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Ivan Juric e Nikola Vlasic during the Italian Serie A, football match between Torino Fc and Hellas Verona on 02 October 2023 at Stadio Olimpico Grande Torino, Turin, Italy. Photo Nderim Kaceli
Se l'inizio della stagione granata è stato decisamente sotto le attese, lo si deve principalmente a due fattori di segno opposto: le aspettative più alte da parte dei tifosi e il rendimento più basso di molti giocatori. Dopo due stagioni di recupero rispetto alle precedenti due a rischio retrocessione, infatti, la gente granata ha visto, in questa terza annata di Juric alla guida della squadra, la chance di fare finalmente "la" svolta con la S maiuscola, sebbene il mercato avesse di fatto sancito un sostanziale stallo nel processo di rafforzamento della squadra. Alla faccia della matematica, volevamo ottenere un risultato più alto senza modificare gli addendi dell'operazione, confidando nelle prestazioni superiori di chi già c'era nella rosa dell'anno passato.
E qui sta l'altro punto dolente, perché, in effetti, in queste prime giornate molti giocatori hanno fatto fatica ad alzare l'asticella delle proprie performance. Non ci è riuscito Vania Milinkovic Savic che nonostante il cambio di preparatore dei portieri palesa i soliti difetti esplosi in tutta la loro gravità durante il derby. Non ci sono riusciti Ilic e Vlasic, i due pezzi da 90 della rosa per il valore del cartellino che si portano dietro: il serbo si è involuto fornendo giocate poco più che scolastiche e deludendo anche sui calci piazzati, eccetto in occasione dell'assist a Zapata durante la partita con la Roma, mentre il croato fatica a trovare la brillantezza e le giocate ammirate nei suoi primi mesi dell'anno scorso a Torino.
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Non ce l'ha fatta nemmeno Radonjic che dopo due prestazioni con il prefisso "Ma" davanti al cognome (Maradonijc) contro Genoa e Salernitana, deve averne combinata qualcuna delle sue non venendo nemmeno convocato per il derby. E non ce l'ha fatta nemmeno Juric a trovare una sintesi ed un equilibrio tra il suo primo Toro, tutto aggressione e ritmo, e questo Toro che sulla carta ha più capacità di palleggio e più doti tecniche. Sembra quasi che la folta pattuglia dell'Est Europa, alla quale possiamo aggiungere lo sfortunato Sazonov infortunatosi quando stava per diventare finalmente protagonista, non abbia avuto in questa prima parte di campionato l'impatto che aveva avuto nei due anni precedenti (senza dimenticare l'apporto fondamentale del russo Miranchuk nella scorsa stagione). A ben guardare al passato, comunque, si può in effetti affermare che storicamente il vento dell'Est non abbia mai soffiato forte sui destini del Torino. Un presagio negativo lo si ebbe a inizio Anni Ottanta quando la stella jugoslava Susic, in procinto di approdare in granata, firmò anche per l'Inter combinando un pasticcio colossale che fece saltare il trasferimento. Anche Haris Skoro, talentuosa ala destra di fine Ottanta, ebbe un rendimento al di sotto delle aspettative con la maglia granata e se Karic fu poco più di una meteora, Jarni, terzino croato, balló solo una stagione su questa sponda del Po prontamente venduto da Calleri ai cugini bianconeri dove fece ottime annate. Sembrava un talento Stevanovic ai tempi di Ventura, ma si perse ancora prima di dimostrare qualcosa e l'arrivo di Mihajlovic in panchina con l'innesto di quel gran giocatore che era Ljajic sembrò segnare una svolta nella storia recente del club. Così purtroppo non fu: del trequartista serbo ricordiamo l'ultimo gol su punizione ad oggi segnato da un giocatore granata (sigh..), del compianto mister, poi passato al Bologna, quello che poteva essere e che invece non fu dopo un inizio da sogno.
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Il Toro e il vento dell'Est: un binomio mai sbocciato davvero che Juric e i suoi giocatori recentemente sembravano aver smentito, ma che quest'anno non produce i frutti sperati. Forse perché storicamente il Toro, appoggiandosi al vivaio, ha sempre avuto nuclei italiani su cui si innestavano forti giocatori stranieri (Junior, Martin Vazquez, ecc.) capaci di fare la differenza o comunque di dare apporti sostanziosi (Glik, Ansaldi, ecc.). Ad ogni modo, come per il clima meteorologico di questo assurdo ottobre caldo che vedrà un cambiamento nei prossimi giorni legato a venti del Nord portatori di aria fredda che ristabileranno le temperature corrette di questa stagione, così speriamo che la sosta per le Nazionali porti nuovamente a soffiare sul Toro il vento dell' Est per riprendere il cammino incominciato due stagioni fa.
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