Già nella vita è così, ma a maggior ragione chi tifa Toro si divide tra chi vede il bicchiere mezzo pieno e chi invece lo valuta costantemente mezzo vuoto. D'altronde con una presidenza così marcatamente divisiva come quella di Cairo il fronte dei tifosi è da anni chiaramente spaccato tra chi accetta le "mancanze" del presidente in nome della sopravvivenza economico/sportiva del Torino e chi invece non riesce a ingoiare il boccone amaro di un club gestito come se fosse un condominio di periferia. Tertium non datur… la situazione è questa e finché al timone ci sarà Cairo dubito che cambierà qualcosa in maniera radicale.
IL GRANATA DELLA PORTA ACCANTO
Toro, un Natale con quali regali?
È chiaro quindi che ogni situazione di campo o di extra campo in casa Toro non possa essere valutata in maniera sufficientemente serena se, come nel famoso esempio degli occhiali rosa di Kant, la realtà è filtrata dal pregiudizio che ognuno di noi ha dell'operato del presidente e, a cascata, dei suoi collaboratori. I temi caldi in casa granata sono molti e l'arrivo del Natale ci spinge a chiederci su quali di questi la società farà in modo di farci un "regalo" mettendo una pezza o facendo una considerevole miglioria alle varie situazioni aperte. Dalla scarsa prolificità delle punte al capitolo rinnovi (Juric su tutti), dagli infortuni che stanno falcidiando la rosa alle strategie sui giovani il Toro è una pentola in continua ebollizione in cui ad un'apparente calma in superficie fa da contraltare una perpetua fibrillazione su parecchie situazioni di non facile soluzione.
La partita più grossa sembra quella aperta sul rinnovo di Juric che davvero sarebbe il miglior regalo di Natale per tutta la tifoseria se fosse portato in porto da Cairo e Vagnati. Le lusinghe che arrivano dalla dirigenza (l'arrivo del collaboratore Moschella, il ritiro in Spagna, le migliorie al Fila) sembrano un corteggiamento in piena regola al tecnico croato, i cui dubbi però permangono più sulla sostanza del "progetto Toro" che sui dettagli di molte situazioni: quali prospettive concrete sono state messe sul piatto a Juric per il prossimo triennio? Quali ambizioni reali il club può supportare e sopportare per tenere sulla panchina granata Ivan Juric? La chiave del rinnovo, al di là dei soldi che sono pur sempre un punto fondamentale in ogni rinnovo di contratto che si rispetti, sono infatti le prospettive che il presidente potrà garantire a Juric per fargli continuare il lavoro a Torino iniziato due anni fa. Personalmente ritengo che perdere Juric sarebbe un grosso problema, ma vedo il bicchiere mezzo vuoto e se dovessi scommettere oggi su cosa accadrà punterei più su una partenza di Juric a fine stagione che su di un rinnovo del suo impegno con noi. Ovviamente spero di essere smentito, magari proprio da un girone di ritorno da favola che galvanizzerebbe il tecnico e gli farebbe considerare la sua esperienza qua ancora degna di essere continuata ed implementata.
C'è poi la questione mercato di gennaio e quella, in realtà correlata, del mercato prossimo estivo ad essere un fronte aperto sul quale la società si giocherà tanta credibilità non solo col tecnico, ma anche con tutta la tifoseria. Una punta, un centrocampista fisico oltre che, possibilmente, tecnico, ed uno o due esterni se Aina e Singo partissero e Lazaro non fosse riscattato. Sono queste le priorità che andrebbero sistemate già nelle prossime settimane e che si riverbereranno inevitabilmente anche sul mercato di luglio a seconda delle mosse invernali. Sanabria e Pellegri non danno garanzie sotto porta, per motivi diversi, ma Juric ha provato ad impostare un attacco col falso nueve, sfruttando Karamoh e Vlasic come terminali offensivi pur non essendo loro un centravanti vero. Se la punta non dovesse arrivare a gennaio, di sicuro a giugno scelte più drastiche andrebbero fatte con tutto il bene che si può volere a Sanabria e Pellegri. Sul fronte centrocampo molto dipenderà da Lukic: se il serbo partisse già a gennaio, al di là della vicenda Praet, quindi del suo ritorno o meno, degli innesti in mediana sarebbero fondamentali. Vagnati sta lavorando su più profili, ma Juric ha cercato di valutare Gineitis della Primavera per tutelarsi e capire se può avere un'alternativa in più già pronta in casa. Ilkhan dopo lo spavento in amichevole con la Cremonese andrà per forza utilizzato maggiormente anche perché Ricci ultimamente sembra accusare qualche problema fisico di troppo e Adopo non sembra essere realmente preso in considerazione dal tecnico nonostante la buona fisicità che porta in dote. Infine sugli esterni ci saranno grandi movimenti. Aina e Singo a luglio potrebbero essere in partenza e Lazaro non è detto che venga riscattato. Con il solo Vojvoda, il cui rendimento però non è quello della passata stagione, certo di rimanere, uno o due innesti di sostanza andranno fatti. Nomi se ne leggono tanti e se si puntasse su di una scommessa un arrivo a gennaio permetterebbe di lavorare con più calma in prospettiva. Su questo tema vedo il bicchiere mezzo pieno, nel senso che credo che Vagnati non possa permettersi di sbagliare tempi e modi dei suoi interventi sul mercato.
Infine c'è la questione strutture a tenere banco. Il Robaldo sembra nuovamente in stallo per la questione cavi elettrici, ma la questione centro sportivo per le giovanili, alla luce delle notizie su potenziali sviluppi per le seconde squadre e su realtà come la Fiorentina in procinto di inaugurare le proprie nuove strutture (il Viola Park), rendono drammaticamente d'attualità l'esigenza di non perdere ulteriore tempo su questo tema, oltre a quello già buttato negli ultimi 6 anni. Anche il Fila ha avuto qualche upgrade ma tuttora manca completamente dei lavori per il completamento del secondo lotto e soprattutto di progetto e fondi per il terzo lotto, quello che porterà il Museo del Grande Torino "a casa". Su questo capitolo cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno, più che altro perché mi rifiuto di credere che la società perderà ancora la faccia come ha fatto in questi anni su una tematica così importante.
Che sia quindi mercato, rinnovi o strutture l'augurio per questo Natale è di trovare sotto l'albero del Torino più regali possibili che rendano i tifosi granata il più possibile orgogliosi della propria squadra: il calcio, checché ne dicano i soloni del business, è passione ed appartenenza. Le vittorie sono un dolce contorno ma non sono l'essenza del calcio come tantomeno non devono esserlo i bilanci. L'era dei presidenti Babbi Natale forse è finita, ma i tifosi restano sempre come dei bambini alla vigilia di Natale: in attesa di regali che li sappiano far emozionare…
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