Sono lontani i giorni in cui secondo un sondaggio di cui non sono mai stati rivelati né il campione, né i criteri di selezione, il presidente Cairo annunciava urbi et orbi che il 75% dei tifosi granata lo appoggiava pienamente. Anzi lo amava proprio. Le ultime settimane, infatti, hanno se mai dimostrato il contrario: la gente è stufa di questa gestione inconcludente e senza prospettive sportive e, molto probabilmente, quelle percentuali oggi risulterebbero quanto meno diametralmente ribaltate. La gente è stanca e quando parliamo di gente non parliamo solo delle frange più radicali del tifo, quindi degli ultras, ma parliamo anche di persone tranquille, tifosi appassionati, tifosi tiepidi, simpatizzanti, famiglie. Insomma, tutti. Le indiscrezioni sulla vendita del Torino si sono diffuse a macchia d'olio negli ultimi giorni, riprese da tutti i principali quotidiani (tranne uno) e diffuse da tutte le testate on line. Perché? C'è qualcosa di vero sotto? Esistono quindi dei movimenti nell'alta finanza tali da fare presagire un imminente passaggio di mano della proprietà del club? Come sempre rispondere a questo tipo di domande non è facile: si viaggia ad indiscrezioni, a piccoli indizi, a mezze frasi che possono fare intendere mezze verità ma, sappiamo tutti, quando c'è di mezzo una trattativa, se effettivamente c'è, il riserbo assoluto è la regola aurea in chi vi è direttamente coinvolto.
Il granata dalla porta accanto
Vox Populi, vox Dei
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Il presidente Cairo ha cambiato atteggiamento comunicativo in questi giorni passando da un categorico "non vendo" ad un più possibilista "venderò a qualcuno più ricco di me, tutti i ventenni finiscono prima o poi...". Apparentemente un segnale di apertura, ma attenzione a non farsi trarre in inganno: simili dichiarazioni le fece anche nel 2010 quando era sotto feroce contestazione e allora fu solo fumo negli occhi dell'opinione pubblica per "far passare la buriana" che infatti passò e lui rimase comodamente al timone del club fino ad oggi. Nulla esclude quindi che queste sue dichiarazioni di apertura altro non siano che un modo per fare sentire alla gente quanto la gente vuole sentire. Perché il punto, alla fine è proprio questo: noi, la gente, siamo talmente stufi di Cairo che vogliamo fortemente credere a qualunque voce ci prospetti in questo momento un cambio di proprietà. Che sia Red Bull o un fondo arabo ci vogliamo credere talmente tanto che trasformiamo in "fatti" cose che magari sono molto lontane dall'esserlo. Una cosa, però, è certa: indietro non si torna, almeno non questa volta. Vox Populi, vox Dei, dicevano i latini: la voce del popolo, infatti, ha ormai decretato la fine dell'esperienza di Cairo alla guida del Torino e non c'è più nulla che il presidente possa fare per fare cambiare idea al popolo granata.
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Non dopo vent'anni così. Che sia quindi vera o non vera la trattativa (o le trattative) per la cessione del club, per Cairo le opzioni sono ormai solo piu due: restare a dispetto dei santi, contestato e vilipeso, oltre che dileggiato ormai da grande parte dell'opinione pubblica che incomincia a tirare le somme del suo ventennio al Torino poverissimo di risultati sportivi, oppure muoversi per cedere davvero il club e guadagnare un sacco di soldi dalla sua cessione. Chiunque al suo posto avrebbe già scelto la seconda opzione, ma questi diciannove anni ci hanno dimostrato che Cairo è refrattario ai consigli di buon senso di chi ha a cuore le sorti del Torino per cui attendo i prossimi giorni per capire se, dopo aver battuto il record di Pianelli, effettivamente aprirà in maniera chiara alla reale vendita del Torino. Prima non ci resta che tifare Toro e avere l'ennesimo travaso di bile guardando Alessandro Buongiorno al Grande Torino con la maglia "sbagliata": l'ennesima dimostrazione di come nessuna vera politica di appartenenza fondata sui valori storici del club sia mai stata messa in atto nelle due decadi cairote. E, cosa ancora peggiore, che a fronte di cessioni necessarie, seppur dolorose, il denaro sia stato spesso reinvestito male e in minima misura. Una ragione in più per dire che in fondo la Vox Populi non sbaglia quasi mai...
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.
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