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Il Toro prossimo venturo, forse Verissimo

Maria Grazia Nemour
Sotto le Granate / Pronti col Toro a venire? Via!

Il primo acquisto col bollino di Mazzarri appiccicato su, si delinea in un orizzonte che parte dal Brasile e si fa sempre più vicino: Lucas Veríssimo da Silva.

Già, è un difensore centrale, il primo desiderio espresso dal nostro allenatore. Tra Burdisso che parte, Lyanco che non si capisce, Moretti che gli anni, Bonifazi che cresce, Verissimo…forse. Boh. Mah.

Verissimo che sì o Verissimo che no, tra qualche ora lo chiariremo, quello che è vero già da subito, è che saremo un Toro blindato, che innanzitutto si guarda le spalle. Il nostro leone N’Koulou non sarà lasciato solo a proteggere il risultato, saranno in tre, forse quattro. Può piacere o non piacere. Nella vita c’è chi attacca e chi sta in guardia, chi si divertiva con Miha, chi apprezza la consapevolezza di Mazzarri. Il Toro è uno, ma ha infinite anime, tutte quelle che si riconoscono nel colore intenso che ci fa squadra. Che se in vacanza incontri uno con la maglietta granata, mica gli chiedi se è un pro-Cairo o un contro-Miha, gli dici Forza Toro e basta. Io non ho nessuna verità in tasca, ma agli spocchiosi di successo preferisco gli umili che sudano copiosamente. E se il Toro prossimo lo costruiamo dalla coda invece che dalle corna, dalla retroguardia invece che dall’attacco, dico che mi sta bene, perché ho tossito per giorni a deglutire l’umiliazione di averne prese quattro da quelli là. Tra tutti, proprio quelli là.

Ma per tornare all’orizzonte Toro, il puntino che si vede sempre meglio è Verissimo. Un ventiduenne dal piglio combattivo di chi la vita l’ha assaggiata nei due gusti, quello aspro, prima che quello dolce. Che se passeggi sulla sterminata spiaggia di Santos con un pallone tra i piedi, ti può capitare che qualcuno ti racconti che lì, ci andava a giocare Pelè. Ci andava Neymar a piedi nudi da bambino, e con le guardie del corpo, dopo. E magari te lo racconta uno dei tanti che sulla spiaggia sterminata ci passa la notte, non per cercare le stelle del calcio, ma perché di tetto ha quello, il cielo di Santos. Il calcio a volte è rivalsa, per molti Meninos da Vila è così. E poi c’è il resto del mondo.

Un difensore nato attaccante, Verissimo, piede preciso che sa impostare l’azione pensandone il compimento per intero. Un decisionismo che non si trasforma mai in cartellino rosso, ben giocato. Uno che correva in campo e poi continuava a farlo per strada. Uno da 10 milioni di euro. Dieci? Ma da Santos partiranno anche Pelè e Neymar con Verissimo, per 10 milioni di euro? Ma, mi sembra un pelino esagerato.

Quello che meno mi piace di Verissimo, è la sua procuratrice Maria Pereira, che lo vende come un cavallo di razza, mostrando che manto lucido e che bei denti sfoggi: “Il mio assistito ha 22 anni, è alto 1,89 metri, ed è il difensore centrale del Santos. Nonostante la giovane età, mostra esperienza e maturità, ed è pronto a giocare nel calcio europeo. Chi lo compra fa un affare: Lucas è un calciatore di grande qualità, gli piace giocare d’anticipo, ha un buon tocco che gli consente di far ripartire la squadra e sa pure far gol. E, cosa da non sottovalutare, non ha mai avuto un problema fisico e prende pochissime ammonizioni”.

Venghino signori del Torino e della Lazio, venghino…

Non mi piace che il 20% di Lucas Verissimo, diciamo una gamba intera, sia di proprietà non della squadra che l’ha cresciuto ma di un fondo di investimento che ha comprato il prodotto e il diritto a rimanere sostanzialmente occulto. Quell’impalpabilità della finanza che si occupa di calcio, perché è un grande affare, il calcio. E che non lo fa in modo trasparente, perché i soldi girano su canali opachi. Quei canali che a guardarci dentro, proprio non si capisce a chi Berlusconi abbia venduto il Milan, o con quali soldi metta calciatori nel carrello come scegliesse biscotti al supermercato, il Milan.

Ma del Milan, e di chi andrà al Milan, chissenefrega, noi siamo il Toro. Verissimo o no, noi ci saremo.

E quanto ameremmo avere il Toro prossimo venturo, tutto intero, già in ritiro.

Mi sono laureata in fantascienze politiche non so più bene quando. In ufficio scrivo avvincenti relazioni a bilanci in dissesto e gozzoviglio nell’associazione “Brigate alimentari”. Collaboro con Shakespeare e ho pubblicato un paio di romanzi. I miei protagonisti sono sempre del Toro, così, tanto per complicargli un po’ la vita.