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Il ruggito di Hart

Maria Grazia Nemour
Sotto le granate / Torna la simpatica e tagliente rubrica della nostra Maria Grazia Nemour

Kammoooon!

Così, ruggisce Sir Charles Joseph John Hart, nel video cliccatissimo in rete. Successo in gran parte determinato dai potenti effetti speciali utilizzati: Joe si alza e si abbassa, comparendo e scomparendo dall’inquadratura.

Eccolo Hart. Entra in campo, saluta, tocca i pali, controlla la rete e i guanti. In posizione, pronto.

E io ogni volta mi chiedo: ma perché mai un calciatore dovrebbe scegliere di fare il portiere?

Fai parte di una squadra ma non hai addosso i colori che tutti amano. Ti alleni da solo, riscaldamento da solo, se tutto va bene, partita da solo. Gli altri sgomitano, corrono, segnano, si abbracciano. Tu portiere, a guardare. Solo.

E poi se arriva il pallone ti tuffi tra i calci, mischia sulle spalle. Ci vuole presenza di spirito. Tu portiere, sei l’uomo che dice no, e scrive un’altra partita. L’impossibile, è quello che ti è richiesto.

Se la squadra vince, il portiere è l’ultimo, è tutto un osannare il bomber. Se si perde, il portiere è il primo: doveva uscire stando in porta, rinviare lungo ma passarla al difensore.

È fidanzato con la palla, il portiere. La cattura. La prende tra le mani e la porta alta sopra la testa. La stringe al petto.

Se poi l’arbitro fischia il rigore, non c’è niente di più complicato che trovare una finestra aperta nella mente del portiere ed entrare, aspettare il tiro da lì. Molto più semplice piazzarsi a undici metri dalla porta e smettere di respirare oppure fare il gufo, a seconda di chi deve calciare.

Tipi originali, i portieri. Corretti per ruolo. Solo un portiere poteva inventarsi il calcio di rigore. McCrum era giudice di pace e portiere, perché in squadra nessuno aveva mai voglia di farlo, il portiere. McCrum era un collega di Hart ma irlandese, con almeno cent’anni più di Hart. L’unico girato in senso contrario, il portiere. L’unico a osservare le scorrettezze dei difensori che in area picchiano duro. Giudice severo dei suoi compagni. Solo ad un portiere poteva venire in mente: la difesa con rissa è sporca, una poesia con errori grammaticali. La punizione non paca sufficientemente gli animi, in area. Ci vuole maggior rigore.

Un forte senso della giustizia che punisce principalmente proprio il portiere, chiamato a riparare un danno causato da un difensore distratto.

Mi piace, sì, che il calcio di rigore sia venuto in mente a un portiere.

Il portiere sprona, urla, chiama, sposta, suggerisce e consola.

Una delle prime cose che ha dichiarato Joe in conferenza stampa è stato: ok, in italiano so dire mia, tua, destra, sinistra, dammela, lasciala.

Hart: quinto giocatore inglese nella storia del Toro, terzo portiere inglese nella storia della serie A italiana.

Esilarante, Hart, quando usa google translate per tradurre i tweet e “Ho avuto due partite senza subire gol e una partita folle l'altra sera. Non vedo l'ora che arrivi domenica", diventa: "Due lenzuola pulite, ma un'ultima notte gioco folle. Non vedo l'ora di Domenica”.

Giovanni Cervo ha un temperamento più italiano che inglese, se perde la palla urla, tira calci in aria. 'The f** ball!'The f** ball! strepitava nella partita contro l’Italia, ai mondiali. Classico aplomb inglese volto a sollecitare gli assistenti di gara incaricati del recupero palla.

Ma quello che di Hart mi piace davvero, è il piglio di chi da un fallimento tira fuori un’occasione. Arriva Guardiola al City ed è subito chiaro che il portiere della nazionale non gli garba. Niente porta per Hart, che si accomodi in panchina. Un film già visto, peraltro. Ronaldinho, Ibrahimovic, Tourè, Schweinsteiger o Eto’o ne potrebbero raccontare la trama. Il tempo di fare un giro su se stesso e Hart punta il dito: Torino. E noi tutti a guardarci increduli: noi, dici a noi? Vieni al Toro?

E poi ci si mette pure Peter Shilton – che ha chiuso la porta della nazionale inglese per vent’anni – a mettere in dubbio le doti di Hart: un po’ sopravvalutato. Sbaglia troppo. Anche se è sicuramente un talento naturale.

Ok, “anche se è sicuramente un talento naturale” ce lo possiamo far bastare, al Toro.

Hart, benvenuto tra chi nella vita sa fare bene una cosa: alzarsi, dopo essere caduto.

Joe, kammoooon!