Che i portieri siano tipi originali si sa, diversamente, giocherebbero nel campo coi compagni, non prenderebbero il pallone con le mani in un gioco che si chiama “calcio” e non si arroccherebbero tra due pali a scrutare l’orizzonte, in attesa degli indiani. Ma, alcuni portieri, sono qualcosa di più che originali, rasentano momenti di pura follia.
columnist
La follia del portiere
Folle, il gesto di stizza del portiere del Benevento – Belec – che domenica, sotto la curva Maratona e con tutto il granata del “Grande Torino” intorno, ha sfoderato un calcio al ventre di Niang.
Era il 33’ e il Benevento perdeva, ma non sembrava affatto rassegnato. Belec è pronto per il rinvio, si guarda intorno e Niang si avvicina, disturba la sua azione. Ottimo, avrebbe potuto pensare, un giallo non glielo leva nessuno a questo, un attaccante ammonito fa sempre comodo.
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E invece no. Forse complice l’aria piemontese mai troppo rilassata, gli attacca il “nervus” e il pallone non lo rinvia, se lo tiene stretto giusto il tempo di prendere la rincorsa e rifilare un calcio più o meno a metà di quel metro e ottantaquattro di Niang. Dagli spalti sembra un’azione estremamente violenta, ma forse l’impatto non è stato così brutale perché fortunatamente il nostro undici si rialza.
In ogni caso, resta un gesto intollerabile.
Giallo per Niang – che ha l’effetto interruttore, perché di lì a poco, segna – e rosso per Belec, che va a fare la doccia. Gelata, immagino. Con tanto di multa addebitata in conto, probabilmente.
E a De Zerbi, l’allenatore del Benevento, non resta che scuotere la testa, incredulo, dichiarando un “L’espulsione è giusta. Il mio portiere ha commesso una grossa ingenuità. Se facciamo questi sbagli, oltre a quelli tecnici, è troppo complicato per noi. Prenderò provvedimenti” a fine partita.
Nonostante ciò, nonostante l’essere rimasti in dieci quando già non bastavano undici e nonostante il tre a zero, i tamburi dei tifosi del Benevento hanno continuato a ritmare incoraggiamenti alla squadra fino al 90esimo. Onore a chi non molla mai.
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La pazzia del portiere potrebbe essere frutto di un virus che contagia, solo qualche giorno fa, nella League Two inglese, l’uomo tra i pali del Notts County, Ross Fitzsimons, al 95esimo recupera un pallone aereo ma prima di rinviare gli attacca la ‘pazzia del portiere’ e non si trattiene, assesta un calcio nel sedere all’attaccante del Crawley, Smith, ottenendo espulsione e addebito di rigore. Et voilà, la partita che pareggiava sull’uno a uno fino al 95esimo, persa.
E se Fitzsimons il fondoschiena degli attaccanti lo prende a calci, un altro portiere – Emiliano Viviano – lo ha usato per parare un tiro di Juan Cuadrado. Era il novembre del 2017 e il colpo di natica salva la Samp dalla Juve. Che culo!
Ma la pazzia del portiere tocca l’apice più imbarazzante con lo svedese Wiland che il sedere lo denuda e lo rivolge a Ibrahimovic, che prende la mira per battere la “punizione”: Wiland ha perso la palla a torello.
A ognuno il portiere che si merita. A noi San Sirigu, che il Signore ce lo conservi così: forte, granata e sano di mente.
MARIA GRAZIA NEMOUR - Mi sono laureata in fantascienze politiche non so più bene quando. In ufficio scrivo avvincenti relazioni a bilanci in dissesto e gozzoviglio nell’associazione “Brigate alimentari”. Collaboro con Shakespeare e ho pubblicato un paio di romanzi. I miei protagonisti sono sempre del Toro, così, tanto per complicargli un po’ la vita.
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