Le pagine di TN tornano oggi ad ospitare la rubrica settimanale tenuta da Steve Della Casa, con la quale il presidente della Film Commission, noto critico, scrittore e autore radiofonico e televisivo, traccia affascinanti paralleli tra il mondo del cinema di cui è massimo conoscitore, e quello del Toro per il quale tifa in maniera viscerale. Un punto di orgoglio per la nostra testata annoverare tra le proprie firme quella di un tifoso di tale prestigio.
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Il signore della truffa
di Steve Della Casa
Il signore della Truffa è stata una delle fiction Rai di maggior successo dell’ultimo anno. Diretta da Luis Prieto, ha segnato il ritorno sul piccolo schermo di Gigi Proietti nel ruolo di un truffatore che da Roma si trasferisce a Verbania. Lì si mette nei guai ma questa volta per generosità: aiuta i suoi coinquilini in una difficile vertenza contro una holding finanziaria che pratica in modo legale lo stesso reato per cui lui era dovuto fuggire dalla capitale.La fiction in oggetto fa ridere, e molto. Ma in questo momento di ridere non ne ho troppa voglia. Penso che questa vicenda di Toro- Padova sia innanzitutto il trionfo dei sepolcri imbiancati, primo tra tutti il presidente della Lega B Abodi che fin dall’inizio di questa vicenda ha preferito la forma (“La partita deve essere comunque terminata”) alla sostanza (è stata commessa una irregolarità grave da parte del Padova, e con questa sentenza si crea un pericoloso precedente per cui in qualsiasi momento uno può far saltare la luce e trovare poi un cavillo per farla franca. Questo succede con gli azzeccarbugli, termine manzoniano che definisce quelli che cercano con espedienti buoni nella forma ma non nella sostanza di non assumersi le proprie responsabilità e di salvare la faccia a scapito della giustizia evidente. Ma al di là di quanto è successo questa volta e del fatto che il signor Abodi ha rilasciato negli ultimi quindici giorni solo interviste a Padova e dintorni, forse conviene inserire quanto è avvenuto in un contesto più ampio. Ad esempio: quando i bilanci non sono a posto una squadra fallisce (come la Fiorentina o il Toro) ma se si chiama Lazio le spalmano in debito con il fisco in 24 anni. Oppure: se uno è in fuorigioco è in fuorigioco ma se si chiama Trezeguet tale regola non vale. O anche: se una società pretende indietro uno scudetto che le è stato tolto per truffe sportive si costruisce un tavolo per la pacificazione, ma se un dirigente nell’enfasi di un momento dice una cosa e la società ne dice un’altra si fa far fede a quello che ha detto il dirigente cercando magari di sputtanarlo. Adesso è quello che vogliono fare è far passare Rolando Bianchi per un deficiente. Dobbiamo restare uniti e evitare di dare al capitano colpe che non ha: le colpe di questo pasticcio sono tutte e solo di Abodi, sia ben chiaro. Verrebbe voglia di andare in piazza. Ma come fanno i nostri tifosi: in 60.000, per l’orgoglio granata. Non come fanno i “Bravi ragazzi” che danno fuoco alle baracche di povera gente in cerca solo di un nemico più debole di loro. Adesso che ho scritto va un po’ meglio. Soprattutto se per qualche mese Abodi non lo vedo nemmeno in foto.
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