Una notte da primi in classifica è una gioia effimera e leggera, ne sono consapevole, ma esserne stati privati per così tanto tempo la rende decisamente più gustosa e frizzante di quanto in realtà meriti di esserlo. D'altronde se la nostra tifoseria è ormai così poco avvezza agli eventi da festeggiare, non dobbiamo stupirci che una sciocchezza come il primo posto per meno di ventiquattro ore alla quinta di campionato sia vissuto come una scossa di vitalità quasi inaspettata nel quadro di una ormai costante monotonia della nostra mediocrità sportiva. Di questa nottata mi resteranno due cose: uno screenshot con la classifica della serie A e la convinzione che il "vanolismo" sia la chiave di tutto quanto stia accadendo in questo inizio di stagione sopra le righe. So che il mister non ama il neologismo coniato prendendo come radice il suo cognome, ma quando le coincidenze iniziano ad essere più di un paio, gli indizi, come diceva Agatha Christie, diventano prove.
Il granata della Porta Accanto
Vanolismo senza limitismo
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Non credo alla bacchetta magica e pertanto non penso assolutamente che Vanoli sia Mago Merlino, ma di una cosa sono certo: sono le persone a fare la differenza e Vanoli, con il suo approccio voglioso e il suo modo di fare da burbero e gentiluomo ha "aperto le finestre" del Torino FC ed ha fatto entrare aria fresca, aria pulita, rivitalizzando un ambiente che si era progressivamente depresso ed involuto nell'ultimo periodo con Juric. L'attenzione per i valori storici del Torino, ai quali da subito ha fatto riferimento cercando di calarsi immediatamente nel contesto del club che lo stava accogliendo a braccia aperte, unito alla semplicissima direttiva data ai giocatori riguardante il fatto che oltre a difendere è lecito anche attaccare ha prodotto un inizio di campionato che ha fatto riaggiornare alcuni dati statistici fermi da parecchi, anzi troppi, anni.
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Non siamo fenomeni, non vinceremo lo scudetto e molto probabilmente non andremo nemmeno in Champions, ma non è senza prezzo essere lassù anche solo per il sorgere ed il tramontare di una luna? E allora voglio un vanolismo senza limitismo come avrebbe detto Salvi al Drive In! Voglio che questa aria fresca portata dal mister circoli liberamente nello spogliatoio del Filadelfia e si respiri, come si sta effettivamente respirando, anche sugli spalti la domenica. Arriveranno le sconfitte, arriveranno i tempi difficili, certamente, anzi sarà fisiologico, ma chissene frega: se sei incerto, tieni aperto, diceva un famoso motociclista. Meglio sentirsi vivi e percepire che la squadra prova a fare del proprio meglio che stare a guardare gli altri e inanellare clean sheet senza subire, ma senza però neanche attaccare.
Se poi nel corso del campionato il vanolismo assumerà toni esoterici e qualche miracolo o magia si tramuterà in realtà chi ci vieterà allora di continuare a goderne appieno? Già a Verona qualche strana congiunzione astrale si è notata perché vincere una partita dove si sbaglia un rigore regalato da un avversario che si autoespelle tirando una gomitata senza alcun senso, dove Masina ha provato in tutti i modi a fare segnare gli avversari con la deviazione di testa e il pallone regalato in area al 93' e dove i centrali difensivi avversari in ben due gol su tre hanno agevolato i nostri attaccanti, beh, non è da Toro, nel senso che a noi capita più o meno ad ogni passaggio della cometa di Halley. È presto per dirlo, ma se ci mettiamo la giusta cazzimma e continuiamo a beneficiare di ulteriori iniezioni di fattore C, chi potrà mai fermare questa anomala ondata di vanolismo dilagante?
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Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.
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