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Squadra Toro during the Italian Serie A, 2024-2025 season, football match between Juventus FC and Torino FC on 09 November 2024 at SAllianz Stadium, Turin, Italy Photo Nderim Kaceli
Inconsistenti. Sei sconfitte nelle ultime sette partite di campionato, addirittura 7 su 8 se contiamo quella in Coppa Italia. Zero gol segnati nelle ultime tre. L'unica vittoria, in casa con il Como, certamente non frutto di un gioco travolgente. Ennesimo derby perso, con il bilancio che è salito a 24 sconfitte in 31 sfide con la Juve nell'era Cairo, con una sola vittoria, nel lontano 2015, e 6 pareggi. A completare questo disastro nelle stracittatine, ci sono la pochezza di 15 gol fatti e ben 56 subiti. Un'ecatombe. È stato un derby inguardabile: i soliti buchi in difesa e i fantasmi sulle fasce, ai quali si è confermato un attacco degno di 'Chi l'ha visto'. Spiace dirlo, ma anche mister Vanoli ci è sembrato in confusione.
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Il tecnico ha senz'altro preso coscienza della scarsezza della rosa, smantellata da Vagnati quest'estate, e ora non sa come intervenire per tappare le falle. Così ha iniziato il match schierando i granata 'alla Juric' uomo su uomo, sperando, in questo modo, di evitare che i suoi entrassero in campo come al solito terrorizzati e subissero il gioco avversario. Peccato che non ci sono i giocatori dello scorso campionato e che i loro sostituti non sono all'altezza. Il risultato è stato che almeno 5-6 elementi non riuscivano a tenere l'uomo, e sulla catena di destra c'erano autostrade per Cambiaso, Thuram e Yildiz, con Linetty, Pedersen e Walukiewicz disastrosi. Pure Vojvoda a sei minuti dalla fine si disinteressa del turco che colpisce di testa da solo a botta sicura. Non che a sinistra, con Lazaro che guarda Weah insaccare solo soletto, sia andata meglio. Certo, lo abbiamo già scritto. C'è un Toro con Zapata e un Toro post Zapata. Ma la squadra delle prime giornate è completamente sparita come gioco, idee, coraggio, spregiudicatezza in avanti e personalità. Un'involuzione terrificante. Ora, Vanoli per la prima volta ha sdoganato in conferenza stampa post match la parola 'salvezza'. Ha detto di averla sempre usata, ma evidentemente anche qui eravamo tutti distratti, perché nessuno se lo ricorda. In ogni caso ha detto anche che il nostro campionato inizia dalla prossima partita, dopo la sosta, contro il Monza. Il mister negli spogliatoi si sarebbe anche sfogato con i suoi ragazzi, provando a scuoterli dicendogli a muso duro che di questo passo si finisce in B. Visti i giocatori a disposizione, proviamo a fare qualche riflessione per provare ad adeguare la scarsezza all'obiettivo.
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I difensori arrivati (Pedersen, Coco, Maripan e Sosa) sono tutti abituati a giocare in una formazione a 4 dietro. Tutti i 13 gol subiti nelle ultime 6 sconfitte sono frutto di disattenzioni individuali di uno o più giocatore. Da quando si è infortunato Duvan, davanti non siamo più brillanti e spregiudicati, mancano i veli tra le due punte e i centrocampisti non cercano gli attaccanti né verticalizzano più. Allora perché non cambiare modulo di gioco, rendendolo più idoneo ai giocatori disponibili e alle loro attitudini, passando ad un 4-3-1-2 o al 4-3-3, con Lazaro e Sosa esterni, Coco e Maripan centrali, Ricci play con Ilic e Linetty (Tameze) a centrocampo e dietro le punte Adams e Sanabria (Nje), Vlasic (oppure esterno destro alto destro). Anche perché, se non cambiamo qualcosa, davvero rischiamo di brutto. Intanto, tra i tanti sentimenti e pensieri che ci frullano per la mente mentre torniamo mestamente a Roma dopo l'ennesima trasferta straziante, ce n'è uno che spicca. La sensazione che a volere davvero bene al Toro e a lottare con le unghie e con i denti, siamo rimasti solo noi tifosi, amareggiati, delusi, mortificati, ma mai domi. Pur consapevoli che la prossima sarà quasi certamente ancora una sconfitta, non molliamo mai. Ecco, ci piacerebbe proprio che questo spirito, il vecchio cuore granata, se lo ricordassero davvero tutti. Dalla dirigenza all'ultimo dei nostri, sigh, beniamini
Manager, docente Luiss, esperto di comunicazione e Public Affairs, giornalista pubblicista col cuore granata. Michelangelo Suigo è un autore che per chi è avvezzo al mondo della comunicazione, specialmente se legata all’imprenditoria, non ha bisogno di presentazioni. Chi volesse approfondire il suo sterminato curriculum può farlo sul sito di Inwit, azienda di cui ricopre attualmente il ruolo di EVP External Relations, Communication & Sustainability Director. Ma soprattutto, per quel che attiene a questa rubrica, Michelangelo è un orgoglioso e genuino tifoso granata.
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