columnist

Il guazzabuglio

Renato Tubere
Coppa Italia? Basta così! - C’è un buco nero nel sempre più improbabile calcio di casa nostra: si chiama Coppa Italia. Bastava guardare l’altra sera Siena-Torino per rendersene conto. All’Artemio Franchi, e...

Coppa Italia? Basta così! - C’è un buco nero nel sempre più improbabile calcio di casa nostra: si chiama Coppa Italia. Bastava guardare l’altra sera Siena-Torino per rendersene conto. All’Artemio Franchi, e non solo lì, spalti deserti, formazioni imbottite di riserve annoiate o demotivate, agonismo sotto zero o quasi. Va da sé che un simile spettacolo non deve essere nascosto ai telespettatori alias nuovi guardoni della civiltà dei consumi nostrana. Le telecronache sono quindi fra le più kafkiane e improbabili ma, quando c’è da riempire un palinsesto, si fa questo e altro! Anche questo è calcio moderno?  Ma fatela finita una volta per tutte, cari Abete, Galliani, Tommasi & CO! La Coppa Italia, così com’è organizzata da voi oggi, è un’incommensurabile pagliacciata che tradisce le aspettative dei tifosi. Visto che a riformare il calcio non avete nessuna convenienza, mi dite cosa aspettate ad abolirla?   Meggio su Pirlo? Non solo! – Che derby attenderci sabato nel catino infuocato dell’ex Delle Alpi a Savonera? La capolista disputerà mercoledì prossimo un match decisivo di Champions League in Ucraina. Basterà un punto per garantire la qualificazione agli ottavi e, con questa, una trentina di milioni in premio. Sappiamo tutti quanto siano importanti i quattrini per i loro dirigenti e per gli azionisti di maggioranza. Il ricorso al turn-over contro il Toro pare a questo punto obbligato. Ci sarà sicuramente dal primo minuto Andrea Pirlo. Ventura escogiterà qualcosa per limitarne al minimo i colpi di genio: una marcatura a uomo, perché no Meggiorini, scombussolerebbe gli equilibri a centrocampo e, al tempo stesso, rallenterebbe sensibilmente il ritmo del gioco. Occhi puntati poi sulle due fasce laterali. Qui sia la Lazio che le due milanesi sono riuscite nell’intento di mettere pressione, inducendoli in errori ripetuti, agli esterni del 3-5-2 bianconero. E i granata? Importante sarà creare due binari: a destra Darmian e Cerci, a sinistra D’Ambrosio e Santana dovranno giocare uno dietro l’altro non lasciandosi mai prendere d’infilata e, anzi, cercando quelle incursioni rapinose che, con la Fiorentina domenica scorsa, hanno dato ottimi risultati. Infine non andrà trascurato il fattore campo. Questo stadio, se ne accorgeranno quei sostenitori granata che ci andranno per la prima volta sabato, è dotato di un’acustica semplicemente infernale: dalla voce fastidiosissima dello speaker al frastuono incredibile dei loro 30/35mila sostenitori vocianti l’effetto per i giocatori granata potrebbe essere choccante, specie nelle prime battute dell’incontro. Guai a perdere la testa! Guai soprattutto se la perdesse l’arbitro …   Tutto terminerà, meno il Fla-Flu! – Cent’anni fa a Rio de Janeiro iniziò la sfida stracittadina più importante nella storia del Brasile. Da una parte i verde-bianco-granata Tricolor della Fluminense: dall’altra i rubro-negro del Flamengo. Un tranquillo circolo di canottaggio, quest’ultimo, che trascinato dalla rivalità insanabile fra due fratelli, Nelson e Mario Rodrigues Filho, aprì all’improvviso una sezione calcio con alcuni fuorusciti degli odiati Tricolor. Che in quel lontano 7 luglio 1912 vinsero, per 3-2, malgrado nel Flamengo giocassero nove di quegli ex. Gli 800 spettatori per poco non li picchiarono al fischio finale: quelli della Flu li considerarono degli autentici mercenari, dei traditori. L’apoteosi di questo derby fu raggiunta il 15 dicembre del 1963: a quel Fla-Flu al Maracanà andarono ben 194.603 tifosi! Finì 0-0 quello che fu ribattezzato “il classico delle moltitudini” e, come aveva profetizzato uno dei due fratelli che diede vita a questa rivalità, Nelson :”Tutto terminerà, meno il Fla-Flu!”   Renato Tubère  

(Foto Dreosti)