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TURIN, ITALY - MAY 20: Andrea Belotti of Torino FC acknowledges the fans following their side's defeat in the Serie A match between Torino FC and AS Roma at Stadio Olimpico di Torino on May 20, 2022 in Turin, Italy. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)
Chi pensava che la telenovela sul rinnovo (o divorzio) di Belotti con il Torino potesse avere un finale, in un senso o nell'altro, già all'indomani della fine del campionato, sarà rimasto profondamente deluso.
I tempi, infatti, si sono sensibilmente allungati e, ad oggi, ancora non si sa se le strade del capitano e bomber granata e del Torino si separeranno oppure no. L'offerta del presidente Cairo c'è, Belotti sta prendendo tempo e la cosa comincia a diventare surreale perché non si capisce bene quale sia l'elemento che farà pendere la bilancia della decisione del Gallo in un senso o nell'altro. C'è chi dice che stia aspettando un'offerta migliore da qualche altra squadra, chi invece che attenda segnali dal mercato per capire quanto competitivo sarà il Toro di Juric l'anno prossimo, c'è infine chi dice che gli aspetti privati della scelta (i coniugi Belotti hanno avuto da poco una bimba e a Torino si trovano molto bene) rendano ancora più difficile un'eventuale separazione dal club granata.
Comunque la si voglia vedere e qualunque siano i retroscena, è certo che la questione sta diventando stucchevole e che anche le ragioni più profonde e comprensibili di questa delicata vicenda stiano cominciando a far perdere la pazienza ad una certa parte della piazza in cui si sta insinuando il dubbio che non vi sia il giusto rispetto verso i tifosi.
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Pur capendo questa dinamica, in realtà io credo invece che la questione sia molto più semplice di quanto la facciamo tutti. Belotti è di fronte al bivio più difficile della sua carriera, perché parliamo probabilmente dell'ultimo bivio che può dare una vera svolta "professionale" alla sua carriera e pertanto è comprensibile che voglia ponderare bene la sua decisione visto che ha totalmente nella sue mani il proprio futuro. Il punto però è che paradossalmente non c'è molto da decidere: rimanere al Toro è l'opzione giusta per il Gallo ed anche per il Toro stesso. La dimensione di Belotti è quella della media/alta serie A, non di certo quella della Champions di alta fascia, e la sua storia nella nazionale italiana dimostra quanto questo sia vero. Belotti, infatti, che è un habitué delle convocazioni di Mancini pur non essendo un pilastro degli azzurri, su palcoscenici internazionali di un certo livello ha dimostrato di essere un ottimo gregario senza mai fare davvero la differenza, ma si è comunque tolto l'enorme soddisfazione di diventare campione d'Europa con l'Italia. Pur nell'esigenza di un rinnovamento all'interno della nazionale italiana a seguito della delusione per la mancata qualificazione ai Mondiali, Belotti continuerà a vestire l'azzurro, ma questo avverrà solo in virtù delle sue prestazioni in campionato, il che significa che avrà bisogno di giocare con continuità nel suo club (qualunque esso sia…) e soprattutto avrà bisogno di tornare ad avere medie realizzative "da Nazionale" se non vorrà finire ai margini scavalcato dai giovani quali Scamacca o Raspadori.
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Possiamo girarci attorno quanto vogliamo, dunque, ma la prosecuzione del matrimonio tra Belotti e il Torino è un affare per tutti e sarebbe da sciocchi che non si facesse. Aumento d'ingaggio, posto da titolare assicurato, visibilità garantita dall'essere una bandiera granata, affetto incondizionato e incommensurato dei tifosi, fascia da capitano con cui ogni anno ha l'onore ed il privilegio di leggere i nomi dei caduti a Superga sono solo alcuni dei punti chiave per i quali Belotti dovrebbe firmare il rinnovo senza pensarci così a lungo. Ma anche sul fronte Toro tenere Belotti sarebbe un grande affare. Innanzitutto perché non si dovrebbero investire milioni in una punta che lo sostituisca, conservando questa parte di budget per altri giocatori in altre zone del campo. Poi perché un giocatore come Belotti, che si sta avvicinando nei numeri ad un certo Paolino Pulici, non può che essere un tassello fondamentale per mantenere viva coi tifosi, specialmente i bambini ed i più giovani in generale, l'identificazione tra "campione" e senso di appartenenza. Non potendo estendere questa identificazione ad altri giocatori perché i più forti, vedi ad esempio Bremer, appena esplodono approdano ad altri più remunerativi e più prestigiosi lidi, il Gallo resta ad oggi un meraviglioso unicum da salvaguardare per dare ai più giovani un'àncora di granatismo in un calcio business troppo "liquido" e con troppe porte girevoli. Infine, non disprezzabile è il fatto che lo stesso Juric stimi moltissimo il bomber bergamasco e che quindi una stagione completa senza infortuni con il Gallo a posto fisicamente potrebbe essere la soluzione per il tecnico croato per risolvere il problema di un attacco che ha segnato meno di quanto ha realmente prodotto.
Resto quindi della mia idea che i protagonisti di questa vicenda (Belotti e la società) stiano facendo tanto rumore per nulla visto che la soluzione più conveniente per tutti è quella di proseguire insieme il sodalizio. Per amore e per convenienza, con attaccamento, ma senza neanche troppa retorica. Possibile che sia così difficile capirlo?
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.
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