Inizia il 2020 per il Toro e lo fa subito in salita: trasferta ostica nella Capitale contro i giallorossi dell'ex ds Petrachi e rosa ridotta ai minimi termini per infortuni e squalifiche. Venire via da Roma con dei punti sarebbe un gran colpo, ma anche se si dovesse perdere sarà importante verificare come: una sconfitta di misura con una prestazione valida ci direbbe che il gruppo comunque è unito e sa lottare compatto nelle difficoltà mentre una brutta disfatta o una prestazione scialba tornerebbe a far suonare i campanelli d'allarme che il filotto pre-Spal pareva aver spento.
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Toro: non c’è mercato senza obiettivi sportivi
Da un lato è un bene che si torni in campo (ci sarà in settimana anche la Coppa Italia col Genoa, da non sbagliare assolutamente) perché c'è sempre la speranza di riscattarsi, dall'altro l'inizio del mercato di riparazione metterà ogni risultato della squadra sotto la lente di ingrandimento in ottica di intervento in entrata e in uscita. È un mese, questo, che io trovo particolarmente stucchevole e lungo. C'è stata la pausa di due settimane? Bene, era in questo lasso di tempo che le squadre avrebbero dovuto fare i propri acquisti o cessioni in base alle lacune o alle abbondanze riscontrate fino a prima di Natale. Andare avanti un mese giocando e scambiandosi giocatori è semplicemente assurdo e poco rispettoso della trasparenza e correttezza dello svolgimento del campionato.
Tralasciando questo discorso mi viene però da pensare quanto realmente si potrà fare per il Toro: al momento le voci sono (quasi) tutte su possibili partenze il che la dice lunga sul grado di scontentezza di una parte della rosa. Ammesso che, fisiologicamente, in un gruppo di 25 persone ci sarà sempre una piccola percentuale di scontenti, è chiaro però che Mazzarri nello spogliatoio ha fatto troppi figli e figliastri, senza peraltro ottenere risultati tali da poter zittire ogni critica interna od esterna al suo operato.
A me sinceramente interesserebbe conoscere a questo punto del campionato (e ancor di più dopo il filotto Roma-Genoa-Bologna) qual è il reale obiettivo sportivo della società per la stagione in corso. Fare meglio di quella passata? Oggettivamente difficile se non attraverso un grande cammino in Coppa Italia. Vivere un anno di transizione in vista di un nuovo progetto con un nuovo allenatore? Allora, se così, ci andrei cauto con le cessioni, soprattutto di Bonifazi e Zaza che magari potrebbero essere utili o graditi al nuovo mister. Continuare comunque con Mazzarri anche in futuro? Beh, allora vorrei vedere il mister dedicarsi a ridare slancio al suo progetto, non con risultati assoluti che allo stato attuale sono difficili, quanto con un intervento deciso sull'impostazione tattica e sulla fluidità del gioco o sull'esplosione e la crescita dei giovani in rosa.
Perché alla fine se non è chiara la strategia di lungo termine è difficile essere efficaci anche sul mercato di gennaio: un po' furbescamente in passato con la scusa che a gennaio "non si fanno buoni affari" il presidente Cairo ha evitato di comprare. È vero che non bisogna comprare tanto per comprare, ma se è chiaro l'obiettivo sportivo è anche facile che qualcosa di utile per migliorare la rosa si trovi anche a gennaio, non prendiamoci in giro. Il problema è che bisognerebbe dire apertamente ai tifosi quale strada si sta seguendo in modo tale che se poi non si compra nessuno risulterà più chiaro ai tifosi capire il perché se, ad esempio, l'obiettivo è fare una seconda parte di campionato di transizione. Se i tifosi invece pensano all'Europa è chiaro che a gennaio si aspetteranno un centrocampista di livello o un esterno per il 3-4-3 o un terzino più continuo di Aina e con più tecnica di De Silvestri. La comunicazione chiara aiuta ad evitare spiacevoli equivoci tra tifosi e società. Un po' come non è accaduto con le porte aperte al Fila o gli esperimenti sociali in curva Primavera. Prima che comprare giocatori tanto per comprare, i tifosi gradirebbero dalla società la certezza di sentirsi sullo stesso piano almeno a livello di interazione comunicativa. A cascata occorrerebbe essere sullo stesso piano anche per quel che riguarda le ambizioni sportive, altrimenti anche lì sono guai: Napoli, Genoa, Samp e Milan vivono momenti critici proprio perché le aspettative dei propri tifosi sono superiori alla posizione in classifica di queste squadre. Al contrario Atalanta, Cagliari, Bologna, Parma e Verona hanno risultati superiori alle aspettative dei propri tifosi. Sapendo quali sono le aspettative dei tifosi granata, in quale dei due gruppi vorrà inserire il Torino il presidente Cairo?
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Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.
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