columnist

Il Guazzabuglio

Il Guazzabuglio - immagine 1
La prodezza di Darmian – Quel che poteva essere e non è stato? Torino-Parma, settimo minuto: dopo un attacco infruttuoso dei ducali i granata partono dalla propria area di rigore. L'azione si sviluppa prima a sinistra. Doppio scambio...
Renato Tubere

La prodezza di Darmian – Quel che poteva essere e non è stato? Torino-Parma, settimo minuto: dopo un attacco infruttuoso dei ducali i granata partono dalla propria area di rigore. L'azione si sviluppa prima a sinistra. Doppio scambio Masiello-Vives: poi quest'ultimo vede con la coda dell'occhio un arrembante Darmian giungere dalle retrovie a dar manforte in attacco e lo serve di giustezza sulla destra. Il Parma, manco a dirlo, è quasi tutto rintanato nella propria area di rigore. Matteo scambia il pallone con Stevanovic, attrae a sé Gobbi e Lucarelli fingendo di andare sull'out destro per effettuare un cross invitante. Poi cambia improvvisamente idea e si lancia nel cuore dell'area piccola lasciando con un palmo di naso i due malcapitati avversari. Palla incollata sul piede destro, Matteo se la porta in un nanosecondo sul sinistro e tira di potenza mirando all'angolino sulla sinistra di Pavarini. Il quale, però non si fa sorprendere compiendo una parata eccezionale, di quelle che condizionano il risultato di qualsiasi partita. Il calcio, si sa, è fatto di episodi: fosse andato in modo diverso questo … Il fenomeno Petkovic – Stasera ennesimo turno infrasettimanale di serie A. Da un Olimpico – a proposito, sindaco Fassino, lo sa o no che in mezza città e anche fuori regione han già firmato in migliaia per dargli il nome di “stadio del Grande Torino”? - all'altro i granata affronteranno una delle rivelazioni di questo inizio di stagione. E' vero che alla Lazio mancheranno per squalifica due pezzi da novanta come Ledesma ed Hernànes ma ci sarà in avanti il più forte e versatile attaccante del torneo: il funambolico polacco naturalizzato tedesco Miro Klose sarà un pericolo costante per Glik e compagni, questo è poco ma sicuro! Eppure a Roma, sponda laziale, non è il centravanti l'uomo-copertina ma l'allenatore. Vladimir Petkovic è un distinto signore 49enne che lasciò la sua Bosnia per i ben noti conflitti etnici nel 1997. Da giocatore fu un ottimo regista di centrocampo, da allenatore iniziò nella sua nuova patria, il Canton Ticino, portando un oscuro club semi-professionistico come il Malcantone Agno alla finale di Coppa elvetica contro il Bellinzona. Poi sempre e solo campionato svizzero fino a quando Lotito non lo ha convinto a occuparsi della sua Lazio. “Quando mi hanno detto che Petkovic, nel tempo libero, faceva il volontario alla Caritas dando una mano alle persone anziane in difficoltà non ho avuto dubbi a puntar su di lui!” così l'estroso presidente laziale ai microfoni di una radio locale. Quel che colpisce dell'uomo è la flemma quasi britannica con cui si esprime, sia nello spogliatoio che con i media. Lunghi colloqui durante il ritiro con tutti i suoi giocatori, capacità naturale di trovare loro la giusta collocazione in campo, intercambiabilità di modulo basandosi sul principio che, in avanti, bisogna attaccare sempre in 4 o 5. Con lui sta diventando un campione vero persino una promessa mai sbocciata del calcio italiano come Antonio Candreva. E se stasera Ventura gli facesse lo sgambetto? Che scorpacciata al Madejski Stadium! - Ieri sera, ottavi di finale di Coppa di Lega inglese, è successo l'imponderabile. Nella cittadina che ha dato i natali a Oscar Wilde e a Mike Olfield, cioè Reading, i padroni di casa conducevano incredibilmente per 4-0 a tre minuti dalla fine del primo tempo contro i più blasonati vicini di casa dell'Arsenal. Ebbene, da lì in poi si è completata nei tempi regolamentari la rimonta degli orgogliosi Gunners. Da 0-4 a 4-4 e poi, nei supplementari, gli ospiti sono riusciti nell'impresa di vincere addirittura per 7-5. Potenza, anzi magia, di un calcio, quello britannico, dove nulla è ritenuto impossibile. Dove allo stadio si va per sostenere il club del cuore, non per contestarlo. Dove “Chi è l'arbitro? Chissenefrega!” è molto più che una verità conclamata sugli spalti. Dove se sgarri con qualche gesto inconsulto verso i giocatori o i tuoi vicini di posto ti arrestano sul momento per poi condannarti all'esilio per 4 o 5 anni da ogni stadio della nazione. Dove le società sono tutte proprietarie dei propri terreni di gioco. Questo Reading-Arsenal 5-7 giocato di martedì notte, giorno feriale, in un Madejski Stadium quasi esaurito, è figlio di una cultura calcistica senza eguali. Dalla quale, purtroppo, noi italiani non impareremo mai niente! Renato Tubère

(foto M.Dreosti)

tutte le notizie di