Il Guazzabuglio

Why mister Ventura? - All'inizio di questo campionato pareva una coincidenza. Una gara dopo l'altra è diventato un sospetto. Domenica prossima, quando lo speaker dell'Olimpico – esagitato, troppo esagitato, ma perchè? - annuncerà la formazione del Toro, potrebbe essere una certezza. Caro mister Ventura, perchè in attacco non parti mai con la coppia formata da Bianchi e Sansone? Il mancino ex Sassuolo si è formato alla corte di Pea, bravo quanto sottovalutato tecnico proveniente dal settore giovanile dell'Inter, con una dose di allenamenti quasi maniacali a base di calci da fermo tutti tirati a rientrare da destra con l'interno del piede sinistro. Nella capitale italiana della ceramica c'era addirittura un club di tifosi, gli Antenati, che raccoglieva scommesse prima di ogni gara dei loro cari nero-verdi su quanti gol sarebbero scaturiti dai corner e dalle punizioni battute dal bravo Gianluca. Nel calcio moderno, lo dicono l statistiche, i calci piazzati costituiscono la base per scardinare le difese avversarie, soprattutto nelle partite casalinghe. La classifica, malgrado due ottimi pareggi conquistati in trasferta con Lazio e Napoli, parla chiaro: a questo Toro mancano per lo meno sei punti, tutti o quasi persi malamente in casa. Bianchi più Sansone, una prima punta dal fisico potente più un furetto in vena di assist e col fiuto del gol: è troppo pretendere di vederli già domenica contro il Bologna al fischio d'inizio? Basha? Uno da Toro! - Ha un sogno nel cuore: conquistare un posto da titolare nella sua patria di elezione, la Svizzera. Migjen Basha nasconde dietro il suo sguardo scanzonato il dramma della fuga dal Kossovo, dov'è nato nel 1987. Trasferitosi a Losanna è stato scoperto e portato in Italia dalla Lucchese. Da lì ha fatto gavetta a Viareggio, Rimini, Frosinone. Dall'Atalanta dove era l'idolo degli ultras è poi passato al Toro: protagonista nel campionato della promozione dalla B. Centrocampista di quantità: questa è l'etichetta che si porta dietro Basha. Lui è il primo a riderci sopra, tutte le volte che in campo fa qualcosa di … anormale. Come la traversa contro l'Udinese. Oppure la buona, anzi ottima prestazione nel secondo tempo di Napoli. Lì Migjen ha sradicato palloni su palloni dai piedi di gente come Behrami, Dzemaili, Hamsik, Pandev permettendo alla squadra di sistemarsi in pianta stabile nella metà-campo avversaria fino al pareggio strameritato di Sansone. Se c'è un giocatore che merita di restare a lungo in granata per me è proprio lui: accetta la panchina senza mai protestare, in allenamento dà tutto, quando Ventura lo chiama non molla mai. E dicevano non fosse da serie A … Però, questi scozzesi! - Investire in tempi di grave crisi economica 3 milioni di euro per offrire un lavoro a chi non ce l'ha più addirittura nel club di calcio per cui si fa il tifo. Sembra utopia e invece, nella Scottish Premier League, è realtà. Dal 2011 i dirigenti di questo campionato considerato minore – Pasquale Bruno che giocò lassù per gli Hearts di Edimburgo penso non sarebbe d'accordo! - ha messo sotto contratto, sei mesi con la possibilità di rinnovo per altri sei metà però a carico del club di riferimento, 52 disoccupati ben felici di rendersi utili fianco a fianco coi propri beniamini. C'è che si è riciclato come giardiniere occupandosi del manto erboso dello stadio e dei campi di allenamento. Chi invece dà una mano in amministrazione. Per non parlare di chi, e precisamente al Ross County, ha messo a disposizione il furgone della ditta purtroppo fallita per andare a prendere, su e giù per le Highlands, gli abbonati prima delle gare casalinghe al Global Energy Stadium di Dingwall: 5mila abitanti, una metropoli rispetto agli altri comuni di questa contrada del Regno Unito! Ma cos'è questa crisi, quando di mezzo c'è l'amato pallone? Renato Tubère

(foto M.Dreosti)