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Il guazzabuglio

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2-4-2 ovvero … Due vittorie, quattro pareggi e due sconfitte. Dal 1994, anno in cui introdussero i tre punti in serie A, è in perfetta parità il bilancio del Toro nella prima giornata. Nel civettuolo stadio appena fuori le...
Renato Tubere

2-4-2 ovvero … Due vittorie, quattro pareggi e due sconfitte. Dal 1994, anno in cui introdussero i tre punti in serie A, è in perfetta parità il bilancio del Toro nella prima giornata. Nel civettuolo stadio appena fuori le mura del suo stupendo centro storico, Siena è la prima dura salita da scalare per gli uomini di Ventura. La Robur? E' passata dalla gestione effervescente di Giuseppe Sannino a quella del vulcanico Serse Cosmi: domani sera giocherà col coltello fra i denti. Scommessopoli e le sue sentenze qui han lasciato un segno, e che segno, sulla classifica: e sui giocatori? Dodici mesi or sono l'handicap in classifica fu come un peperoncino al fondoschiena un anno fa per l'Atalanta di Colantuono: in men che non si dica Denis e compagni lo azzerarono con una serie di pregevoli prestazioni. Basterà questo precedente a mettere in guardia Ogbonna e compagni?Fuoco alle polveri! Estate lunga, quasi interminabile. La febbre per il ritorno in A raggiunge picchi altissimi: cosa attenderci però da questo Siena-Toro? Partire coi piedi ben piantati a terra non significherà mettersi in guardia, al fischio d'inizio, e aspettare la prima mossa dei padroni di casa. Guai a lasciare l'iniziativa alle squadre di Cosmi: i cinque fissi a centrocampo, guidati dal senso euclideo di D'Agostino e dall'esperienza di un ex mai troppo rimpianto come Simone Vergassola, potrebbero nascondere la palla fin dalle prime battute. Sarebbero dolori, allora! Questo Toro deve testare fin subito i problemi di coesistenza dei senesi in difesa. Lì la qualità degli avversari di giornata non sembra esaltante, anzi! La mia ricetta? Fare buon possesso palla a ritmi mai forsennati. Non rinunciare mai a verticalizzare. Soprattutto cercare il più possibile la linea di fondo per poi servire al meglio un bomberone del peso di capitan Bianchi.Go, Rolly, go! Il refrain ormai è lo stesso. La palla sta viaggiando alla volta del centro area. Torsione armoniosa del busto, occhi da falco che cercano febbrilmente il momento clou per l'impatto, feroce determinazione che dal cuore arriva lassù al cervello. Poi il volo. Il corpo sembra tendersi ad arco, attimi che al tifoso granata appaiono lunghi un'eternità. Le gambe poderose vanno su, su, sempre più su. Ed eccolo! Il colpo di testa non è una frustata qualsiasi: è uno schiaffo modulato, va a trafiggere il portiere avversario spesso impotente di fronte a tanta classe. Anche in questa stagione Rolando segnerà in questo modo, da stambecco invincibile delle aree di rigore. Anche stavolta, ricordando il balletto di voci ricorrenti “se ne va, no resta”,  la Maratona impazzirà per il suo grande capitano: sì ma quante volte?C'era una volta il tremendismo. Fa parte del DNA di chi, come me, ha avuto la fortuna di assistere a tutte o quasi le gare del Torino di Orfeo Pianelli e di Gigi Radice a metà degli Anni Settanta: il tremendismo, amici di Toro news, sapete cos'era? Provate a unire pregi e difetti di tanti uomini veri che provano a giocare il miglior football possibile. Chi erano? Un allenatore all'avanguardia, direi addirittura dieci anni avanti coi tempi, testardo e puntiglioso. A tradurre il suo credo tattico un gruppo di professionisti indimenticabili: i nomi non sto a farli perchè appartengono ormai alla Leggenda Granata. Alle loro spalle migliaia di tifosi adoranti. Fu un frullato micidiale di intelligenza, volontà, spirito di abnegazione, fiducia e rispetto reciproci a produrre, appunto, il tremendismo. Fenomeno che oggi, anno di grazia 2012, non tornerà più, perchè? Allora si giocava solo una volta la settimana. Ci si poteva quindi preparare all'incontro successivo lavorando molto e bene sulla tecnica individuale, sulla psicologia, sulla preparazione atletica, sull'affiatamento fra uomini e reparti. Oggi purtroppo il calcio ha ritmi implacabili. Gli spogliatoi assomigliano sempre più alle hall degli alberghi più affollati: porte girevoli, gente che va e viene di continuo. Si giocano troppe gare e, allenandosi sempre meno, gl'impiegati del catasto con una sfera fra i piedi – leggi, i calciatori moderni – danno quel poco che hanno.  Grinta sempre e comunque? Si esaurirebbero le pile in meno di 2 o 3 mesi! Non cambierà mai una sola cosa, però: il tremendo, e sottolineo, tremendo affetto che il popolo del Toro continuerà ad avere per i suoi beniamini. (foto Dreosti)

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