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Il granata dalla porta accanto

Toro, il gruppo sopra tutto

Il Granata della Porta Accanto/ E' stato fatto un mercato dove non si è speso, ma non si è intervenuti in maniera radicale su ruoli più importanti

Cosa ci racconta il mercato invernale del Torino? Fondamentalmente che è stato fatto un “mercato delle pulci” nel senso che non solo non si è speso, ma non si è neppure intervenuti in maniera radicale su ruoli dove sarebbero magari serviti dei potenziali titolari, scegliendo accuratamente gregari a costo zero (Masina e Okereke) e un paio di scommesse (Lovato e Kabic) che potrebbero invece rivelarsi utili in ottica futura. È un mercato non ambizioso che non dà una marcia in più alla squadra in ottica corsa ad un posto europeo, ma è un mercato di buon senso perché con Juric in scadenza e senza alcuna certezza di rinnovo investire su profili scelti da lui poteva essere un rischio doppio e pertanto si è optato per dei prestiti per i quali valutare a giugno (con Juric stesso o con chi eventualmente lo sostituirà) se varrà la pena il riscatto oppure no.

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La cosa però che maggiormente traspare analizzando le entrate e le uscite di questa campagna acquisti più nello specifico è il disegno scientemente messo in atto col benestare del mister di puntare tutto sul gruppo per questa seconda metà di stagione, vada come vada. Non a caso le partenze nel settore d'attacco riguardano tutte giocatori con, sulla carta, quel tocco di estrosità e brillantezza negli ultimi trenta metri di campo. Seck aveva fatto innamorare Juric per le sue potenzialità, ma il ragazzo è ancora lontano dall'essere decisivo in serie A e, a giudicare dalle cronache, sembra aver palesato difficoltà a mantenere uno standard da atleta professionista fuori dal campo. Karamoh aveva dato segnali di potersi finalmente consacrare nella passata stagione, ma in questa è tornato nell’anonimato che ne ha caratterizzato la carriera fino all'approdo al Toro. Infine Radonjic sul quale si è scritto e si è detto di tutto: un talento pazzesco non supportato dalla capacità di fare uno scatto mentale che lo trasformasse in giocatore “vero”. Adorato da noi tifosi, decisivo in qualche occasione, ha tradito le aspettative del mister e l'epilogo della sua avventura granata è stato molto triste essendo stato messo da parte sempre di più per la sua indisciplina. La strategia dunque appare chiara: fuori i solisti con atteggiamenti fuori dal coro e spazio a giocatori, magari meno talentuosi, ma dediti integralmente alla causa.

I nuovi innesti dovevano ricalcare questo diktat: non prime donne, ma gregari disposti a mettersi a disposizione del mister e dei compagni a prescindere dal minutaggio. Masina e Okereke ricalcano perfettamente questo identikit. Forse Lovato ha qualche chance in più di diventare qualcosa in più di una riserva: da braccetto di destra potrebbe essere l'erede di Djidji al quale scade nuovamente il contratto a giugno. Da quello che si dice, il centrale ex Verona e Salernitana ha buona tecnica, tanta forza e una ragguardevole personalità: un profilo più che adatto ad integrarsi in una retroguardia che conta già giocatori altrettanto “seri”. Inoltre se si dovesse affermare in granata ed essere riscattato aumenterebbe la pattuglia di giovani (insieme a Buongiorno, Bellanova, Ricci) che stanno creando uno zoccolo duro di italiani nella rosa del Torino.

C'è poi la scommessa Kabic che potrebbe essere un vice Vlasic e che, seppur ancora giovanissimo (è un 2004), potrebbe essere un prospetto da valutare per il Toro del domani insieme ai vari Gineitis, Ilkhan, Dellavalle e Ciammaglichella.

Juric e la società hanno fatto all-in sul gruppo: le stelle di questo Toro sono giocatori dal profilo basso, ma dalla grande generosità (Zapata, Buongiorno, Ricci, Vlasic) e questo è il solco sul quale si vuole proseguire fino a fine stagione. Un gruppo che nonostante un inizio non facile sembra aver trovato ritmo, solidità e risultati.

Di sicuro, rispetto alle squadre con stelle più soliste, se arrivasse l'Europa grazie a questi giocatori con caratteristiche da “sudore e sangue”, il tutto avrebbe un sapore decisamente molto più granata. E Dio solo sa quanto abbiamo bisogno di ritrovare un po' di animo granata in ciò che concerne il Toro.

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.

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