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”Il pane e le rose”

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Era l’estate del 1997 quando lo Stadio Filadelfia venne abbattuto.Per molti di noi quello fu un giorno di speranza, qualcuno infatti ci aveva ingannato, facendoci credere che da lì a poco, la nostra casa sarebbe stata ricostruita, ci...
Beppe Pagliano

Era l’estate del 1997 quando lo Stadio Filadelfia venne abbattuto. Per molti di noi quello fu un giorno di speranza, qualcuno infatti ci aveva ingannato, facendoci credere che da lì a poco, la nostra casa sarebbe stata ricostruita, ci mostrarono ogni tipo di progetto, ma ad oggi, 15 anni dopo, nulla è stato fatto, continuiamo ad accontentarci di promesse e progetti vari.   Il Comune di Torino, così prodigo in questi anni a porre vincoli e divieti relativi ad una soluzione del problema Filadelfia, si è distinto nell’essere particolarmente celere nell’accettare ogni proposta sulla questione stadi, giunta dalla seconda squadra di Torino. Dopo aver ceduto loro negli anni passati lo stadio Delle Alpi, ad un prezzo diciamo di favore, la settimana scorsa siamo arrivati al grottesco. Parliamo naturalmente dell’area denominata Continassa, un terreno di 180mila metri quadri di cui 33mila edificabili, su cui la società in questione ha in mente di costruire la nuova sede sociale, il training center della prima squadra, un cinema multisala, un centro benessere, attività commerciali, un hotel con 120-130 camere ed un numero consistente di residenze private di pregio. Ebbene l’area in questione, necessita indubbiamente di essere riqualificata, essendo particolarmente degradata e frequentata da senzatetto, tossici e prostitute. Qualcuno però ci deve spiegare perché il Comune di Torino indebitato fino al collo, le cui tabelle IMU sono le più alte d’Italia ha pensato bene di cedere l’intera area per 99 anni al prezzo di 0,58 euro al metro quadro che portano il totale a 10,5 milioni di euro. La cosa ancora più grave è che la cifra di 10,5 milioni è rimasta invariata nonostante ad ottobre siano raddoppiate le metrature per le residenze private, passate da 6 a 12mila metri quadri, il tutto senza aver effettuato una perizia ulteriore per valutare il prezzo effettivo dell’area e procedere quindi con l’adozione della variante, ma soprattutto senza aver indetto un’asta atta alla vendita dei beni pubblici.   Questa decisione non ha stupito minimamente chi conosce il feeling del sindaco con la sacra famiglia degli Agnelli, sempre pronto a genuflettersi ai loro voleri. Secondo i bene informati però, agli occhi di Yaki Elkann e della finanziaria Exor, questo regalo di Fassino al cugino Andrea è una sventura. Infatti la cassaforte di famiglia dovrà sborsare un mucchio di quattrini, in un momento in cui la Real Casa è impegnata a piangere miseria. Se non ci fosse da rammaricarsi, sarebbe perfino divertente la situazione che si è venuta a creare, da una parte la famiglia impegnata in azioni immobiliari importanti, atte a regalare plusvalenze da capogiro, dall’altra il rischio sempre più reale di tagli di occupazione della Fiat in Italia e il non meno importante problema legato alla ricapitalizzazione dell’Itedi, la holding editoriale che controlla La Stampa, la quale necessita di un’iniezione di denaro fluttuante dai 15 ai 25 milioni di euro.   Nel frattempo, mercoledì 21 novembre, Corso Grande Torino diventerà Corso Gaetano Scirea, lo ha deciso il consiglio comunale, a tal proposito Andrea Agnelli ha dichiarato: “Un campione del mondo e un simbolo di sportività e lealtà”, sentire costui  parlare di sportività e di lealtà è decisamente singolare, basti pensare che questo individuo continua a reclamare come suoi gli scudetti revocati nel 2006, incurante di una sentenza definitiva e di un processo in cui il loro avvocato chiedeva clemenza alla corte, accettando la retrocessione in serie B come il minore dei mali. Questo è il loro stile, negli anni abbiamo ampiamente avuto modo di conoscerlo. Quello che più fa rimanere basiti è che lo stesso consiglio comunale che ha deciso di intitolare una strada cittadina a Scirea, in più di 63 anni non abbia trovato il modo di intitolare una via ad uno dei caduti di Superga.   Cosa ne sarà di Corso Grande Torino ci siamo chiesti. Ebbene giovedì 29 novembre alle ore 12 .00 il piazzale di fronte alla torre Maratona diventerà piazza Grande Torino. La giunta comunale invece di intitolare lo Stadio Olimpico alla squadra italiana più leggendaria di tutti i tempi, ha pensato bene di concederci questo contentino per farci stare buoni, proprio come si fa con i bambini capricciosi.   Fratelli granata è giunto il momento di dire basta, siamo stufi di essere considerati figli di un Dio minore, è giunto il momento di pretendere “Il pane e le rose” prendendo spunto dalla poesia di James Oppenheim pubblicata nel 1911, come fecero gli oltre 20.000 lavoratori tessili immigrati a Lawrence (Massachusetts) , i quali fecero loro questo slogan e scioperarono per 63 giorni pretendendo salari più equi e condizioni di lavoro più dignitose. Le manifestazioni, per onor di cronaca, si conclusero con un accordo favorevole ai lavoratori, che ottennero un aumento salariale, un supplemento del 25% per le ore di straordinario e qualità di lavoro migliori.   Giovedì 29 novembre alle ore 12:00 presentiamoci numerosi davanti alla Curva Maratona, chiedendo in modo civile, ma fermo e deciso quello che ci aspetta. Pretendiamo pari trattamento alla seconda squadra di Torino, pretendiamo che lo Stadio Olimpico venga intitolato quanto prima al Grande Torino, pretendiamo certezze e non parole sulla rinascita dello Stadio Filadelfia, ma soprattutto chiediamo come cittadini che lo scandalo Continassa venga bloccato quanto prima e che venga eseguita una perizia atta a rivedere il prezzo di vendita di tutta l’area.   Cari Fratelli Granata tutti insieme muoviamoci e andiamo ad esigere per noi e per il nostro Toro “Il pane e le rose”!    Beppe Pagliano   Twitter  @beppepagliano beppepagliano@toronews.net

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