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Il Guazzabuglio

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Consacrato a 65 anni come innovatore la notte in cui la sua Roma demolisce, dopo uno show lungo 95 minuti, l'Inter a San Siro per 3-1. Totti che a 36 anni gioca la sua più bella partita di sempre. Al suo fianco impressiona per freddezza e...
Renato Tubere

Consacrato a 65 anni come innovatore la notte in cui la sua Roma demolisce, dopo uno show lungo 95 minuti, l'Inter a San Siro per 3-1. Totti che a 36 anni gioca la sua più bella partita di sempre. Al suo fianco impressiona per freddezza e spietatezza l'esordiente Florenzi ex Crotone. Applausi e striscioni favorevoli dei tifosi avversari. Era ora: per Zdenek Zeman è arrivato finalmente il momento degli elogi unanimi. Meritati, secondo me, a prescindere dai risultati ottenuti nella sua lunga carriera. Zeman studia calcio e cerca di insegnarlo pretendendo un'applicazione totale dai suoi calciatori. E' inflessibile nei suoi principi educativi, finanche severo. Non vuole impiegatucci del catasto che fan rotolare un pallone dove va va, ma atleti che devono capire lo sport che praticano. Uno scandalo? No di certo! Zeman tratta i suoi giocatori come un allenatore di basket, volley o pallamano tratta i suoi: correre non basta, conta anche ricordarsi di occupare bene il rettangolo di gioco. I vertici del calcio che conta non gli han perdonato l'aver coraggiosamente denunciato il malcostume del doping. Han cercato di farlo fuori dal giro che conta: fortunatamente non ci sono riusciti! Ora fa sorridere ripensare a chi di recente ha dichiarato che la bravura di un allenatore si misura dai titoli vinti. Che caduta di stile! Fossi in costoro chiederei di … patteggiare.Fa sorridere però che nella domenica del trionfo del suo papà Karel, il figlio di Zdenek Zeman e mister anche lui in Lega Due del Fano, bagni il suo esordio in panchina con un sanguinoso 0-6 casalingo ad opera dell'Alessandria.  Si sta facendo le ossa applicando le teorie di Zemanlandia? Amici marchigiani, mi raccomando: lasciatelo perdere in santa pace, di padre in figlio qualcosa si trasmetterà di positivo, date tempo al ragazzo! EMIGRANTI DEL PALLONE - Due storie del recente calciomercato mi hanno colpito: l'addio di Mirco Antenucci al Toro e il mancato arrivo, sempre al Toro, di Djamel Mesbah. “Il meglio deve ancora avvenire ...”. Così uno dei principali protagonisti della promozione in A del Toro si descrive sul suo profilo di twitter. Gli sono giunti a migliaia messaggi di ringraziamento e auguri per la sua nuova avventura a Catania da parte dei tifosi granata. Non conosco i motivi che hanno contraddistinto la sua partenza. Mirco lascia comunque di sé un bellissimo ricordo: ha giocato spesso in un ruolo non suo cercando di dare sempre il massimo? Non solo quello! Si è comportato dentro e fuori dal campo con una signorilità, una gentilezza, una disponibilità verso il prossimo che è merce davvero rara nel calcio caotico di oggi.Mesbah invece … questo algerino ex Lecce improvvisamente catapultato al Milan di Allegri e messo da parte in un batter d'occhio dal volubile tecnico livornese fu il primo obiettivo dichiarato in questa torrida estate da Cairo. Giorni e giorni a tenere sulla corda i dirigenti granata, poi Mesbah rifiuta il trasferimento: siamo a fine luglio. Un mese dopo il suddetto si rivolge ai media dichiarando di aver cambiato idea, di aver sempre sperato di poter giocare nella sua squadra del cuore francese: l'Olimpique Marsiglia. Ma ora che non è più possibile … “Toro? Io sono qua, fammi un fischio!”. Bene hanno fatto Cairo e Petrachi a smentire qualsiasi ritorno di fiamma per questo mercenario: un ritorno a Lecce in Lega Pro a questo punto sarebbe davvero meritato, sono certo che mister Lerda attenderebbe a braccia aperte questo emigrante del pallone … FINALMENTE OGBONNA!  - A 24 anni è arrivato il suo momento: Angelo Ogbonna, dopo un'attesa fin troppo lunga, esordirà in pianta stabile nella nuova nazionale di Cesare Prandelli. Una soddisfazione immensa per questo ragazzo simpatico, generoso sempre e comunque coi suoi compagni di squadra, voglioso di migliorarsi. Ogbonna deve essere un punto fermo del Toro per i prossimi dieci anni: talenti così non hanno prezzo, se lo ricordi bene che regge le sorti del club di Via Arcivescovado! A Cassino dov'è nato gli hanno tributato una festa indimenticabile lo scorso luglio, giustamente orgogliosi di un concittadino che ha fatto tanta gavetta per affermarsi nella vita. L'elogio più bello che ho sentito di lui? Quello di Boro Primorac, ex grande difensore che fa parte dello staff di Arsène Wenger all'Arsenal. Venuto una volta a spiarlo ai tempi del Toro di Colantuono confidò a chi gli stava vicino in tribuna: “Angelo? What a fantastic player he is!”.

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