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columnist
Non è un caso che la partita prima del derby sia entrato prepotente nei nostri cuori un piccolo tifoso di nome Lorenzo. Nei suoi occhi grandi e curiosi, a far capolino tra il berretto e una giacca granata, ci siamo ritrovati.
Siamo tutti un po' Lorenzo, o lo siamo stati, con il cuore gonfio d'orgoglio nell'imparare ed abbracciare valori che abbiamo fatto nostri, pulcini emozionati di fronte a guerrieri di cui urlavamo il nome, ripetendo la formazione, in modo tale che avesse il suono di una preghiera, stringendo una maglia forte e saltellando per l'emozione di essere esattamente dove dovevamo stare.
Siamo Lorenzo ancora di più stanotte, la notte prima del derby, quando i pensieri vanno dall'ansia ai sogni, quando facciamo spallucce ai pronostici e dentro ci sentiamo grandi e forti, perchè il derby non potremmo viverlo diversamente.
Dovunque siamo stati finora, in una tifoseria un po'stanca ed acciaccata, preda di disillusione e nostalgia, è ora di ritornare, al richiamo forte e chiaro di quel pulcino con in mano un enorme microfono e tutto il suo orgoglio.
Tutti siamo stati Lorenzo, e tutti abbiamo un piccolo Lorenzo a cui affidare il futuro di questi colori, a cui raccontare che il giorno dei derby ci si alza più grandi e più forti che mai e che qualsiasi sia il risultato, lo scontro con loro è la chiave di ciò che siamo e di ciò che non vorremmo mai essere, di saper scegliere dove stare e di urlarlo forte e chiaro, abbracciando con occhi curiosi tutto il granata che possiamo scorgere davanti a noi.
Buonanotte granata...
Laureanda in Scienze della comunicazione ed imprenditrice, un cuore granata da 34 anni. Da tre stagioni a Toro News, condivido la mia insonnia post-partita e i miei sogni, primo tra tutti quello di un calcio fatto solo di emozioni e di un Toro composto da giocatori-bandiere.
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