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Con il campionato fermo per l'ennesima sosta per le nazionali (mi chiedo quando si comincerà a fare come in altri sport dove la Nazionali hanno delle finestre lunghe, ma concentrate in determinati periodi dell'anno, solitamente a inizio o fine stagione agonistica), il Torino vive un momento di stallo vero e proprio e non solo per colpa della pausa dagli impegni ufficiali. Il derby perso per la ventiquattresima volta nelle ultime trentuno ha gettato ancora di più nello sconforto un ambiente che ormai vede solo nella cessione della società l'unica via d'uscita alla situazione di mediocrità cementatasi durante la gestione di Cairo. C'è attesa nella tifoseria sui possibili sviluppi in tema di vendita del Torino: che sia la Red Bull, un fondo o qualunque altro soggetto interessato e con buone disponibilità economiche, nei tifosi prevale il sentimento che vede la possibilità di rinascita solo legata ad un nuovo inizio di un progetto differente da quello ormai ventennale di Cairo. Lo scrittore Culicchia, grande tifoso granata, in un'intervista su queste colonne, sottolinea come Cairo sia al punto di non ritorno con l'ambiente granata e che la mediocritas, non aurea purtroppo, che ha portato in dote al club sia diventata una zavorra ormai insostenibile.
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C'è attesa anche per quel che riguarda parecchi rinnovi contrattuali che erano sul tavolo di Cairo e lì paiono essersi arenati sebbene a parole non ci fossero dubbi sull'opportunità di procedere con la mera formalità di apporre delle firme. Vojvoda e Ricci sono i giocatori nel limbo al momento, ma cosa ben più importante anche Vagnati e Ludergnani sono in attesa di capire se la scrivania dalla quale costruiranno le squadre della prossima stagione sarà ancora tinta di granata. Il DS della prima squadra è inviso ormai a gran parte della tifoseria più per le sue dichiarazioni che per la qualità (opinabile) del suo operato. Possibile che Cairo voglia aspettare ad annunciarne il rinnovo quando le acque saranno più calme visto che se lo facesse oggi si attirerebbe ancora di più le critiche non facendo altro che gettare altra benzina sul fuoco di una contestazione che non si placherà tanto facilmente. L'altra ipotesi è, invece, che il rinnovo di Vagnati sia stato congelato in virtù di una trattativa di cessione della società ad un altro soggetto il quale, giustamente, ha posto come condizione quella di poter mettere in quella posizione un proprio uomo di fiducia. Diverso è invece il feeling della piazza con Ludergnani: gli si riconosce urbi et orbi di aver fatto un buonissimo lavoro sul settore giovanile e il suo mancato rinnovo è fonte di preoccupazione vista l'importanza strategica di pianificare sempre a lungo termine per quanto riguarda la gestione del vivaio.
C'è poi un'attesa legata alla ripresa del campionato ed alla partita col Monza che diventa snodo cruciale per il prosieguo del cammino dei granata in termini di classifica: una vittoria riporterebbe serenità e la giusta distanza dalla zona rossa della classifica, mentre una sconfitta sancirebbe l'ufficialità dell'iscrizione del Torino alla lotta per la salvezza. Una lotta che vedrebbe questa rosa in grande difficoltà perché partita con "un'altra testa" ad inizio stagione. Non è facile, infatti, e di esempi ce ne sono a bizzeffe, trovarsi nella condizione di riprogrammare in corsa il proprio obiettivo spostandolo verso il basso, cioè sulla lotta per salvarsi nella quale spesso motivazione e personalità fanno la differenza per conquistare quel punto in più che può valere la permanenza in serie A. Lo spettacolare gol di Sanabria contro l'Argentina dell'altra sera potrebbe essere una di quelle sliding doors della stagione granata: se il paraguaiano si sbloccasse e tornasse a segnare con continuità sarebbe più facile per la squadra inanellare risultati positivi e aumentare l'autostima persa dopo un brillante avvio di campionato. Anche i centrocampisti come Ricci, Ilic e Vlasic devono trovare la forza mentale per diventare trascinatori di questo gruppo: spetta ai più tecnici fare qualcosa in più per dare forza ai compagni dimostrando che tutto è possibile. Lo stesso Vanoli, poi, è chiamato ora a dare la scossa ai giocatori più che a gestirli dal punto di vista tecnico-tattico in campo: ci sono momenti della stagione in cui il tecnico deve essere più un motivatore che un allenatore e la partita con il Monza è sicuramente uno di questi momenti in cui il mister deve dimostrare di avere ben saldo il timone della barca.
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E i tifosi? Anche loro, che non volevano attendere, ma al contrario passare all'azione, sono forzatamente in attesa di sapere quando si potrà fare la Marcia che era in programma per il 24 novembre e che non si potrà fare per mancanza di vigili urbani addetti al controllo delle strade chiuse per il passaggio del corteo: un assist involontario da parte del Comune al presidente Cairo che si sarebbe visto ulteriormente contestato da una grossa parte della tifoseria visti i numeri alti di adesione che si prefiguravano per questa marcia.
Insomma al Toro c'è attesa per tutti, sebbene con sfumature diverse. Sperando che per noi tifosi non finisca come per coloro che aspettavano Godot...
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