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columnist
Quando le cose vanno male, è normale che la critica si attivi a sottolineare gli errori. Compongono la critica giornalisti, appassionati, addetti ai lavori e, soprattutto, i tifosi. E' altrettanto normale che la critica si attenui quando le cose inizino ad andare per il verso giusto. Se gli addetti ai lavori e giornalisti possono rivedere le loro posizioni in maniera piuttosto calma, tra i tifosi parte una sorta di rivalsa compulsiva verso la fazione avversa. Già perché ormai i tifosi del Toro sono divisi tra i "maicuntent" e gli "accontentisti".
I primi sono stati battezzati così dai loro avversari, per il loro volere di più dalla propria squadra e, soprattutto, dalla società. I secondi sono quelli che invitano alla calma, che difendono la società anche quando ci sono mancanze evidenti da parte di quest'ultima e che si accontentano di quello che passa la casa. Sulla rete tra le due fazioni si leggono i peggiori insulti tra le parti. La scioccheria di questa diatriba è che entrambe le fazioni non considerano il minimo comune denominatore che lega entrambe le parti e cioè l'amore per la maglia granata. Inspiegabilmente questa stucchevole lotta si acuisce in questo momento della stagione, quando il Toro sta inanellando una serie di risultati positivi con gli "accontentisti", che lamentano la salita sul carro dei vincitori da parte dei "maicuntent". In teoria i buoni risultati dovrebbero unire e appianare le divergenze, invece i supporter granata, almeno quelli sulla rete, continuano a godere del puntare il dito contro l'altra fazione e non del buon rendimento della squadra.
L'auspicio è che l'intelligenza prevalga e che concetti come il "carro dei vincitori" non appartengano più ai tifosi della squadra granata che, ricordiamo, da anni è sempre stata indicata come speciale e diversa rispetto alle altre. Domenica alle 15.00 il Toro è atteso da una partita difficilissima. Il Frosinone è una squadra scorbutica, capace di vincere in casa della Samp, di far venire i brividi alla Roma e di portare via un punto da Marassi in inferiorità numerica nella trasferta contro i genoani. Dunque il Toro ha bisogno di giocare con la concentrazione al massimo, perché solo un giusto e duraturo livello di concentrazione al match è possibile portare via i tre punti da Frosinone. Sono in dubbio Aina e Lukic, ma ci sono Belotti e Zaza galvanizzati dai gol contro il Chievo. Anche loro devono confermarsi, ma il capitano - tra l'altro bersagliato da molti "maicuntent" fino a prima del match contro il Chievo - si è sbloccato con una perla degna del miglior Gallo. Ora il capitano del Toro deve stare tranquillo, giocare con un pizzico di cattiveria in più e fare quello che ha sempre saputo fare, ossia fare gol.
Infine mister Mazzarri si trova per la prima volta a lavorare in un clima tutto sommato euforico. L'aria è positiva e resta da sbloccarsi anche in trasferta e vincere la terza gara stagionale (dopo le vittorie a Verona e a Genova contro la Sampdoria). Si sa che l'appetito vien mangiando e che vincere aiuta a vincere, ma è molto facile incappare nel classico errore di una squadra che sottovaluta un avversario sulla carta più debole. Vincere a Frosinone è troppo importante per il Toro, perché rappresenta anche un esame di maturità dei granata, che hanno il dovere di dare prova di essere cresciuti, e quindi di non sottovalutare nessuna gara. Alla fine del campionato mancano ancora 12 gare, a disposizione ci sono 36 punti e il sogno è realisticamente a portata di mano. Coraggio ragazzi, a Frosinone determinati e vogliosi di vincere.
Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.
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