- Coppa Italia
- Mondo Granata
- Video
- Redazione TORONEWS
columnist
La leggenda di Gigi Meroni in prima serata ieri sera sulla più importante rete televisiva di stato? Ennesima occasione persa di celebrare degnamente lui e quel Toro! Dalla scelta discutibile di certi interpreti – agghiacciante il Nereo Rocco interpretato dal romanissimo Pannoffino! - agli errori incredibili nella sceneggiatura. Uno su tutti: le sostituzioni durante le gare che nel 1967 manco si sapeva cosa fossero. Per non parlare della residenza torinese di Gigi in Corso Vittorio Emanuele e non in Piazza Vittorio Veneto o degli allenamenti della squadra ai giardinetti … possibile che allo sceneggiatore e al regista non sia venuto in mente di consultare preventivamente, che so, qualche autorevole membro del Museo della Memoria Granata a Villa Claretta? Ha avuto un'altissima audience questa “Farfalla Granata”: ma di certo al grande Gigi lassù sarà piaciuta veramente poco! Strano ma vero, ieri sera alla stessa ora è andato in onda un omaggio molto più toccante verso la storia granata sulla principale emittente privata a pagamento. C'era il primo episodio della serie “I delitti del BarLume”, tratto dai bei romanzi gialli di Marco Malvaldi. Ebbene il protagonista Massimo, un laureato in matematica che sceglie di fare il “barrista” (si scrive proprio così!) nel suo paesino sulla costa del Tirreno in Toscana, a casa sua sfodera orgoglioso sul muro una foto gigantesca del Grande Torino. Massimo, lo ha capito sia chi ha letto i romanzi di Malvaldi sia chi lo ha scoperto anche solo ieri sera tramite questo sceneggiato televisivo, è un personaggio singolare. Anticonformista viscerale, non dà mai retta alle chiacchiere ma crede solo in quel che vede e tocca con mano. Interpretato magistralmente da Filippo Timi – ma dove troverà quel timbro di voce così profondo? - è un bel tenebroso che attrae le donne ma ama troppo la sua indipendenza per spartire con qualcuna di loro la propria quotidianità. E' un sognatore inguaribile e la foto del Grande Torino appesa al muro di casa sua, più volte ripresa dal regista quando è a casa sua, è il segnale di una scelta fatta con grande convinzione. Solo chi si batte per la realtà e aborre l'apparenza può restare affezionato a un mito. Anzi al Mito per eccellenza di chi vuol veramente bene al calcio italiano! Renato Tubère
© RIPRODUZIONE RISERVATA