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columnist
Era il tempo, oggi, di tornare lì dove si respira aria di casa, in quello stadio dove il Toro, il nostro Toro, diventa tutt'uno con noi. Era tempo di riabbracciare il nostro mister, la nostra squadra, e di affidar loro a piene mani, per la stagione in divenire, un altro pezzo di cuore.
Non eravamo però preparati all'emozione di quel capolavoro scaturito dai piedi e dalla forza di quel ragazzo, come un sorso di acqua fresca dopo 3 mesi di deserto.
Ma cosa hai fatto Andrea... come ti è uscito un gol così? Non poteva esserci modo più perfetto, per mettere un punto a quello che ufficialmente verrà sancito tra quattro giorni: Andrea Belotti, il nostro capitano, e tutti se ne facciano una ragione.
Il resto della gara, una sinfonia di alti e bassi, suonata però con passione dall'intera orchestra. I pilastri di sempre, come Emiliano Moretti, che non molla mai, e i nuovi o i nuovissimi inserimenti, che sono stati più che all'altezza di una gara che poteva, in alcuni momenti, diventare anche complicata.
Un pomeriggio da Toro, che mi lascia l'euforia della serenità, confermando che anche quest'anno, una buona squadra è in ottime (e alquanto irascibili) mani, ed è pronta a buoni risultati. Che poi i buoni diventino ottimi è un passo che non escludo, e che spero. Vedremo.
Cerco di gettarmi tra le braccia di Morfeo, guardando 10, 100, 1000 volte il replay di quella rovesciata, dell'esultanza del Gallo, e di quel sorriso sereno che mancava un po' a tutti.
Buonanotte granata...
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