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CULTO

Il re del sabato santo

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Giancarlo Camolese ha un record molto particolare: Francesco Bugnone ce ne parla nel nuovo episodio di Culto
Francesco Bugnone
Francesco Bugnone Columnist 

Il rigore di Sanabria ci ha regalato una Pasqua calcisticamente allegra, ma negli ultimi quarant’anni non è sempre stato così. Per un successo sul Monza c’è un derby perso con doppietta di Antonio Conte, per un Venerdì Santo di delirio con un gol di Loria a tempo scaduto c’è un Toro di Reja che si fa rimontare a Cagliari e col senno di poi quel mancato successo peserà eccome, per una gemma di Ansaldi che ci fa vincere a Genova c’è una sconfitta interna contro il Milan nel 2008 con Novellino che, in diretta radiofonica, invece di commentare l’ennesimo ko fa gli auguri ai tifosi juventini senza alcun motivo né sollecito. Fra queste Pasque amare c’è una persona che ha voluto addolcire ulteriormente il cioccolato delle uova e ci ha fatto avvicinare senza magoni ai vari pranzi, perché ha il cento per cento delle vittorie nei Sabati Santi granata. In realtà sono in due ad avere questo record di vittorie, ma se Walter Mazzarri ci è riuscito due volte su due, il Re del Sabato Santo vanta un grandioso tre su tre: stiamo parlando di Giancarlo Camolese. Di due dei tre successi abbiamo già parlato. Il più celebre è la fuga per la vittoria di Franco Ramallo al Bentegodi di Verona che ha dato un posto nella piccola grande storia granata all’attaccante uruguaiano. Non bisogna dimenticare nemmeno il 2-1 al Catania dove a decidere è un inusuale conclusione dal limite di Cesare Natali che porterà una delle versione più brutte dei granata temporaneamente fuori dalla zona retrocessione in cui rientrerà per storie di sfortune e biscottini che sarebbe meglio dimenticare (mentre sarebbe opportuno ricordare che Camola, con la sua media punti, probabilmente avrebbe salvato anche quella squadra con poca anima se fosse stato chiamato prima al capezzale della squadra). La terza vittoria è forse meno nota, ma è una di quelle a cui sono più affezionato perché fa parte della splendida cavalcata dei granata nella serie B 2000/2001 con una rimonta a suon di record: Crotone-Torino 0-1.

 La settimana precedente i granata hanno fallito il sorpasso in vetta nello scontro diretto col Chievo picchiando due volte contro i legni gialloblù al termine di una gara quasi a senso unico, ma non c’è tempo per crucciarsi visto che il bersaglio grosso (la promozione) è sempre ampiamente alla portata e il prossimo avversario è decisamente insidioso. Il Crotone di Papadopulo è settimo in classifica e si gioca le ultime possibilità di entrare nella lotta per salire al piano di sopra. Sono dimenticati i veleni dell’andata quando, il giorno del primo successo camolesiano, le scintille fra Schwoch e Cyprien per un presunto insulto razziale subito dall’ex granata fecero alzare la temperatura. Un girone è bastato per raffreddare la situazione e siamo di fronte “solo” a una partita insidiosa. Camolese schiera Bucci fra i pali e si affida alla classica difesa a tre Galante-Fattori-Delli Carri. Sulle fasce lo scatenato capitan Asta è a destra, mentre Paolo Castellini si piazza sulla sinistra. In mezzo al campo alla grinta e alla corsa di De Ascentis si affianca la regia di Max Brambilla, mentre Maspero è dietro la giovane coppia formata da Corrado Colombo (pochi gol, ma ottime prestazioni) ed Emanuele Calaiò che, poco più di un anno prima, proprio in Calabria segnò la sua prima rete in A il giorno in cui Mondonico lo fece debuttare nel massimo campionato. Fra i convocati si rivede anche Diawara a dimostrazione che il tecnico di San Mauro consideri chiunque utilizzabile nell’elefantiaca rosa granata. Assenze di peso quelle di Schwoch e del ritrovato Ciccio Artistico. La partita si configura subito come un match d’altri tempi: stadio piccolo e caldo, terreno allentato dalla pioggia caduta trenta minuti prima del fischio d’inizio di Racalbuto, Toro in tenuta completamente granata. I calabresi sentono il profumo dell’impresa e si buttano in attacco sin dalle prime battute, ma la difesa tiene e Bucci fa buona guardia nelle non troppe circostanze in cui è chiamato in causa. Gli uomini di Camolese a loro volta sfiorano il vantaggio in un paio di circostanze prima che Calaiò venga atterrato in area da Cyprien e Pecorari al 43’.

Il rigore è ineccepibile, ma Maspero non lo calcia molto bene e il portiere Cesaretti devia contro la traversa. Il fantasma delle Pasque passate si inizia ad aggirare sull’Ezio Scida sussurrando che, negli ultimi dieci anni, solo a Lecce, patendo le pene dell’inferno e con Galli che para un rigore al 90’ a Baldieri, è arrivato il successo. I pensieri cupi dei tifosi durano lo spazio di un intervallo. Al ritorno in campo il Toro spazza via il malumore dopo una manciata di minuti ed è proprio Riccardo Maspero a rendersi protagonista di un immediato riscatto. L’ex cremonese ha una palla buona in area, ma sul piede sbagliato. La decisione del grande giocatore è non provare il tiro, alzare la testa e vedere chi è meglio piazzato. Al centro c’è Calaiò e quindi non resta che scodellare il cross perfetto per la testa del giovane attaccante che schiaccia in rete un pallone importantissimo. Il Crotone si riversa in attacco, il pubblico si scalda e protesta spesso a caso. Fumogeni in campo, qualche problema per i dirigenti sugli spalti, ma la cosa più importante è che il Toro resista. Al 68’ Camolese butta nella mischia anche Diawara che si ritrova a partecipare anche all’azione del possibile 2-0 non concretizzato da Maspero, ma il finale è pura sofferenza e lotta, di quelle belle (se porti a casa i tre punti, ovvio). Quando l’arbitro fischia la fine la festa è doppia: il Toro vince e si ritrova primo in classifica a causa dei risultati concomitanti, seppur in coabitazione col Piacenza. Quando Camolese si sedette sulla panchina granata in autunno eravamo in zona retrocessione. Il Toro vincerà quel campionato, Calaiò segnerà ancora una rete fondamentale a Ravenna, Camolese sarà addirittura messo in discussione per avere mantenuto la schiena dritta con la società sulla possibilità di schierare Mauro Bonomi in una sorta di prequel di ciò che succederà l’anno successivo con Marco Ferrante. Ma quello è il futuro, il presente è una Pasqua con i fiocchi. D’altronde se in panchina hai il Re del Sabato Santo non può essere altrimenti. Qualche giorno fa ho saputo, con involontario ritardo, che è mancato Vittorio Massano, il mio dentista e cuore granata come ce ne sono pochi. Ogni volta che andavo da lui era un parlare di passato, presente e futuro del nostro Toro ed è anche stato uno spunto per un paio di episodi di Culto come la vittoria in Coppa Italia contro il Milan al Fila nel 1961. Gli dedico le puntate di Culto passate, presenti e future. Mi mancherà.

Classe 1979, tifoso del Toro dal 1985 grazie a Junior (o meglio, a una sua figurina). Il primo ricordo un gol di Pusceddu a San Siro, la prima incazzatura l'eliminazione col Tirol, nutro un culto laico per Policano, Lentini e...Marinelli. A volte penso alla traversa di Sordo e capisco che non mi è ancora passata.

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