In quale occasione Lido Vieri fece un'azione da vero e proprio kamikaze? Sappiamo tutti che i kamikaze erano gli aviatori giapponesi della seconda guerra mondiale che si sacrificavano gettandosi sui nemici con il loro aereo pieno di esplosivo. In termini calcistici questo gesto viene equiparato all'atto estremo di difendere la propria squadra per una giusta causa. Si riconosce in genere quando il difensore atterra l'attaccante allorché quest'ultimo è in area e sta per tirare. Il difensore è ben consapevole che il gesto gli costerà l'uscita dal campo e il conseguente calcio di rigore. Ma a volte è meglio rischiare il rigore, soggetto com'è ai dadi della sorte, che andare incontro a una rete sicura. Lido Vieri è un'icona granata di straordinario atletismo. Nato a Piombino il 16 luglio 1939, viene ingaggiato all'età di 15 anni dalle giovanili del Torino. La dirigenza decide di scommettere su di lui, malgrado sia ancora un ragazzo, perché il talento fisico del giovane è una meraviglia a vedersi. Lido ha movimenti eleganti ma concreti. Sa bloccare il pallone con una rapidità che desta meraviglia, ed è anche bravo a respingerlo in laterale senza che nessuno sia in grado di intercettarlo o di prevederlo. La sua carriera da professionista con la maglia granata comincia il 21 settembre 1958. In quell'occasione il Torino sconfigge l'Alessandria 6 a 1. Vieri rimane al Torino fino al 1969, e vanta ben 375 presenze collezionate, di cui 275 in campionato, 46 in Coppa Italia e 26 in Europa. Numeri davvero importanti e di sicuro prestigio per la consacrazione ai posteri. Ma veniamo al gesto da kamikaze di cui Vieri fu protagonista. Innanzitutto la data: 31 marzo 1968. Il Torino è impegnato in una partita contro l'Inter. I nostri si fanno subito notare portandosi in vantaggio di due gol al 20', grazie a un rigore di Fabrizio Poletti e a un tiro di Nestor Combin. Prima che l'arbitro fischi la fine del primo tempo, ecco che arriva un gol di testa di Facchetti, che abbrevia il divario portandosi sul 2 a 1. Nel secondo tempo, Domenghini segna a un quarto d'ora dalla fine, e l'Inter pareggia. Non si fa neanche in tempo a tirare il fiato che Facchetti segna di nuovo, e per il Toro la situazione diventa drammatica. D'altronde l'Inter cambia strategia: sapendo di essere in vantaggio, fa del campo una fortezza e ci si trincera per impedire agli avversari di passare. Manca un minuto. Lido Vieri ne ha abbastanza ed esce dalla propria porta. Si dirige trafelato verso un attaccante interista, gli ruba palla e si calamita in direzione della porta avversaria. I tifosi sono senza parole. La tensione è alle stelle. Una volta al limite dell'area Vieri scambia con il compagno Corni e chiede che gliela riconsegni quando sarà solo davanti al portiere. Il passaggio è impreciso e l'arbitro fischia la fine della partita. Ma il gesto estremo del "pinssa" non rimane inascoltato. Il kamikaze Vieri dà il perfetto esempio di ciò che significa essere un giocatore del Toro: la resa è una parola non fa parte del vocabolario granata. E se i minuti di gioco sono novanta, significa che fino al novantesimo bisogna andare avanti, fieri e a testa alta, tentando il tutto per tutto per la causa della propria squadra.
Columnist
Il kamikaze Lido Vieri
Nel Segno del Toro / Torna l’appuntamento con la rubrica di Stefano Budicin: "Lido Vieri è un'icona granata di straordinario atletismo. Nato a Piombino il 16 luglio 1939, viene ingaggiato all'età di 15 anni dalle giovanili del Torino"
Laureato in Lingue Straniere, scrivo dall’età di undici anni. Adoro viaggiare e ricercare l’eccellenza nelle cose di tutti i giorni. Capricorno ascendente Toro, calmo e paziente e orientato all’ottimismo, scrivo nel segno di una curiosità che non conosce confini.
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