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Toro: senza “occhi di tigre” non ci può essere svolta…

Toro: senza “occhi di tigre” non ci può essere svolta… - immagine 1
Il Granata Della Porta Accanto / Serve qualcuno, (Giampaolo o un altro) che faccia rendere i Meité vari di questo Toro al 110%
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Il pari col Bologna va a incrementare la già corposa statistica dei punti persi da situazione di vantaggio che sembra caratterizzare il Torino di Giampaolo. Ora, la questione, a mio avviso, è proprio questa: ma qual è il Torino di Giampaolo? Nel senso che se questa squadra ha queste tare endemiche perché la mano ed il lavoro del tecnico la fanno giocare così, bè, allora io non ci penserei un minuto di più ad esonerarlo. Se invece questo non è il "Torino di Giampaolo", bensì il "Torino messo a disposizione di Giampaolo", cioè un parco giocatori inadatto alle idee del tecnico e con una situazione di spogliatoio rovente, figlia delle dinamiche della scorsa stagione non risolte in estate dalla dirigenza, allora il tecnico non ha "colpe" specifiche se non quella di continuare a prendere "schiaffi" in nome di uno stipendio da nababbi. In entrambi i casi il tecnico di Giulianova sembra proprio essere la classica persona sbagliata nel posto sbagliato.

Sinceramente mi spiace piegarmi al diktat del calcio che pretende un allenatore esonerato anche se le colpe dei suoi scarsi risultati sono da condividere con società e giocatori: punirne uno perché non puoi autopunirti (società) e non puoi mandare via tutti gli altri (giocatori) è ingiusto, ma pare che in questo mondo le cose funzionino così….L'emblema del Torino nella gara col Bologna, e per estensione emblema quindi dei problemi attuali del Toro, è l'approccio alla partita di Meité, quando subentra a Gojak: invece di entrare "cattivo" e concentrato, il francese si mette a trotterellare per il campo con un'indolenza davvero inaccettabile per qualunque professionista di qualunque serie del mondo del calcio. E di questo purtroppo la colpa è di Giampaolo: "mannaggia a te e a chi ti fa giocare" sbraitava con autoironia Ciccio Graziani verso un suo giocatore ai tempi del Cervia in quel famoso reality sul calcio. Lo stesso appunto si potrebbe dunque muovere a Giampaolo: chi mette in campo è una sua diretta responsabilità così come lo è l'atteggiamento che i suoi giocatori mettono in campo perché è figlio di ciò che lui riesce a trasmettergli. Non esiste che in una partita in cui alla vigilia lo stesso tecnico ha chiesto "il sangue, se necessario" un giocatore abbia questo approccio alla gara: significa che il tecnico non sa gestire la comunicazione coi suoi giocatori o che Meité, non potendo dare quello che non è in grado di dare (cattiveria agonistica), non era da far giocare. In entrambi i casi, di fatto, un errore grave del mister, purtroppo.

Siamo tutti concordi che i problemi del Toro siano a monte, cioè in una gestione fredda e tanto razionale da essere paradossalmente irrazionale della società da parte di Cairo, così come concordiamo quasi tutti che il mister sia una persona per bene e che stia dando il massimo nel suo lavoro, ma alla fine a noi tifosi interessa che il Toro non vada in B, è quello che ci sta a cuore, e pertanto pretendiamo che chi prende le decisioni lo faccia in quest'ottica. Se per evitare la B occorre esonerare Giampaolo lo si faccia e basta. Se per non andare in B occorre qualcuno che sia meno filosofo e meno maestro, ma faccia tirare fuori a questi ragazzi gli occhi di tigre, si prenda questo qualcuno e gli si dia carta bianca per "ramazzare" lo spogliatoio a dovere. In questo momento non serve purtroppo un allenatore che ci dica che fra qualche mese la squadra giocherà bene, perché tempo non ce n'è: vogliamo qualcuno che faccia rendere i Meité vari di questo Toro al 110%, che li prenda anche a calci nel sedere se necessario, ma li faccia scendere in campo con la voglia di spaccare il mondo, di mettere insieme quattro passaggi (non quattrocento…) fatti decentemente e soprattutto che, col coltello tra i denti, facciano in modo di prendere sempre un gol meno degli avversari. Lasciamo stare il bel gioco fine a sé stesso e la filosofia calcistica: si può essere "belli" anche facendo cose concrete e semplici. Se tutto ciò saprà farlo Giampaolo (e non ne sono sicuro…) si continui con lui, altrimenti si prenda qualcuno che sappia gestire la squadra con questo semplice ma chiaro obbiettivo. Tutto ciò ovviamente consapevoli che a gennaio il mercato andrà fatto. Ed anche bene. Su questo punto non si può transigere ed è la chiave, a prescindere dalla permanenza o meno di Giampaolo, delle sorti di questa disgraziata stagione.

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Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.

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