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Urbano Cairo
Lo giuro mi ero impegnato, avevo veramente cercato di cambiare, di concentrare la mia attenzione sul campo, solo ed esclusivamente sulle vicende sportive del Toro, mia grande passione da che ne ho memoria. Ci ho provato sul serio a farlo, perché volevo disintossicarmi dalle vicende societarie extracampo, dalle frustrazioni indotte da una proprietà che non riesce a fare "qualcosa di granata" nemmeno quando è facile ed è la cosa più ovvia da fare. Ci ho provato con tutto me stesso ma, niente, dopo il video della lite Vaganti-Juric non posso esimermi dal commentare la vicenda e ripiombare in un misto di rabbia e sfinimento per una gestione societaria che continuo a non capire e a non approvare. Avevo già vacillato la scorsa settimana dove mi ero tormentato all'idea che con 50 milioni in saccoccia non si facesse immediatamente uso di una parte di quei fondi per smuovere il mercato.
È bello e gratificante parlare di calcio e di campo, essere soddisfatti per come la squadra sia ripartita dalla stessa filosofia (pressing e riconquista alta della palla) vista nelle prime amichevoli e figlia del vantaggio di averla già metabolizzata nella scorsa stagione, mi aveva fatto anche piacere che qualche primavera e qualche rientro dai prestiti sia stato seriamente valutato in ritiro, ma tutte queste cose purtroppo, e dico purtroppo perché vorrei che così non fosse, sono passate in secondo piano di fronte al vaso di Pandora scoperchiato dal video messo in rete nei giorni scorsi. Che poi stiamo parlando del segreto di Pulcinella perché si sapeva che Juric e Vagnati non avevano mai trovato il feeling giusto, così come si intuiva che il problema alla fine non è né l'operato del DS, né le richieste e l'ambizione dell'allenatore: è il proprietario che detta la linea e "allunga o accorcia" il guinzaglio, per cui è a lui che va ricondotto tutto questo casino. Parafrasando un famoso detto francese ("cherchez la femme"), si potrebbe dire "cherchez monsieur le Président". Era il segreto di Pulcinella, ma vederlo e sentirlo esplodere con quella violenza e quel fragore fa male, ancorché fosse arcinoto che ci fosse tensione e più di qualcosa che non andava.
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Fa male a noi tifosi perché da anni ci diciamo che siamo insoddisfatti della gestione di Cairo e da anni veniamo rimbrottati con il classico mantra del "senza di lui falliremmo", però poi veniamo a scoprire in una lite fra "dipendenti" del club che anche all'interno della società sostanzialmente si pensa la stessa cosa, cioè che non si riesce a lavorare bene perché è dai piani alti che viene frustrato il lavoro e l'ambizione dei professionisti che operano per il Toro. E allora più che male fa rabbia, perché più di un milione di persone tengono al Toro e migliaia di volte, in tutte le forme, dalle contestazioni verbali ai camion vela, dagli editoriali ben calibrati e ragionati alle manifestazioni goliardiche è stato chiesto al presidente di cambiare registro, di variare un modus operandi da amministratore di condominio in un sistema moderno e proiettato alle sfide che il calcio del domani (ma ormai anche dell'oggi) pone e che non possono essere superficialmente snobbate. Glielo abbiamo urlato, argomentato, implorato, pregato, ma il "signore del vapore" ha sempre fatto finta di nulla perseguendo il suo immobilismo studiato volto a contenere i costi e a massimizzare i profitti: ha dimostrato di avere meno cuore del banchiere della barzelletta di Draghi e di non voler assolutamente prendere in considerazione l'aspetto emotivo, essenziale nella gestione di una società calcistica gloriosa come il Torino.
Il re è nudo perché i suoi stessi giannizzeri hanno rivelato al mondo la verità sul suo modo di operare. Hai voglia a cercare di pensare solo alle vicende sportive e distogliere l'attenzione dalle mille mancanze di chi gestisce così il Toro da ormai 17 anni…
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Ora la vita deve andare avanti, il mercato andrà fatto e il campionato andrà giocato: con che spirito, mi chiedo? Chi verrà volentieri al Toro sapendo quale tensione aleggia all'interno della società? Chi porterà nuovamente entusiasmo dopo che faticosamente Juric ci aveva fatto vedere uno spiraglio di futuro roseo l'anno passato? Perché possiamo licenziare Vagnati che non si è comportato da professionista ed ha insultato il presidente, possiamo licenziare Juric che ha messo le mani addosso ad un suo collega, possiamo anche epurare l'autore del video, ma la dura realtà resta: è il proprietario che crea il "mood" aziendale, è lui con le sue scelte e il suo atteggiamento che mette in condizione o meno i suoi collaboratori e dipendenti di lavorare al meglio e dare il massimo. Se le bandiere non rinnovano pur a fronte di cifre molto alte, se i migliori calciatori sono solo di passaggio, se i Ds fanno fatica a fare il proprio mestiere, se i direttori generali plenipotenziari non ci sono perché costano e poi devono avere carta bianca e se gli allenatori devono cavare il sangue dalle rape, una benedetta ragione ci sarà, o no.
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Credo sinceramente che il punto di non ritorno sia stato ampiamente sorpassato e che sarebbe un bene per tutti che Cairo davvero si convincesse lui in primis che il suo tempo alla guida del Torino è davvero terminato. Per chi bazzica l'alta finanza come il nostro magnate dell'editoria vendere (e vendere bene, intendo), non è un problema, basta affidarsi a chi è specializzato in questo tipo di operazioni e un compratore serio disposto a dare la giusta cifra si trova, tra fondi, magnati e tycoon. Non è vero che dopo Cairo c'è il fallimento, è solo uno spauracchio raccontato in giro per mantenere lo status quo. La verità è che manca la volontà da parte del presidente di scendere da questa giostra mediatica che tanti benefici gli ha portato in questi tre lustri abbondanti. Ma ora la spirale che ha preso la sua gestione è assolutamente negativa anche per la sua stessa immagine per cui o fa un passo di lato e prende un "Galliani" a cui dare pieni poteri (ma per davvero!) oppure deve rendersi conto che "rimanere a dispetto dei santi" (citazione di una sua vecchia intervista degli albori della sua presidenza) non è più un'opzione saggia.
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Nulla sarà più lo stesso dopo quel video, anche Cairo dovrà ammetterlo e scendere a patti per lo meno con sé stesso…
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.
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