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Toro, la stagione più difficile

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Il Granata della Porta Accanto: si comincia a fare sul serio, ma le tante incognite relative al mercato e alle potenzialità di questa squadra lasciano aperto il futuro a qualsiasi sviluppo
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Quella che comincia domenica con la partita di Coppa Italia contro il Cosenza è forse la stagione più difficile da quando Cairo è presidente. Certo c'è stata la serie B, certo ci sono stati i campionati della pandemia con il rischio retrocessione, ma quelle erano situazioni chiare, limpide, situazioni a priori difficili dove da un lato quando si era in B si aveva l'obbiettivo palese di tornare in A, dall'altro nel marasma del Covid non c'era altra scelta cje provare ad invertire una rotta che aveva preso una bruttissima china. La stagione che andiamo ad affrontare a partire da domenica 11 agosto è invece una stagione infida, una stagione subdola che può riservare sorprese, in positivo, sicuramente, ma anche in negativo molto più preoccupantemente. Lo scenario è ben definito. Arriviamo da tre campionati di buon livello conclusi nella parte sinistra della classifica con l'Europa accarezzata, sebbene mai raggiunta. Il precedente tecnico Juric ha ridato stabilità a quel Toro post covid fin troppo traballante e sul baratro della B. Juric se n'è andato non dando continuità al ciclo che aveva aperto, probabilmente perché sentiva, per varie ragioni che tutti conosciamo, di non essere in grado di far fare al suo Toro un ulteriore passo in avanti. La società, con il penoso tira e molla sulla clausola con il Venezia, ha scelto Vanoli per voltare pagina e il nuovo tecnico, di tutta questa pre-stagione, è stato sicuramente la nota positiva: carico a mille, voglioso, grintoso, con una nuova idea di calcio molto differente da quella proposta dal suo predecessore Juric, il mister ex Venezia si è subito calato bene nell'ambiente granata ricevendo affetto e stima da parte dei tifosi. Pur essendo un esordiente assoluto in Serie A, anche a me piace un sacco e mi sembra davvero la persona giusta per gestire questo momento di cambio radicale rispetto all'ultimo triennio. Tatticamente è ancora da scoprire e, Coppa Italia a parte dove l'esordio sarà soft, purtroppo vedremo già subito contro Milan e Atalanta quanto è "pronto" per gestire le partite spesso spietate, dove basta un errore a condizionare una gara, della Serie A.

Se sono così positivo sull'allenatore, perché allora dico che sarà una stagione difficile? Per tutto il resto, molto semplicemente. L'allenatore è una componente importante, sì, ma con un peso limitato sulle sorti di una stagione a livello di massima serie. La società e i calciatori fanno la parte del leone in questo. La società perché con la sua solidità (e non parlo solo di solidità economica) imprime a tutto l'ambiente i paletti all'interno dei quali gli attori (dirigenti, staff tecnico e giocatori) devono muoversi e con quali standard di prestazione farlo. I calciatori perché alla fine sono loro a scendere in campo e dalla loro qualità e dalla loro voglia di esprimerle al 101% si ottengono o meno determinati risultati.

Il Toro di Vanoli, quindi, bussa alle porte della nuova stagione con tanto da guadagnare (la chimera Europa..), ma anche tanto da perdere. Perché se il mercato non decolla e se i primi risultati dovessero essere negativi potrebbe esserci un brusco stop a quel po' di entusiasmo portato dal neo-tecnico granata. La società non ha messo da subito a disposizione del mister appena arrivato i nuovi giocatori necessari a colmare le lacune ormai arcinote della rosa e soprattutto dei nuovi giocatori adatti al tipo di calcio proposto da Vanoli. In parte vedo in questo il ripetersi dell'errore clamoroso fatto ai tempi di Giampaolo che fu lasciato ad impostare il suo arzigogolato gioco con Rincon regista... Ovviamente mi auguro che la storia vada in maniera radicalmente diversa e le possibilità ci sono: se Zapata sarà quello dell'anno scorso davanti avremo un fondamentale punto di riferimento, ma sarà anche necessario che Adams ingrani al più presto perché Sanabria, se dovesse restare, mi sembra lontano parente del Sanabria di due anni fa. In mezzo al campo Ricci, Vlasic e Ilic, se il serbo rimarrà in granata, saranno chiamati a fare un campionato di consacrazione del proprio talento, altrimenti la sola quantità di Linetty, Tameze e Gineitis non sarà sufficiente a reggere l'urto a centrocampo. La difesa poi resta un'incognita. Coco sembra un buon acquisto, ma se Schuurs non dovesse tornare in tempi brevi lo Schuurs pre-infortunio, sarà difficile far fare a Vanja tutti i clean-sheet della passata stagione. Infine gli esterni. Bellanova non può fallire la riconferma ad altissimo livello e, in attesa di Gosens o di un altro mancino di livello assoluto, Lazaro non sembra in grado di diventare "l'altro Bellanova".

Insomma, se questo Toro ad oggi è ancora un cantiere aperto, da un lato possiamo sperare in sensibili miglioramenti da qui a fine agosto, dall'altro, però, rischiamo di partire ad handicap e di trovarci nel gruppone di chi arranca dal dodicesimo/tredicesimo in giù con prospettive non certo esaltanti di rischio bagarre salvezza. Scommettere su un tecnico emergente senza però dargli una squadra "rinforzata" per puntare in alto mi sa di arma a doppio taglio. Se feriremo o saremo feriti, lo scopriremo molto presto perché ormai si comincia davvero a fare sul serio. Buona stagione Toro, buona stagione a tutti.

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.

 

Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.

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