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columnist
di Renato Tubère - Ci sono voluti ben tre anni per risalire nella massima divisione. Ma Torino-Modena ha davvero sancito la fine di tre anni conditi di illusioni, sudore e sofferenza per i quasi 5 milioni di fans granata sparsi in Italia e nel mondo. Ora la serie A non è più un miraggio da inseguire. Ma cosa troveranno Ventura e i suoi ragazzi a cominciare da domenica prossima all'Artemio Franchi di Siena?
All'inferno e ritorno: sì ma dove? - Ci sono voluti ben tre anni per risalire nella massima divisione. Ma Torino-Modena ha davvero sancito la fine di tre anni conditi di illusioni, sudore e sofferenza per i quasi 5 milioni di fans granata sparsi in Italia e nel mondo. Ora la serie A non è più un miraggio da inseguire.Ma cosa troveranno Ventura e i suoi ragazzi a cominciare da domenica prossima all'Artemio Franchi di Siena?C'era una volta - Il campionato più bello del mondo, come eufemisticamente era definito non meno di cinque anni fa dai nostri esperti, si è inesorabilmente ridotto a un cimitero per elefanti. Spopola la Premier inglese, Bundesliga e Liga fan sicuramente meglio, persino i francesi che continuano ad appassionarsi molto più per il rugby ci bagnano il naso! I nostri presidenti non spendono: vendere, prestare, scambiare e spalmare sono i verbi più usati da procuratori, giocatori e dirigenti. Di stadi di proprietà – tranne un caso del tutto eccezionale che a Torino ben conosciamo! - si parla tanto senza fare praticamente nulla. Per non parlare di scommessopoli, ennesima occasione perduta dalla magistratura ordinaria e sportiva di far veramente pulizia negli spogliatoi di mezz'Italia. La crisi economica, si dirà, non poteva ignorare l'industria calcio. C'è il fair play finanziario: bisogna rispettare le sue regole non sempre chiare ma, chissà perchè, fuori dai confini nostrani PSG e Chelsea, Real Madrid e Barcellona fan finta di nulla: come mai, messieur Platini?Non solo Cairo - Mancano pochi giorni al fischio d'inizio e, sfogliando i comunicati ufficiali che sanciscono i trasferimenti, sapete dirmi quanti club si presenteranno alla prima giornata con la rosa di giocatori di prima squadra al completo? Praticamente nessuno! Se poi volessimo commentare in dettaglio sulla bontà di certe campagne acquisti/cessioni … mamma mia! Un guazzabuglio di scelte che non convincono: la coppia Cairo-Petrachi sembra immobile ma vogliamo guardare un po' in casa d'altri?Giochi … Preziosi? - Limitandoci ai club che nutrono più o meno le stesse ambizioni dei neopromossi granata spicca su tutti l'esempio del Genoa. Ha un presidente, Enrico Preziosi, che paragonare a una sfinge è poco. Vende e rivende, cambia allenatori e direttori sportivi, si ritrova a libro paga caterve di giovani ritenuti fra i migliori d'Italia se non d'Europa (Immobile, Merkel, Seymour, Perin) e va a bussare alla porta del Napoli per un Edu Vargas che se non fosse nato in Cile faremmo fatica a distinguerlo – amici granata, ve lo ricordate? - da Ignacio Pià! Meglio il suo organico infarcito di doppioni o quello, forse un po' spartano, ma sicuramente più affidabile a disposizione di mister Ventura? Io non avrei dubbi a rispondere!Avere un gioco - Va detto che, nella buona o nella cattiva sorte, il calcio resta sempre uno sport di squadra dove conta saper schierare e bene in campo undici giocatori più le eventuali riserve. E' vero, trasmette depressione acuta questa serie A sfogliando, una riga dopo l'altra, gli affari conclusi dalle formazioni ai nastri di partenza. Ma il campo, anche in questa stagione che va a cominciare, per fortuna resta sovrano inappellabile: si impone alla distanza solo chi sa occupare meglio il rettangolo di gioco, sia in casa che fuori, indipendentemente dalla caratura degli avversari di giornata. Orbene, se Cairo e Petrachi faticano maledettamente a trovare i rinforzi necessari per completare una rosa che garantisca un tranquillo percorso in serie A, Giampiero Ventura ha dato in una sola stagione di permanenza a Torino un volto ben preciso ai granata. Credete che sia dettaglio di poca importanza, questo, dovendo confrontarsi con squadre sulla carta più forti ma, sul piano tattico, da assemblare o riassemblare per certe scelte assurde di mercato?Fuori i secondi - Gillet, Darmian, Ogbonna, Stevanovic e Bianchi: si poggiano secondo me su queste basi solide le ambizioni di far bene del tecnico genovese. La Maratona, come sempre, reciterà alla perfezione la parte del dodicesimo uomo. E in tempi di stadi – quelli degli altri club, naturalmente! - vuoti o semi-vuoti, se non è un valore aggiunto questo…
(foto Dreosti)
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