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Il Guazzabuglio

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GENNAIO: TEMPO DI RIPARAZIONE – Serie A, si ricomincia! Dopo la pausa a ridosso di Natale e Capodanno gennaio arriva col solito, stucchevole chiacchiericcio sul cosiddetto mercato di riparazione. Il piatto piange, la classifica va migliorata...
Renato Tubere

GENNAIO: TEMPO DI RIPARAZIONE – Serie A, si ricomincia! Dopo la pausa a ridosso di Natale e Capodanno gennaio arriva col solito, stucchevole chiacchiericcio sul cosiddetto mercato di riparazione. Il piatto piange, la classifica va migliorata per evitare fastidiose contestazioni dei tifosi/sudditi. Soldi a disposizione dei club? Naturalmente pochi anche se le trattative fervono già da settimane. Tutti o quasi hanno un’esigenza primaria: sfoltire i ranghi mandando via gl’insoddisfatti, i mediocri, i giovani considerati ancora acerbi per la categoria. Ecco che il tam tam mediatico si fa asfissiante giorno per giorno. Dalle Alpi all’Etna presidenti e direttori sportivi recitano per i giornalisti – in certi casi con la loro complicità più o meno esplicita – il solito copione. Amico caro, dicono certe sirene invitanti, apri bene le orecchie: se mi dai in prestito secco il tuo fenomeno, io ti rifilo con la stessa formula una coppia di altri fenomeni che col mio mister non sono riusciti a ingranare e che invece col tuo … sì, direte voi, ma questo Toro? Ventura sembra avere le idee ben chiare e da qualche settimana ha stilato un pagellone con promossi, rimandati e bocciati di questa prima parte della stagione. Per raggiungere una salvezza tranquilla crediamo gli servano due, massimo tre rinforzi a centrocampo e in attacco. Nomi? Per ora si brancola nel buio più assoluto fra gli addetti ai lavori. Di certo saranno elementi fidati: a Cairo e a Petrachi tocca ora muoversi e anche bene, visto l’attivismo di quasi tutte le principali avversarie per la zona salvezza!   MARAN IL PREDESTINATO – Domani pomeriggio intanto il Toro, sempre privo della sua stella Angelo Ogbonna, ha trasferta che io ritengo assai dura. Catania non è certo una piazza dove ci si può adagiare sui risultati pregressi. A maggior ragione con un presidente bravo ma piuttosto fumantino come Pulvirenti. Uno che a tavola preferisce di sicuro l’asado alle polpette all’agrodolce o alla stigghiola, vista la considerevole quantità di giocatori argentini finora acquistati! 25 punti in classifica, nono posto e quel che più conta gli elogi incondizionati di una critica che al suo arrivo era convinta non sarebbe stato in grado di ripetere le gesta di Vincenzo Montella. Ma quant’è bravo questo Rolando Maran? Formatosi al Chievo e realizzatosi professionalmente soprattutto fra il 2000 e il 2005 al Cittadella, è reduce da una promozione solo sfiorata col piccolo Varese in due drammatici spareggi contro la più titolata Samp. Modi gentili che nascondono un carattere di ferro, almeno a sentire qualche suo giocatore, Maran, da sempre convinto fautore del 4-3-3, dà e pretende il massimo in ogni allenamento: figuriamoci durante le gare! In coppia col nuovo direttore sportivo ex Samp Gasparin l'allenatore di Rovereto ha dato subito un’identità di gioco precisa al suo Catania. Davanti al portiere Andujar – uno capace di tutto, nel bene e nel male! - spicca la coppia dei due centrali, Spolli e Legrottaglie, marcatori implacabili e all’occorrenza centravanti aggiunti sui calci piazzati di solito ben battuti da Lodi e Almiron. Il trio d’attacco, per fortuna del Toro sarà quasi certamente privo di Bergessio, una prima punta potente e opportunista messa ko da un fastidioso infortunio a un dito del piede: il suo sostituto, Castro, è comunque un peperino che il duo Glik-Rodriguez farà bene a non sottovalutare. Occhio soprattutto ai due esterni Gomez e Barrientos: molti grandi club in Italia e all'estero li stanno monitorando da tempo, sono temibili in quanto a imprevedibilità e tocco di palla. Scommettiamo che, come per il suo predecessore, anche per Maran Catania sarà solo la tappa intermedia di una splendida carriera?   C’ERA UNA VOLTA MASSIMINO – Dici Catania e non puoi scordare la grande passione, ammantata da un comportamento coi media alquanto naif, del suo storico presidente Angelo Massimino. In sella al club etneo ininterrottamente dal 1969 fino alla morte, 27 anni dopo, lasciò la squadra addirittura in C2. Resta memorabile un suo scambio di battute con un giornalista televisivo durante il calcio mercato all’Hotel Gallia di Milano. “Presidente, adesso con tutti questi giocatori nuovi al suo Catania mancherà certamente amalgama..." E lui, serafico: "Mi dica, dottore, in che squadra gioca ‘sto Amalgama che lo compero subito!"   Renato Tubere

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