E’ innegabile che da quando il Toro è in mano al presidente Urbano Cairo, il Toro sia cresciuto dopo anni di buio totale e tanta Serie B. La crescita di Cairo è stata lenta, ma costante fino all’Europa raggiunta nel 2014, se pur fortunosamente, grazie ai problemi finanziari del Parma. La vittoria al San Mames contro l’Atletico Bilbao il 26 febbraio 2015 è stata l’ultima soddisfazione degna di nota dell’era Cairo. Il derby vinto nell’aprile del 2015, pur scatenando estasi e goduria, è stata comunque figlia dello scudetto già in tasca ai bianconeri, per cui, almeno per me, non è una partita che rientra nelle vittorie degne di essere ricordate.
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La discontinuità del Toro sta diventando una pericolosa routine
E allora che fare? Occorre a mio parere che la progettualità del Toro punti su altri investimenti. Partiamo dai dati di fatto:
Questi a mio modo di vedere sono i punti sui quali puntare per riprendere a crescere e, magari, ambire a vincere qualcosa nel futuro prossimo. Altrimenti la discontinuità del Toro entrerà a far parte del nostro DNA. Presidente Cairo, tenga presente che il Toro merita di più e che è giunto il momento di rompere gli indugi e di tornare ad investire su tutta la struttura societaria. Altrimenti non ci stupiremo più di perdere in casa contro il Parma, squadra che a luglio 2015 era in Serie D.
Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.
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