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Iturbe, turbaci!

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Sotto le granate / Torna la tagliente e ma banale rubrica della nostra Maria Grazia Nemour
Maria Grazia Nemour

Iturbe, turbaci come hai turbato la Nazionale del Paraguay la prima volta, a sedici anni, scendendo in campo contro il Libertad. E poi come hai turbato l’Argentina, che hai preferito al Paraguay. In Argentina ci sei nato, ci sei cresciuto da figlio di muratore emigrato fino a dodici anni. L’Argentina è Maradona, il tuo tanghèro calcistico di sempre. E poi di nuovo in Paraguay, a turbare il Cerro Porteno.

Ma fortunatamente oggi non è in discussione il doppio passaporto Paraguay/Argentina (niente fermo della polizia alla frontiera, come successe all'aeroporto di Asuncion nel 2010)  quanto quello Toro/Roma. Una Roma sedotta e delusa, che ti aveva voluto senza se e ma, attivando uno dei maggiori investimenti della storia della società,  ma che poi non ha trovato posto per te sul campo, sempre a sgomitare con Salah, Perotti ed El Shaarawy.

Prima ancora c’era stato il passaggio dal Cerro Porteno al Porto, per 4 milioni di euro,  quello al Verona per 15 milioni, ed eccolo quello imperiale, alla Roma, per più di ventisei. Coi saldi di gennaio 2016 passi al Bournemouth, che ti prova per qualche mese e ti restituisce, usato pochissimo. Ma è coi saldi di gennaio 2017 che arrivi al Toro, con la clausola: prova, se ti piace, lo prendi per dodici milioni. Che non sono comunque pochi.

Il Toro la fa volentieri la spesa alla Roma, Lijajc e Falque arrivano da quel mercato. Acquisto di gambe buone e teste da oliare, che richiedono un po’ di manutenzione psicologica.

Qualcuno ritiene che dovrai turbare Lijajc al punto da stimolarlo a dare il meglio, per non perdere il ruolo. Chissà. Sarebbe meglio che ognuno giocasse sempre al massimo per l’orgoglio della maglia e per la quantità imbarazzante di soldi che guadagna. Forse nello spogliatoio potrete consigliarvi a vicenda sulla malinconia che ogni tanto vi assale, un disagio capace di rendere mediocre chi potrebbe essere straordinario. L’abilità di un allenatore si misura non tanto per come allena le gambe, quanto le teste, e l’avvicendamento poco brillante del 10 col 19 a Reggio Emilia fa pensare che Miha abbia ancora molto lavoro da fare in questo senso.

Iturbe, turbaci come hai fatto con Maradona, che nel 2010 ti portò ai mondiali in Sudafrica nell’under 20. Turbaci come hai fatto con Messi, che in quei mondiali disse: “Sei bravo, continua così”.

Iturbe, turbaci giocando come hai fatto a Verona, nell’esplosione delle partite 2013-2014.

Turbaci giocando come hai fatto con la maglia del Paraguay contro la Bolivia, nel novembre del 2016. Turbaci con quelle accelerazioni imprendibili e quei pot-pourri di palle gol.

Che poi, noi del Toro, siamo facili al turbamento. Lo avrai notato l’altro mercoledì al Grande Torino, quando a darti il benarrivato nell’amichevole con il Monza sono arrivate più di diecimila persone. Chiedi a Messi e a Neymar se il giorno prima ne avevano visti di più di tifosi, all’allenamento a porte aperte del Barcellona. Scuoteranno la testa e ti diranno di no. A Torino scaldiamo l’aria di un’amichevole anche se siamo vicino allo zero termico.

Ma quello che mi turba, in realtà, è leggere i documenti di Football Leaks e non capirci nulla della pletora di società – inglesi, portoghesi, neozelandesi – che ti hanno spezzettato, comprandosene ognuna un tocchetto. Mi turba leggere che Mascardi, il tuo agente, dalla Roma riceverà, su un conto in Svizzera, un milione di euro e una percentuale sulla tua cessione.

Spero che il Toro sia quello che serva a te per recuperare fiducia e che tu serva al Toro per recuperare punti. Iturbe, divertiti e turbaci di risultati.

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