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EDITORIALE

Il sano autolesionismo di Juric

Il sano autolesionismo di Juric - immagine 1
Radonjic sarebbe servito come il pane in un finale di gara come quello di Frosinone, ma ogni gruppo ha le sue regole
Gianluca Sartori Direttore 

A Frosinone l’inerzia del finale di gara era tutta favorevole al Toro. I ragazzi di Di Francesco erano visibilmente a corto di energie e i granata facevano loro seconde palle e duelli. La supremazia territoriale era tutta a favore degli ospiti e si percepiva chiaramente la possibilità, per i granata, di vincere la partita. Ma la zampata decisiva non è arrivata, ancora una volta al Toro è mancato il classico centesimo per fare una lira. Il punto di Frosinone non è certo da buttare, e il suo valore aumenterebbe in caso di risultati positivi nelle prossime due partite casalinghe. Resta però quella sensazione di incompiutezza che spesso i tifosi granata hanno assaporato negli ultimi due anni e mezzo.

Parlando degli ultimi 20-25 minuti di gara dello Stirpe, c’è soprattutto un aspetto su cui riflettere ed è il fatto che i cambi di Juric per vincere la partita siano stati Lazaro, Seck e Karamoh, inseriti tutti al 72’. Per quanto riguarda l’esterno austriaco, va aperta una parentesi sul fatto che la scelta estiva di puntare ancora su di lui e Vojvoda non sta pagando: si tratta di due buoni giocatori che, però, non garantiscono il salto di qualità che serviva sulla fascia sinistra (entrambi sono a quota zero tra gol e assist dopo 15 giornate).

E, parlando di scelte, ancora più rumorosa è quella relativa alle ripetute esclusioni di Radonjic, che si susseguono ormai da due mesi. Karamoh ha un buon impeto ma ha anche dei limiti tecnici; Seck è evidentemente un giocatore inadeguato alla categoria. Chi sarebbe servito nel finale di gara a Frosinone è Radonjic, uno che ha dimostrato – seppur a corrente alternata – di poter tirare fuori il classico coniglio dal cilindro. Juric lo esclude per motivi disciplinari con una scelta che può apparire autolesionista. Ma ci sembra difficile dare torto a Ivan. Nella gestione di uno spogliatoio certi equilibri sono da preservare: chi sbaglia atteggiamento deve restare fuori finché non si allinea ai compagni. A costo di togliere alla squadra una risorsa potenzialmente importante: si possono lasciare per strada due punti, ma non la coesione del gruppo.

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