerbi o Juric, facendo uno sforzo economico per liberarli dalle loro società se davvero ci fosse stata la voglia di creare un progetto tecnico ambizioso di medio periodo, e mi concentrerò su ciò che di positivo potrà portare Giampaolo al Torino. Di sicuro l'idea di avere un tecnico che penserà più a costruire che a distruggere gioco è una cosa che stuzzica l'appetito a noi tifosi dopo il "digiuno" di fantasia che ci ha fatto "patire" mister Mazzarri. Il secondo elemento positivo è più che altro un augurio, quello che Giampaolo si sia fatto dare da Cairo delle garanzie tecniche sul mercato che si sta mettendo in moto: senza di quelle, cioè l'acquisto di giocatori funzionali al suo credo, sarà davvero dura per lui incidere pesantemente sulla squadra, specie se la rosa rimarrà di fondo la stessa di quest'anno.

Quello che invece mancherà al Toro di Giampaolo saranno due cose: il tempo (per plasmare la squadra secondo il proprio credo calcistico) e la pazienza (dei tifosi). L'allenatore ex Milan, si ritroverà a partire per il raduno con l'80% della squadra poco adatta al suo gioco e priva di alcune pedine fondamentali, dal regista ad un esterno basso di difesa, per non parlare della probabile necessità di reperire un portiere affidabile se Sirigu dovesse andare via. Il tempo è pochissimo per lavorare sui meccanismi di gioco (quattro settimane scarse prima dell'inizio del campionato) e anche la tanto sbandierata celerità sul mercato promessa dalla società per "accontentarlo" rischia di finire sulla lunga strada lastricata di buone intenzioni rimaste tali, secondo quanto ci ha abituato il presidente in questi quindici anni. Se il fattore tempo non gioca a favore di Giampaolo, neanche il fattore pazienza potrà essere d'aiuto al nuovo tecnico granata: la piazza è stufa di vedere la società far fare il passo del gambero agli obbiettivi sportivi del Torino in nome dello scudetto del bilancio, aspetto importante, per carità, ma che non dovrebbe essere preponderante quando c'è la possibilità di fare il salto di qualità a livello di risultati… La pazienza è finita, in quindici anni Cairo si è giocato praticamente tutti i bonus di credibilità con la piazza ed oggi chi ne farà le spese, anche ingiustamente, sarà proprio Giampaolo se la stagione non prenderà da subito una piega favorevole. Acquisti azzeccati, punti nelle prime giornate e una parvenza di bel gioco saranno le armi con cui Giampaolo potrà far breccia nel cuore di una tifoseria ridotta al cinismo negli ultimi anni da molte scelte incomprensibili della società. Tifiamo tutti Giampaolo, non perché sia Guardiola, ma perché tutti ci auguriamo che possa dare una svolta al Toro, almeno sul campo. Per quella fuori, invece ci toccherà aspettare ancora.

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.

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