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Il Guazzabuglio

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Dieci e lode. E' il voto che meritano gli stoici spettatori che ieri sera, allo stadio Braglia di Modena, non hanno fischiato la nazionale di Prandelli durante la sua mediocre prova contro i dopolavoristi di Malta. Tolto qualche spunto dei...
Renato Tubere

Dieci e lode. E' il voto che meritano gli stoici spettatori che ieri sera, allo stadio Braglia di Modena, non hanno fischiato la nazionale di Prandelli durante la sua mediocre prova contro i dopolavoristi di Malta. Tolto qualche spunto dei quasi esordienti Destro e Insigne, due che faranno strada a prescindere, la partita è stata di una noia abissale. A rubare l'occhio dei telespettatori annoiati non sono stati i pietosi tentativi di tiro dall'antistadio di Bonucci, né la disinvoltura con cui i pur modesti avversari hanno imbrigliato la cosiddetta manovra offensiva dei nostri. No, amici! C'erano tutte quelle barbe incolte dei vari Cassani, Pirlo, Marchisio, Osvaldo, Destro, Insigne, Nocerino a incuriosire. Barbe quasi da ayatollah di lusso, su cui le telecamere nei momenti di stasi del gioco – cioè nel corso dell'80% della gara! - indugiavano a lungo. Veniva davvero voglia di gridare: che barba gli azzurri!

UNA STRANA MACCHINA DA GOL - Dici Diego Milito e pensi: che grande campione, però … intendiamoci, le cifre per lui parlano chiaro. Prima al Genoa ha realizzato 60 reti in 94 gare. Poi all'Inter ne ha fatte altre 65 in 132. E non è finita! A 33 anni il bomber argentino torna domenica prossima all'ex Comunale pavesato a festa per incrociare i bulloni con i granata. Molti dei quali ancora si toccano ripensando a quel Toro-Genoa 2-3 del 25 maggio 2009. La sua doppietta – rigore al 33’ e gol partita all'89’ – condannò i granata, in piena rimonta da quando in panchina si era seduto il bravissimo Camolese, alla retrocessione. Il modo in cui Milito s'impegnò per segnare il gol-partita - lui che già conosceva il suo futuro destino interista – non piacque ai benpensanti. Si malignò a lungo su un supposto premio extra-ingaggio di Preziosi legato al numero di gol segnati: una specie di buonuscita esentasse, insomma, del discusso giocattolaio irpino! La strana macchina da gol s'incepperà stavolta? Con quel modo di stare al largo per fiondarsi come uno sparviero su palle apparentemente innocue, cari Glik e Ogbonna, guai a perderlo di vista!

SENZA UN ATTIMO DI TREGUA - Son trascorsi tre anni e mezzo da quella maledetta gara. Milito è passato dall'esaltante triplete mourinhiano – lui ed Eto'o, due bucanieri infallibili o quasi – alle ultime due stagioni meno esaltanti. Ora dovrà sostenere da solo il peso dell'attacco nerazzurro. La ristrutturazione con tanto di tagli dolorosi all'organico prevista da Moratti e Branca lo costringerà a non sbagliare mai un colpo. Campionato, Europa League, Coppa Italia: di punte vere ad Appiano Gentile hanno solo lui! L'unica riserva possibile, il promettente Samuele Longo, è stato infatti prestato in Spagna all'Espanol. “Avrebbe imparato di più allenandosi con uno che il gol ce l'ha nel sangue!” così sull'argomento ha dichiarato in settimana un ex nerazzurro dal dente avvelenato come Riccardo Ferri. Senza un attimo di tregua: volete vedere che, malgrado tutto, Diego segnerà anche in questa stagione gol a raffica? Scommettiamo che farà la gioia della Nord di San Siro e di chi, come me, lo ha acquistato senza esitazioni a fantacalcio? Sì, ma che lo faccia da lunedì 17 settembre in poi!

UNA DEDICA SPECIALE - La guarderà dal salotto di casa questa sfida fra le squadre più prestigiose in cui ha militato. Ma farà un tifo sfrenato solo per il suo Toro! Lido Vieri, portiere e sportivo esemplare negli Anni 60 e 70, sorriderà amaro. Perché? Certe ferite non si cancellano mai! Ripenserà, il 73enne portierone che vanta pure 4 presenze in nazionale, all'ingratitudine di quel presidente da poco scomparso che lo defenestrò dall'oggi al domani senza nemmeno dargli una spiegazione. Lui che al Toro era arrivato quasi bambino. Lui che da osservatore attento aveva assicurato per due lire un ragazzo talentuoso come Luca Marchegiani, attuale mezzobusto di Sky. Lo chiamavano “Pinza” in Maratona per come abbrancava il pallone, sicuro, con una mano sola ogni volta che si accingeva a battere una rimessa in gioco. A lui andrà il mio pensiero quando domenica le due squadre si raduneranno a centrocampo prima del fischio d'inizio: sempre in gamba, caro guerriero!

 

Renato Tubère

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