L'incubo è un pochino più lontano e sebbene nessun passo decisivo sia stato ancora fatto, la vittoria sul Brescia ha dato un po' di respiro e convinzione al Torino di Longo. 7 punti di vantaggio sul Genoa rappresentano un margine discreto che può essere amministrato bene se il trend di lenta crescita che si è intravisto nelle prestazioni di questa squadra continuerà senza subire pericolose involuzione anche nelle prossime partite.
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Toro, la riscossa dei singoli?
L'ho detto altre volte e lo ribadisco anche oggi: ciò che importa in questo finale di stagione è raggiungere la salvezza, solo dopo, a risultato acquisito, sarà giusto e doveroso dare il via al tempo dei processi che inevitabilmente vedranno come primo imputato il presidente Cairo.
Fatta questa essenziale premessa, mi permetto di sollevare un dubbio amletico sulla paternità delle ultime prestazioni della squadra: questa non ancora sufficiente, ma comunque evidente, crescita è dovuta ad un risveglio dei singoli o ad un miglioramento dei meccanismi di squadra in termini di compattezza e voglia di lottare insieme?
Mi rifaccio ad un vecchio detto che sostiene che un allenatore possa incidere sul rendimento di una squadra per non più di un 20% e in quest'ottica resto molto scettico quindi sulla seconda delle ipotesi: adoro Longo, credo che sia un bravo allenatore, ma che, come tutti gli allenatori, fa un lavoro i cui risultati si basano quasi esclusivamente sulle performance di altre persone e perciò per quanto bravo, professionale o all'avanguardia qualunque allenatore, Longo compreso, sarà sempre giudicato di riflesso alla luce delle più o meno buone prestazioni dei suoi giocatori. È vero che il mister ha il compito di far rendere al meglio i propri giocatori, ma in un'ultima battuta spetta poi sempre a loro giocare al meglio delle proprie possibilità. Si è sempre detto che il Toro di quest'anno non è affondato completamente grazie in primis alle parate di Sirigu e ai gol di Belotti, due singoli che hanno dimostrato costantemente di essere all'altezza delle aspettative dei tifosi. Quello che invece ha preoccupato molto, sono stati, a turno, i 9 compagni che si sono piazzati in campo tra Sirigu e Belotti. Nelle ultime due gare, però, per fortuna si sono visti, ad esempio, sprazzi del vero Verdi, quel giocatore per il quale, se avesse giocato sempre così, non sarebbe stata un'eresia spendere quasi 25 milioni di euro. Stessa sensazione ha trasmesso Meité che dalla ripresa del campionato appare decisamente tornato parente prossimo del Meité visto ad inizio scorsa stagione. E sarà un caso che con Zaza in campo sin dall'inzio il Toro abbia fatto 7 punti in 3 partite?
Sono sempre più convinto che alla fine della fiera sia il singolo giocatore a fare la differenza, anche sul giudizio del lavoro di un allenatore. E sono pertanto convinto che se Longo riuscirà a far giocare bene i singoli, potrà ottenere l'agognato risultato che sta perseguendo da quando si è seduto sulla panchina dei suoi sogni. Sono quindi curioso di vedere cosa accadrà a San Siro dove, più che il risultato finale, mi interesserà capire se la personalità dei giocatori verrà fuori oppure no. Fare punti al Meazza con le unghie e con i denti sarebbe fantastico in primis per la classifica, ma alla luce dell'agitato ambiente nerazzurro la partita con l'Inter sarà un bel banco di prova anche per testare, nuovamente e duramente, lo stato della crescita di quei giocatori che nel Toro potrebbero e dovrebbero fare la differenza. Fare la giocata decisiva, prendersi le responsabilità quando la palla scotta, essere un punto di riferimento per i compagni sono cose che l'allenatore ti può dire ma sei poi tu, giocatore, a dover tirare fuori tutto questo sul rettangolo di gioco. La riscossa del Torino passa inevitabilmente dalla qualità che i giocatori che Longo manderà in campo sapranno offrire alla squadra: nel bene o nel male i protagonisti sono loro e sono quindi loro quelli che, al di là di ogni alibi o giustificazione, devono dimostrare coi fatti il proprio valore teorico (il famoso settimo monte ingaggi della serie A…).
E con un Inter così in subbuglio sarebbe delittuoso non provare ad insinuarsi nelle crepe che l'ambiente nerazzurro sta pericolosamente aprendo attorno a sé. Risultati a sorpresa se ne sono visti tanti dalla ripresa del campionato ad oggi, quando saremo anche noi tra le sorprese positive? So che sarà inevitabile non pensare almeno un pochino alla prossima partita col Genoa, ma la voglia di dimostrare di valere più dell'attuale classifica dovrebbe essere una molla per l'orgoglio dei nostri giocatori nella gara di lunedì sera: almeno così mi auguro anche per quei nove che scendono in campo tra Sirigu e Belotti…
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.
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