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La furia di Iago

Enrico Tardy
Enrico Tardy Columnist 
Prima che sia troppo Tardy / Torna la rubrica di Enrico Tardy: "Tra Iago Falque e Shakespeare"

 

Nella tragedia Shakespeariana chi si infuria è Otello, al Toro è stato Iago, non il servo meschino del moro veneziano, ma Falque.

Dopo una più che discreta prova del Toro contro la Roma, lo spagnolo, il cui nome pare essere presente nell’elenco dei partenti last minute (c’è over booking…), ha richiesto maggior rispetto e considerazione da parte dell’ambiente in ragione del suo rendimento nel corso della sua permanenza granata.

Io sto con Iago.

Il suo rendimento al Toro è dimostrato dai numeri, gol ed assist in quantità, e quasi sempre prestazioni di buon livello.

Se noi (Toro) avessimo 11 calciatori del livello di Falque in Europa (ammesso esista ancora…) ci andremmo tranquillamente.

Non è da club di primissima fascia, ma per il Toro è un ottimo calciatore, dunque spero di cuore resti con noi.

Gli manca lo spunto negli ultimissimi metri ma fa tante giocate di buon livello e qualità, manna per il Toro di oggi che difetta di estro.

Il problema è che né Niang né Ljiaic hanno estimatori all’estero dunque si vende chi ha mercato e fa cassa.

Non parlatemi di moduli, chi sa giocare un posto in campo lo trova sempre.

Volete paragonarmi la costanza di Falque con quella di Ljiaic??

Il serbo, per una ragione o per l’altra, in ogni squadra in cui abbia militato è finito in panca, vedete voi…

Spero di cuore che una squadra cinese, kazaka, bielorussa si innamori di Niang o di Ljajic lasciando lo spagnolo al Toro.

Iago di Shakespeare tradisce, Falque no!

Avvocato penalista, appassionato di calcio (ha partecipato al corso semestrale di perfezionamento in diritto e giustizia sportiva presso Università di Milano), geneticamente granata, abbonato al Toro da circa trent’anni.