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In Toro veritas

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Il Guazzabuglio / Pasquale dove sei?, Islanda my dear!
Renato Tubere

Tredicesima giornata d'andata: Toro in casa contro il Catania. Occasione da non fallire per Super-Cerci e i compagni. Avranno riflettuto giocatori e mister in questa pausa su come affrontare meglio le partite in casa?

LA RICETTA GIUSTA - Più fiducia nei propri mezzi. Maggiore coesione fra i reparti. Ma soprattutto meno ansia da prestazione e freddezza da professionisti delle pedata quando si entra nell'ultimo quarto d'ora di gioco. Troppi risultati favorevoli sono andati in fumo per errori a volte incomprensibili di questo o quel giocatore granata. A Ventura e al suo staff sarà servita l'ennesima sosta di un campionato incerto sia in testa che in coda? Questo Toro non vince in casa addirittura dalla prima giornata. La Maratona, dodicesimo giocatore per antonomasia, non vuole saperne di trascorrere un'altra stagione di sofferenze come quella appena trascorsa. Col Catania bisogna vincere, non importa come ma guai a non farcela! Milan, Parma, Udinese e Cagliari sono lì a un tiro di schioppo. Pensare positivo significa anche giocarsela fino in fondo con formazioni come queste che ho appena citato, non certo candidate a lottare fino all'ultima giornata per salvarsi. Eppure …

L'ENIGMA PASQUALE - Carneade: chi era costui? Mi viene in soccorso Manzoni con i suoi Promessi Sposi quando penso alla difficoltà per certi versi inspiegabile che sta incontrando l'ex centrocampista di Venaria nella sua nuova esperienza in granata. Già nei primi giorni del ritiro estivo su a Bormio Ventura aveva fatto capire di volere a tutti i costi un esterno mancino sulla fascia sinistra per il suo tanto agognato 3-5-2. Sfumato per fortuna l'improponibile – sia come costi sia perchè quasi sempre infortunato – Dossena, Pasquale a 30 anni e dopo cinque buone stagioni con la divisa dell'Udinese pareva l'uomo giusto per Ventura. Qualche guaio fisico, una serie di ottime prestazioni di Danilo D'Ambrosio, un paio di apparizioni dalla panchina (con la Samp a Marassi e nel convulso finale col Milan all'Olimpico) piuttosto anonime. Il vero Pasquale a Torino ancora non si è visto: e se domenica contro gli etnei stesse per scattare la sua ora?

SIMPATIA PER L'ISLANDA - Eliminati ai play offs dalla Croazia eppure capaci di imprese come il pareggio in rimonta, da 1-4 a 4-4, fuori casa contro la ben più quotata Svizzera. In pochi ne parlano ma oggi la piccola e bellicosa nazionale di football dell'Islanda ha donato finalmente il sorriso a una popolazione ancora sotto choc per il fallimento del suo sistema economico. Cinque anni fa banche e governo decretarono la bancarotta e i poveri islandesi – mi riferisco agli abitanti assolutamente incolpevoli! - si trovarono all'improvviso senza né arte né parte. Dovettero addirittura far fronte alle richieste immediate di rimborso di grandi e piccoli risparmiatori stranieri non avendo letteralmente più un soldo da parte, ripeto, per colpe non loro. Bjork e la nazionale di calcio: la prima è una pop star che ha capeggiato orgogliosa la ribellione del popolo contro banche e governo rei di aver messo in pericolo persino le piccole spese correnti. La seconda, grazie all'abile regia dell'esperto commissario tecnico svedese Lars Lagerbak, non andrà in Brasile ai Mondiali ma ci ha provato comunque fino in fondo. Onore a questi prodi e indomabili vichinghi!

 

 

 

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