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Il ritmo di Falque, Ljajic e Berenguer

Ljajic, Iago Falque
Sotto le Granate / La rubrica della nostra Maria Grazia Nemour
Maria Grazia Nemour

Lo so che venerdì scorso era l’undici di agosto, il momento di quel calcio vacanziero che non fa campionato.

Lo so che giocavamo con una squadra dignitosa ma pur sempre di Lega Pro, il Trapani. Però l’esaltazione è stata parecchia quando dalla Primavera ho ammirato il balletto a tre in cui Iago, Ljajic e Berenguer si sono esibiti, nel primo tempo. Tacco, passaggio, giro. Un ge-ghe-ge.  Una delizia per gli occhi, bottino sul pallottoliere.

Il fisico del bel trio, scattante e contenuto, ben proporzionato, potrebbe articolare ulteriore balletti armonici di questo tipo. Certo, aumentando il livello dell’avversario esplode la velocità con cui si deve rispondere, non c’è tempo per tergiversare in un ge-ghe-ge se poi la palla ti sfugge, ma resta il fatto che la complicità del trio è stata bella a vedersi, uno spettacolino pirotecnico.

Del trio, contro il Trapani, due segnano e il terzo si prodiga in assist e traverse.

Davanti ai tre, un Gallo che il ritmo lo alza sempre.  Dietro ai tre, un Obi che se continuasse, tenesse, riuscisse. Ballasse le partite per intero.

All’uscita, una macchina che pullula di tifosi  intorno, nell’aria il grido “El General! El General”. Dal finestrino un Rincon sorridente che mi aspetto capace di imporre e dirigere una musica incalzante a centrocampo.

Balla Toro, balla!

Mi sono laureata in fantascienze politiche non so più bene quando. In ufficio scrivo avvincenti relazioni a bilanci in dissesto e gozzoviglio nell’associazione “Brigate alimentari”. Collaboro con Shakespeare e ho pubblicato un paio di romanzi. I miei protagonisti sono sempre del Toro, così, tanto per complicargli un po’ la vita.

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