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Il popolo granata ha bisogno di essere scosso

Vincenzo Chiarizia
Occhi sgranata / Torna la rubrica di Vincenzo Chiarizia: "Insomma il campionato partirà tra 38 giorni e le aspettative sugli obiettivi stagionali del Toro sembrano..."

Il calciomercato del Torino ha subito un’impennata e, dopo Izzo, ecco che sono arrivati anche Meité e Bremer, mentre sono andati via Milinkovic-Savic (in prestito alla Spal) e Barreca a titolo definitivo al Monaco nell’affare Meité. Dunque la rosa inizia a prendere corpo, ma c’è una sensazione strana. Sì perché tutte queste ultime ufficialità arrivano proprio quando arriva quella di Cristiano Ronaldo alla Juventus. Una volta il Derby della Mole rappresentava lo scontro di Davide contro Golia in cui Davide ogni tanto aveva la meglio. Negli ultimi anni non è stato più così e oggi, con l’arrivo del campione portoghese sull’altra sponda del Pò, la sensazione che si ha è che potrà essere solo peggio.

Ma cosa fare quando società economicamente più forti possono permettersi colpi del genere? Interrogativo vero, anzi Verissimo, tanto per ricordare quanto tempo ha perso il Toro. Il problema è che se i granata si sforzassero di spendere in toto quanto riescono ad incassare dalle plusvalenze e dai diritti tv, probabilmente potrebbero mettere a segno qualche colpo che potrebbe consentire al Toro di emulare ad esempio l’Atletico Madrid nella Liga. Insomma i tifosi del Toro non pretendono di vincere e di acquistare Messi o Cristiano Ronaldo, ma pretendono di tornare a potersela giocare contro chiunque, vedendo la società dedicarsi anima e corpo alla squadra. Così lo scoramento che si proverebbe di fronte a certe notizie sarebbe minimo rispetto a quello che è in realtà.

E anche la frustrazione di certi tifosi non si esprimerebbe con allusioni maleducate come quello che, su Instagram, in parole povere ha dato dello “scroccone" a Cairo. E lo stesso presidente eviterebbe di cadere in cadute di stile come quella che l’ha visto rispondere in maniera quantomeno non consona.

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Purtroppo la crescita del Toro è a mio modo di vedere solo sulla carta. Dal punto di vista finanziario ha il bilancio in attivo ormai da diversi anni, cosa sicuramente positiva, ma che cosa ha in più il Toro rispetto a dieci anni fa? Ha un Filadelfia ricostruito (con soldi altrui e incompleto rispetto al progetto originale) e che non viene aperto ai tifosi nemmeno nei primi allenamenti della stagione, ha diversi giocatori di proprietà, ha il Robaldo di cui non si capisce quale sarà la destinazione, ma non ha uno stadio proprio. Se Cairo decidesse di risparmiare sul mercato per investire in strutture di proprietà del Toro come uno stadio proprio, alzerei le mani. Qui invece si ha la netta sensazione di assistere ad una politica da Paperon de’ Paperoni in cui si vuole tendere ad accumulare denari senza investire per crescere.

Ad ogni modo, tornando alla squadra granata, ora resta da trovare almeno un altro tassello a centrocampo e capire chi giocherà a sinistra. Sì perché contrariamente a chi una settimana fa parlava di Ansaldi come terzino sinistro, ricordo che il laterale argentino è stato preso contestualmente alla cessione di Zappacosta per tappare il buco lasciato dall’esterno del Chelsea. Infatti l’anno scorso il Toro ha iniziato la stagione con De Silvestri e Ansaldi a destra e Barreca e Molinaro a sinistra. Poi che Ansaldi abbia giocato bene a sinistra in quanto jolly di fascia e non solo, visto che Mazzarri l’ha utilizzato anche come mezz’ala, non vuol dire che il suo ruolo sia quello. Ecco perché ora vanno presi due esterni sinistri, oppure, qualora si decidesse di puntare su Ansaldi a sinistra, sarebbero necessari un esterno per fascia. Se una delle obiezioni che si muovevano a Barreca era la scarsa propensione a difendere del giocatore, Berenguer non potrebbe di certo sostituirlo. Quindi la catena di sinistra va totalmente reinventata, sperando che a Mazzarri non venga in mente di snaturare giocatori.

 

Insomma il campionato partirà tra 38 giorni e le aspettative sugli obiettivi stagionali del Toro sembrano sempre più vicine al nono/decimo posto. Ad ogni modo il metro finale sull’umore dei tifosi sarà il numero di abbonati che il Toro riuscirà a portare a casa e al numero di abbonamenti televisivi. Se i numeri dovessero essere come da pronostico, che non ci si azzardi a dare le colpa ai tifosi, altrimenti si rischia di fare come quei politici che, quando perdono, attaccano gli elettori perché hanno votato quell’altro. Il tifoso ha sempre ragione!